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Ortodonzia: successi effimeri, problemi duraturi?

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A. Alani

A. Alani

gio. 29 settembre 2016

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Le forniture ortodontiche possono essere una svolta per i pazienti giovani che a causa dei “denti storti” accusano problemi di autostima. E lo stesso può valere per i pazienti più anziani che presentano una storia clinica di mal allineamento. Nel sistema sanitario nazionale i pazienti ricevono solo le cure che sono necessarie per la loro salute orale.

I dentisti specializzati in restaurativa lavorano a stretto contatto con gli ortodontisti i quali capiscono quanto i piccoli dettagli possano influire sui risultati di un intervento.
Da giovane dentista ho corretto un morso incrociato con un semplice T-spring. Non ero uno specialista ma mi sono comunque occupato di ortodonzia. Al contrario, molti dentisti eseguono interventi di routine nel quadro della cosiddetta short-term orthodontics (STO), l’ortodonzia a breve termine, e ciò ha portato a una serie di speculazioni per quanto riguarda i metodi per ottenere denti "dritti". In molti potrebbero considerare la STO in competizione con l’ortodonzia specialistica, ma lo è davvero?
Il percorso specialistico dell’ortodonzia include un triennio full time unito al raggiungimento di un master che può scoraggiare molti perché difficile da sostenere, sia dal punto di vista accademico che da quello economico. Una volta raggiunta la qualifica, la maggioranza degli specialisti si installa nel sud-est dell’Inghilterra. Anche per questa impari distribuzione di specialisti potrebbe sembrare normale che i dentisti contribuiscano a supplire alle domande ortodontiche.
In verità i molto pubblicizzati “managed clinical networks” devono ancora essere realizzati. Il numero dei terapisti ortodontici è aumentato negli ultimi dieci anni dall’inizio dei primi corsi in Galles e a Leeds. I terapisti sono più convenienti da formare e da impiegare anche se, a differenza di altri colleghi, non possono praticare senza la supervisione di uno specialista.
I pazienti che possono accedere ai trattamenti ortodontici secondo il sistema finanziato dal governo inglese devono essere valutati secondo l’index of orthodontic treatment need britannico, ma ci sarà comunque un certo numero di pazienti che, pur non soddisfacendo i criteri stabiliti, necessitano di un trattamento. Questo gruppo di persone probabilmente si dovrà rivolgere a studi privati e questo potrebbe portare a un “confronto territoriale” tra l’ortodonzia tradizionale e la STO.

Facile e veloce?
In Gran Bretagna ci sono marchi ortodontici a cui si collegano diversi corsi. Le aziende si vantano di avere il miglior prodotto e questi corsi servono soprattutto a trasformare i pazienti in clienti ortodontici. Ci sono libri che insegnano strategie di promozione e aumento delle vendite per attrarre più pazienti dei concorrenti. Tutto questo sembra più capitalismo che commercializzazione. La STO (short-term orthodontics), pur nel suo rapido sviluppo, non è infatti sfuggita al “venture capital”; oggi un individuo può trovare trattamenti per i propri denti online, acquistare prodotti che gli arrivano direttamente a casa saltando l’intermediario (per esempio il dentista). Quello che può intimorire è che tutto ciò può distrarre dalle vere ragioni per cui forniamo il trattamento. Il rischio e il beneficio devono essere bilanciati, o sbilanciati a favore del paziente.
Le cose migliori nella vita difficilmente sono facili e veloci. Per migliorarsi si ha bisogno di sbagliare e trarre insegnamento dagli errori o emulare chi si ammira: diventare esperto richiede tempo e fatica. L’ortodonzia è una disciplina complessa ed è difficile praticarla in modo ottimale. Si dovrebbe sempre instaurare un rapporto umano con il paziente e allo stesso tempo il paziente dovrebbe sempre seguire scrupolosamente le indicazioni del dentista. Com’è possibile che un corso di uno o due giorni, con un trattamento che dura sei mesi, possa essere paragonato alle cure di un professionista tradizionale? In ogni caso, porre un limite di tempo a un trattamento potrebbe essere considerato controverso. I pazienti mi chiedono sempre: “quanto tempo durerà il trattamento, dottore?” E io rispondo sempre: “lo saprà quando è finito”. In questo modo raramente sbaglio le tempistiche.

Odontoiatria estetica
Recentemente il ministero della salute australiano ha esaminato lo stato delle forniture di servizi di odontoiatria estetica scoprendo che, nella maggior parte dei casi, la promozione di questi servizi si concentrava sul beneficio del consumatore senza quasi mai menzionare i rischi. Lo studio ha proseguito a studiare le tecniche di promozione che non erano guidate da un interesse medico ma da un tornaconto economico. La conclusione a cui si è pervenuti è stata la necessità di regolare la promozione e la pubblicizzazione, di controbilanciarla con informazioni eticamente corrette, facilmente accessibili dal pubblico e provenienti da una fonte terza e indipendente. Questo sfortunatamente non è sempre possibile. In Australia ci sono specifiche linee guida che devono essere rispettate per la promozione degli interventi cosmetici e si occupano della pubblicità pre e post trattamento.
In Gran Bretagna si trovano spesso, pubblicizzati sui siti internet, trattamenti estetici senza che si faccia cenno a possibili problemi ad essi connessi. È uno scenario comune che comprende anche le offerte a tempo limitato o i controlli gratis promossi con voucher via internet o smartphone: viene da chiedersi, in queste offerte chi ci guadagna e chi ci perde?
Un altro importante aspetto sottolineato dal rapporto è l’impatto sociale di queste procedure estetiche: secondo lo studio porterebbero le persone a essere sempre meno soddisfatte del proprio aspetto. Molti dentisti in tutto il paese possono aver messo a posto piccoli problemi alla bocca di pazienti che difficilmente avrebbero atteso il prossimo trattamento in offerta sul loro iPhone. Indurre dubbi o sollevare preoccupazioni circa i denti del paziente può essere considerato non etico o disonorevole.

Caduta della fiducia
In una recente pubblicazione l’ortodonzia è stata identificata come un’area costellata di reclami e si tratta probabilmente della punta di un iceberg che continuerà a crescere e le cui ripercussioni segneranno il prossimo futuro. Spostare un dente dove il paziente - e il dentista - credono stia meglio può funzionare nel breve periodo, ma col tempo possono insorgere complicazioni dovute a una grande varietà di fattori che riguardano i tessuti molli e duri.
È vero che in ortodonzia l’allineamento e la simmetria sono di fondamentale importanza, ma la stabilità nel lungo periodo lo è ancora di più. Le ricadute sono un disturbo comune e se i pazienti hanno speso molto per un risultato che li ha soddisfatti al momento del pagamento, nel corso del tempo possono andare incontro a insoddisfazioni. Quando i denti sono mossi in modo indiscriminato il recesso nella zona labiale è una complicazione difficile da gestire. In effetti la fretta può far sì che un trattamento rimanga negativamente impresso nella mente del paziente per lungo tempo.

I passi per costruire un business
Il punto di svolta di un business di successo è la fiducia del paziente nel dentista, il fatto che si senta soddisfatto dei servizi ricevuti, li giudichi positivamente e voglia tornare. Un giudizio espresso soltanto in base al “guadagno” a breve termine, senza considerare la qualità o l’affidabilità del trattamento, può avere ripercussioni negative per il paziente e per l’intera professione.

Nota editoriale: le opinioni espresse sono di Aws Alani.

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