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Occhio al superammortamento al 250% e al “fai da te” dei professionisti

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gio. 11 maggio 2017

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Timeo Danaos et dona ferentes. Quando fuori della città di Troia i Greci lasciarono il cavallo di legno ideato dal furbo Ulisse, Laocoonte, uno dei troiani assediati, ammonì: «Temo i Greci anche quando fanno doni». Purtroppo aveva visto giusto, ma nessuno ci credette e Troia fece la fine che fece.

Rifacendosi alla classica frase, Maurizio Quaranta – consigliere ANCAD e vicepresidente ADDE – mette in guardia dal “regalo” che il Fisco farebbe con un ammortamento “super super” portato al 250 per cento: «Onestamente – dice Quaranta – quel “Danaos” non può esser riferito né alla distribuzione seria né alla produzione affidabile che, da anni, stabilmente operano nel nostro Paese. Deve invece servire per mettere tutti in guardia verso quella parte “creativa” del dentale, che vede ovunque l’iperammortamento al 250%».

Secondo lui si tratta di una pericolosa interpretazione personale ed estensiva della legge, in un anno in cui, oltretutto, si è pur sempre in presenza di un ammortamento al 140% che, come sembra ormai chiaro a tutti, proseguirà imperterrito a produrre i suoi effetti su tutti gli investimenti in nuove attrezzature acquistate durante tutto il 2017. «Quello al 250% di nuova introduzione nel 2017 – sottolinea – ha finalmente visto emanate le norme applicative nello scorso mese di marzo (allegato A all’Appendice della Circolare del 30.03.2017), quindi non ci possono più esser dubbi interpretativi: tutti possono ora esserne finalmente edotti e in modo esaustivo».

Detto per sommi capi, questo tipo di iperammortamento nasce con la Legge di Bilancio 2017 per l’industria 4.0 escludendo (anche se dispiace!) il libero professionista, comunque operi, fosse anche in forma societaria e anche se qualcuno ritiene che ci sia uno spiraglio per gli studi odontoiatrici organizzati coame Srl. Ammesso e non concesso che dovesse esserci veramente tale spiraglio per quelli organizzati come Srl, personalmente sostengo che sarebbe evidente un trattamento iniquo tra società e liberi professionisti, per cui le associazioni dovrebbero fare un bel ricorso per incostituzionalità.

Tornando ai chiarimenti avuti da queste circolari, confermo che è stato invece definito che l’odontotecnico, indipendentemente dal fatto che sia organizzato individualmente o come società, può avvalersi di questa agevolazione e che sono stati ben definiti i livelli dei beni in questione, ossia l’indispensabile interfaccia IT, la sua integrabilità nel percorso aziendale, così come è stato chiarito che l’interconnessione è in capo a chi acquista, mentre la certificazione è solidamente in capo a chi produce o vende.

«Chi vende – puntualizza Quaranta – deve quindi fornire queste informazioni all’odontoiatra e all’odontotecnico in modo chiaro e inequivocabile perché i guai per chi detrae indebitamente l’iperammortamento al 250% sono imputabili a chi acquista. Egli non potrà pertanto invocare la buona fede, dal momento che ignorantia legis non excusat, tanto per usare un latinorum che stavolta tutti capiscono. Ecco perché – conclude – esiste uno spartiacque tra produzione e distribuzione seria, da una parte, e mestatori che anche dinanzi a evidenti limiti di legge pescano nel torbido, includendo di tutto nell’iperammortamento al 250%. Ed ecco perché io dico che timeo Danaos et dona ferentes».

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