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Miglior sicurezza dei pazienti in Europa grazie ad un nuovo sistema di controllo della professione odontoiatrica

Un nuovo sistema di controllo consente agli organi tutori di ogni Paese facente parte della Comunità europea di individuare i professionisti cui sia stata vietata o limitata in parte l’attività professionale (Photograoh: CC Studio/Shutterstock)

mer. 10 febbraio 2016

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STRASBURGO. Un nuovo sistema di sicurezza cerca di rendere più trasparente l’attività odontoiatrica in Europa, mediante l’adozione di regolamenti nei Paesi dell’area economica europea (EEA) attraverso i quali render note eventuali sospensioni o interdizioni parziali dalla pratica professionale.

La nuova normativa UE, entrata in vigore il 18 gennaio, prevede che se in uno stato comunitario viene irrogato ad uno studio professionale un divieto o una sospensione anche temporanea dell’attività, ebbene entro tre giorni il provvedimento venga reso noto anche negli altri Paesi d’Europa.

Come minimo, gli Enti nazionali preposti al controllo come ad esempio il General Dental Council nel Regno Unito o il Consiglio Superiore di Sanità e del Welfare in Svezia, dovranno precisare il nome del professionista, data e luogo di nascita, per permettere agli altri Organismi di identificarlo. La comunicazione deve inoltre indicare il periodo per il quale si applica la limitazione compresa la data in cui è stata indetto il provvedimento restrittivo. Ed anche se la comunicazione non deve contenere informazioni o specificare i retroscena del provvedimento, le autorità preposte possono richiedere ulteriori informazioni.

«Siamo lieti per l’entrata in vigore di un meccanismo che dà ai pazienti una visione più ampia e maggior sicurezza per la loro salute orale» dice sul merito della nuova normativa Nigel Carter, OBE, Direttore esecutivo della British Dental Health Foundation: «Si spera che porti a un miglioramento dei livelli professionali degli studi a livello europeo e più fiducia del pubblico nell’attività odontoiatrica»

In questo contesto, Carter ha sottolineato la crescente tendenza del cd. “turismo dentale” ma anche le sue potenziali insidie. Malgrado alcuni Paesi europei non abbiano ancora un sistema di registrazione dei dentisti, Carter si dice convinto che «meccanismi di questo tipo danno vita ad una maggior trasparenza e tutela del paziente».

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