LEEDS, Regno Unito: Le cure odontoiatriche hanno un costo stimato di 79 miliardi euro all'anno in tutta l'UE, eppure molte malattie dentali sono quasi del tutto evitabili. Un nuovo progetto di ricerca, finanziato dall'UE con uno stanziamento di 6 milioni di euro, si propone di modificare le pratiche terapeutiche concentrandosi sulle estrazioni e otturazioni per trarne cure più efficaci e prevenendo in tal modo, le malattie. Il progetto quadriennale verrà condotto dall'Università di Leeds in collaborazione con l’Academic Centre for Dentistry Amsterdam and Heidelberg University, l’NHS in Inghilterra, con Università e Società assicuratrici di tutta Europa.
Lavorando su milioni di report clinici da tutta Europa, i ricercatori opereranno con odontoiatri e assicuratori identificando le strategie efficaci per frenare la malattia nei vari paesi, fornire un feedback continuo verso pratiche migliori, sviluppando un insieme di indicatori grazie ai quali dentisti e sistemi di assistenza sanitaria potranno autovalutarsi.
«L'Organizzazione Mondiale della Sanità dice che le malattie dentali sono le più comuni malattie croniche che l'uomo conosca. Noi vogliamo cambiare questo stato di cose» ha detto il Prof. Helen Whelto, rettore dell’University of Leeds’s School of Dentistry e responsabile del progetto Leeds. «La speranza è che con un osservatorio costante sulle prestazioni effettuate dai professionisti e dai sistemi sanitari per il mantenimento della salute orale, possa determinarsi un modo nuovo di operare in seno allo studio incoraggiando l’attenzione verso cure odontoiatriche più che altro a carattere preventivo».
«Useremo cartelle sanitarie coperte dall’anonimato per sviluppare un modello attento alla prevenzione e che darà ai dentisti e ai sistemi sanitari la possibilità di valutare il grado di successo nel rendere i loro pazienti più sani» ha spiegato Whelton. «Analizzeremo per quanto tempo i denti rimangono intatti, ossia senza necessità di interventi e, quanto si spende per le estrazioni ogni anno sul territorio nazionale. Queste informazioni possono essere messe a confronto in paesi e sistemi diversi».
Il progetto potrà avvalersi di otto banche dati di pazienti europei di vari paesi tra cui Gran Bretagna, Danimarca, Germania, Ungheria, Irlanda e Paesi Bassi. Oltre ad ascoltare il punto di vista di professionisti e di assicurazioni, il progetto prenderà contatto con i pazienti dei vari paesi partecipanti per scoprirne le preferenze e far tesoro del loro giudizio sulle cure che riceveranno. «È un fantastico esempio di collaborazione tra università, tra pubblico e privati – concludo Whelton – per cercar di migliorare la salute orale di un intero continente e nella speranza che si arrivi ad una riforma globale dei sistemi sanitari».
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