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ll culto del “bell’aspetto” impera nel mondo

Gianna Maria Nardi

Gianna Maria Nardi

mar. 21 febbraio 2012

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Intervista al noto chirurgo plastico italiano Roy de Vita, relatore alla quinta edizione dell’International Meeting Accademia “Il Chirone” - Il sorriso parte dal cuore, che si terrà presso il Dipartimento di Scienze Odontostomatologiche dell’Università di Roma Sapienza il prossimo 21 e 22 settembre 2012.

La bellezza intesa come cura del proprio corpo e ammirazione per il “bell’aspetto” nasce con l’uomo e si evolve con lui nei secoli, riflettendo ogni epoca e società. È difficoltoso parlare di canoni estetici fino all’epoca classica, quando nella Grecia classica il concetto di bellezza assume toni più intensi, delineando i primi canoni di perfezione estetica, dove il corpo umano risulta bello quando ogni sua parte ha una dimensione proporzionata alla figura intera.
Ma oggi a quali canoni estetici si fa riferimento? Sono universali o cambiano nel gusto tra i vari popoli e le varie etnie?
I canoni della bellezza sono certamente legati al mondo di riferimento. Il modello occidentale è quello di una donna magra e con il seno prosperoso, mentre ad esempio in India la bellezza è data dall’abbondanza delle forme perché è sinonimo di ricchezza e opulenza.

 

L’eccesso e il delirio per l’estetica si raggiungono tra il ‘600 e ‘700 alla Corte del Re di Francia, emulata da tutte le corti europee con volti stravolti da strati di belletto, occhi e sopracciglia ridisegnati, parrucche inverosimili e solo dopo la rivoluzione e la nascita della Repubblica vengono abbandonati gli eccessi per un’immagine di bellezza più naturale, spontanea e forse romantica. Ma oggi, non crede che alcuni interventi estetici, specialmente sul volto, ricordino le esagerazioni di quell’epoca?
Sono assolutamente d’accordo. Sono molte le esagerazioni che si vedono e che ritengo siano da imputare a un concorso di colpa tra pazienti alla ricerca dell’impossibile e chirurghi compiacenti a soddisfare richieste ingiuste.

 

Se il paziente chiede un intervento “non necessario” o “poco estetico”, quanto è bene lasciare al paziente il potere decisionale?
Non è bene per niente. Il chirurgo non dovrebbe essere un pizzicagnolo dove il paziente ordina e viene servito. È un professionista che dovrebbe far comprendere al paziente le possibilità di correzione relative all’inestetismo di cui soffre.

 

La bellezza è una qualità oggettiva o soggettiva?
Decisamente soggettiva, anche se si muove all’interno di parametri generali legati ai canoni di riferimento.

 

È più difficoltosa la chirurgia estetica o la ricostruttiva?
Certamente la ricostruttiva, ma non va banalizzata l’estetica dove il risultato “perfetto” è quello che il paziente si aspetta anche nei casi dove è impossibile ottenerlo.

 

Lei è senza dubbio il chirurgo plastico italiano più richiesto e la prova è che per prenotare un appuntamento bisogna aspettare davvero tanto. Cosa prova ad avere le capacità professionali di poter trasformare un corpo? È sempre possibile?
È gratificante sapere di essere stimato e ricercato, ma è un carico di responsabilità ancora maggiore. I pazienti qualche volta vengono a chiedere anche i miracoli…

 

Pare che a Londra già 20 anni fa si facessero i primi ritocchi di botox. I medici estetici londinesi si sono specializzati per primi negli oramai celeberrimi cocktail vitaminici da infiltrare sotto la pelle per cercare di rigenerarla. Oggi, anche negli studi odontoiatrici è possibile per il paziente sottoporsi a tecniche di ringiovanimento con utilizzo di radiofrequenza e luce pulsata o inserimento di filler. Qual è la sua opinione?
Quale consiglio darebbe a chi vuole sottoporsi a interventi di ringiovanimento, a che età è meglio intervenire?
Esistono tecniche moderne per interventi sul volto? Cosa è bene evitare?
Mi spiace dirle che vedere specialisti di altre branche che sconfinano è sempre triste. È solo un segno di crisi di lavoro. Si sconfina per motivi commerciali, ma anche la medicina estetica non va banalizzata, soprattutto se si vogliono dare dei risultati accettabili. Se io ho a casa un rubinetto che perde chiamo l’idraulico: a ognuno il suo lavoro.
Per quanto riguarda l’età, non possiamo dire che ce ne sia una giusta. È lo squilibrio tra immagine corporea e quella che si vede nello specchio che porta il paziente a richiedere una correzione del proprio inestetismo.

Non pensa che questa illusione di poter acquistare la giovinezza è la follia più moderna?
Di follie ce ne sono tante: è il mondo in cui viviamo che avrebbe bisogno di una regolata!

 

Quale personaggio noto maschile e femminile lei considera “bello” secondo i suoi canoni di bellezza?
Femminile sicuramente Angelina Jolie, per quanto riguarda la scelta maschile, la lascio alle donne.

 

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