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Il mondo dentale reagisce al boom di diffusione del Coronavirus

Alla luce dell'epidemia di coronavirus di Wuhan, numerose associazioni e organizzazioni odontoiatriche hanno fornito consigli e indicazioni ai professionisti del settore odontoiatrico che cercano di limitarne la trasmissione (Image: Robert Wei/Shutterstock).
Brendan Day, DTI

Brendan Day, DTI

mar. 18 febbraio 2020

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Lipsia, Germania. Nell’ultimo mese, un unico argomento ha dominato il circuito delle notizie sopra tutto il resto – il boom di diffusione del Coronavirus nella città cinese di Wuhan. A partire dal 10 febbraio 2020 sono stati registrati più di 40.620 contagi da questo virus e ben 910 morti. In risposta a questo, molte associazioni ed organizzazioni odontoiatriche hanno rilasciato consigli su ciò che i professionisti dentali possono fare per aiutare a limitare la trasmissione del virus.

Questa particolare forma di Coronavirus è stata identificata nel mese di dicembre 2019 a Wuhan, una delle più estese città della Cina; si crede che il virus sia stato contratto la prima volta all’interno di un mercato che vendeva animali vivi e frutti di mare. Il divieto di viaggiare da e verso Wuhan è stato proclamato il 23 gennaio 2020 sebbene molti paesi abbiano fatto evacuare i propri cittadini dall’area della sua diffusione. In aggiunta, l’Organizzazione Mondiale per la Sanità ha dichiarato che si tratta di un’emergenza di sanità pubblica di interesse internazionale (PHEIC) a causa della gravità dell’epidemia.

Diffuso attraverso le gocce d’aria espulse quando un individuo infetto tossisce o starnutisce, il Coronavirus di Wuhan è considerato altamente infettivo e il numero di casi confermati è aumentato ogni giorno dalla data della sua identificazione. «È decisamente molto trasmissibile e quasi sicuramente si trasformerà una pandemia» ha scritto sul New York Times il dott. Anthony S. Fauci, direttore del National Institute od Allergy and Infection Deseases negli Stati Uniti.

Sin dal giorno dello scoppio del contagio, numerosi enti sanitari nazionali hanno rilasciato una guida per i professionisti dentali e i medici proprio relativamente al Coronavirus di Wuhan. Ad esempio, il Public Health England ha creato una pagina web che, tra le altre indicazioni, raccomanda di isolare e non visitare fisicamente ogni paziente che ragionevolmente si sospetta abbia contratto il virus e l’Australian Dental Association ha fortemente appoggiato l’uso di un accurato controllo delle infezioni e delle misure igieniche negli studi dentistici.

Nel frattempo, il team organizzativo responsabile dell’International Exhibition and Meeting (IDEM) ha rassicurato i partecipanti e gli espositori che l’evento continuerà a tenersi a Singapore dal 24 al 26 aprile 2020. «Continuiamo a monitorare attentamente gli sviluppi riguardanti la diffusione del Coronavirus e verranno messe in atto tutte le misure precauzionali presso l’IDEM»  hanno dichiarato in un comunicato via email gli organizzatori dell’evento.

«In caso di insorgenza di una vera e propria pandemia, potremmo rivalutare la nostra posizione rispetto all’organizzazione dell’IDEM e vi terremo tempestivamente informati su eventuali aggiornamenti» hanno continuato. La World Dental Federation (FDI), che ospiterà il prossimo settembre il congresso mondiale del settore dentale a Shanghai in Cina ha anche rilasciato un aggiornamento per quanto riguarda la sua strategia. “La sicurezza e la protezione di tutti coloro che parteciperanno al World Dental Congress  rimane sempre la nostra principale preoccupazione” ha affermato l’FDI.

«Continuiamo a monitorare gli sviluppi in Cina e siamo in stretto contatto con i nostri partner locali per valutare quotidianamente la situazione. Attualmente si prevede che il congresso si riuscirà a svolgere come previsto» ha continuato. Gli effetti del Coronavirus di Wuhan sono stati avvertiti anche da alcune delle maggiori aziende del settore dentale. Come riportato da Dental Tribune International, il produttore di allineatori trasparenti Align ha annunciato in una recente teleconferenza che prevede di vendere tra i 20 mila e i 25 mila allineatori in meno nel primo trimestre del 2020 a causa della diffusione del virus. Gli ulteriori costi associati al calo della produttività negli stabilimenti cinesi di Align si dovrebbero aggirare tra i 3 e i 4 milioni di dollari.

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