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L’imaging a infrarossi a breve lunghezza d’onda mostra il potenziale per il rilevamento di lesioni cariose secondarie

Uno studio recente ha dimostrato che l’imaging a infrarossi a breve lunghezza d’onda ha una promettente applicabilità clinica per il monitoraggio dell’attività delle lesioni cariose secondarie (Immagine: Pavel Ignatov/Shutterstock).

SAN FRANCISCO, USA: Un’accurata valutazione dell’attività, della profondità e della gravità delle lesioni cariose è importante per i medici per decidere se è necessario un intervento. In un recente studio, un gruppo di ricerca dell’Università della California San Francisco (UCSF) ha valutato se l’infrarosso corto (SWIR) e l’imaging termico possano essere utilizzati per diagnosticare accuratamente l’attività delle lesioni carie secondarie. Mentre studi precedenti su queste tecniche hanno mostrato risultati promettenti per la valutazione dell’attività della lesione, questo è stato il primo studio ad indagare l’uso dell’imaging termico per le lesioni cariose secondarie.

Negli ultimi anni, l’uso frequente di materiali di restauro dentali shade-matched e radiopachi atti a sostituire la struttura cariosa dei denti dopo la preparazione della cavità ha portato ad un aumento significativo delle lesioni cariose secondarie. Lo scarso adattamento dei materiali a legarsi alla struttura dentale consente ai fluidi e all’acido batterico di sfuggire, con conseguente demineralizzazione della struttura dentale sotto l’otturazione e la formazione di carie secondarie.

«I dentisti ora passano più tempo a sostituire le otturazioni fallite rispetto ad effettuarne di nuove a causa dei problemi di adattamento dei materiali di incollaggio alla struttura del dente», ha commentato in un comunicato stampa l’autore dello studio Dr Nai-Yuan N. Chang del Dipartimento di Scienze Dentali Preventive e Restaurative dell’UCSF.

Il Dr Chang spiega: «I metodi tradizionali basati sulla sensazione tattile tramite un’esplorazione dentale e l’ispezione visiva basata su texture e colore sono altamente soggettivi e inaffidabili. Tuttavia, attualmente non esiste una tecnologia di imaging dentale consolidata in grado di fornire informazioni diagnostiche con elevata specificità e sensibilità quando si analizza l’attività cariosa».

Entrambe le tecniche di imaging sono state utilizzate per determinare il tasso di perdita di fluido dai denti, effettuate tramite asciugatura ad aria. Ciò aiuta a determinare l’attività delle lesioni perché gli strati esterni delle lesioni attive sono più permeabili rispetto alle carie arrestate ed ai denti sani. Per lo SWIR, le lesioni attive possono essere rilevate osservando i cambiamenti nella riflettività dello SWIR mentre il dente si asciuga. L’imaging termico si basa sulle variazioni di temperatura che riflettono la quantità di acqua che si diffonde dalla superficie delle lesioni attive durante l’evaporazione rispetto alle carie arrestate ed ai denti sani.

Nel valutare l’affidabilità e l’accuratezza di SWIR e immagini termiche nel rilevare le lesioni attive, i risultati di questi metodi sono stati confrontati con le misurazioni di struttura, profondità e gravità della lesione mediante tomografia a coerenza ottica (OCT), una tecnica che utilizza luce infrarossa (near-infrared) per produrre immagini 3D ad alta risoluzione, e di micro-CT.

I risultati dello studio hanno dimostrato che l’imaging SWIR ha superato l’imaging termico complessivo nelle analisi delle lesioni cariose secondarie sulle superfici coronali. L’imaging termico ha funzionato bene nell’identificare le fessure, cioè le aree di microleakage, tra materiale composito e struttura del dente, ma talvolta ha prodotto risultati errati per quanto riguarda l’anatomia occlusale complessa e le fessure delle interfacce che tendono a trattenere l’acqua, poiché ciò ha interferito con la disidratazione termica. L’imaging SWIR è meno soggetto a tali interferenze, in quanto è in grado di distinguere materiali compositi, struttura del dente sano e lesioni con elevato contrasto. Nonostante la complessa geometria e topografia di alcune lesioni, SWIR imaging ha esaminato la permeabilità con quasi la stessa precisione del OCT.

Gli autori hanno concluso che i risultati «dimostrano ulteriormente il potenziale della riflettività SWIR e dei metodi di imaging OCT per il monitoraggio clinico dell’attività di lesioni cariose secondarie». «Il nostro lavoro rappresenta ulteriori step di sviluppo per soddisfare la necessità di una migliore diagnostica », ha sottolineato il dottor Chang.

Lo studio, intitolato “Assessment of the activity of secondary caries lesions with short-wavelength infrared, thermal, and optical coherence tomographic imaging”, è stato pubblicato nel numero di gennaio 2023 del Journal of Biomedical Optics.

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