L’Unidi, Associazione rappresentativa delle aziende del dentale e DDS società scientifica che funge da coagulatore d’interessi e punto di riferimento per gli attori del digitale, hanno unito i loro sforzi nella organizzazione di Expo3D, evento dove i professionisti avranno modo di ascoltare le novità e gli aggiornamenti sul digitale, vedendo direttamente le apparecchiature e i software in azione.
«Che il digitale stia portando grandi cambiamenti nel mondo del dentale, è ormai cosa nota. Per i professionisti del dentale adeguarvisi è indispensabile». Inizia così un’approfondita nota di presentazione del prossimo Expodental Meeting (Expo3D) in programma a Rimini dal 19 al 20 maggio Un’edizione speciale perché tra i suoi momenti clou prevede l’esposizione completa delle tecnologie disponibili sul mercato e un ricco programma di eventi e workshop sul tema.
Il passaggio al digitale, infatti, non è solo conveniente ma inevitabile. Si prevede che entro pochi anni tutti gli operatori, sia clinici che tecnici dovranno accostarsi ad esso, quindi è bene farsi trovare pronti: «Chi ne resta fuori rischia di non essere più competitivo sul mercato – sottolinea la nota UNIDI – o di offrire un prodotto di qualità inferiore, dal momento che questa “tecnologia fa incrementare lo standard di qualità e ridurre i tempi operativi».
L’intero flusso digitale sarà messo in mostra per la prima volta in Italia in uno dei padiglioni di Expodental Meeting che ospiterà un’esposizione completa delle tecnologie disponibili sul mercato, con un ricco programma di workshop ed eventi sul tema. «Verranno poste in evidenza – dice il comunicato – le tre principali fasi del flusso di lavoro digitale: dall’acquisizione dell’immagine alla produzione del manufatto passando attraverso la scelta dei materiali e dei software di lavorazione. Obiettivi? Fare chiarezza sui dispositivi e le procedure, mostrare le nuove tecnologie in azione e fare formazione».
In tale occasione si chiariranno le idee su quali siano le apparecchiature presenti sul mercato, sul come dialogano, fino ad avere gli strumenti per il passaggio al digitale nell’ambito di un progetto scaturito dalle Aziende, dalle principali Associazioni di settore e dagli esponenti più in vista della materia. La nota riporta alcune considerazioni di Carlo Mangano, della Digital Dentistry Society, sui passi da compiere per digitalizzarsi. Cita la CBCT, “sicuramente uno degli strumenti che aumenta in maniera esponenziale la capacità di diagnosi, semplificando la progettazione terapeutica”. Anche nel caso d’innesti ossei “personalizzati” si utilizzano le immagini fornite dalla CBCT rielaborate fino alla ricostruzione 3D dei mascellari sulla quale viene evidenziata con precisione la quantità di osso mancante e la forma che deve avere il sostituto osseo da inserire.
Con analoga importanza opera alla CBCT lo scanner intraorale, strumento di lavoro per la presa dell’impronta, che migliora la comunicazione col paziente, permettendo di accedere al flusso di lavoro digitale con vantaggi significativi di tempi e costi. Anche la tecnologia degli scanner intraorali sta diventando più efficiente e si cominciano a vedere i vantaggi che ha da offrire. I benefici delle impronte digitali paragonate con quelle tradizionali sono oggi ben documentate e soprattutto semplificano anche la comunicazione e le fasi di lavoro fra lo studio ed il laboratorio odontotecnico.
«Questi due strumenti, CBCT e scanner intraorale rappresentano il primo investimento che uno studio odontoiatrico dovrebbe affrontare ma i benefici saranno evidenti, immediati e propedeutici». In conclusione dalla qualità della formazione offerta ai professionisti dipenderà in gran parte la rapidità con la quale i clinici modificheranno il proprio modo di pensare e lavorare, per adattarsi ad un nuovo affascinante scenario fatto di scanner, CBCT, software CAD/CAM, fresatori, stampanti 3D e stereolitografi.
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