Intervista al Dott. Sean K. Carlson.

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Le tecnologie tridimensionali diventeranno lo standard di cura

Nathalie Schüller, DTI

Nathalie Schüller, DTI

ven. 10 maggio 2019

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Intervista al Dott. Sean K. Carlson.

Professore Associato di Ortodonzia presso la Scuola di Odontoiatria Arthur A. Dugoni della University of the Pacific a San Francisco e possiede uno studio privato a Mill Valley, entrambi in California negli Stati Uniti, Carlson è anche un ricercatore senior del Craniofacial Research Instrumentation Laboratory presso la scuola dentale. Tiene conferenze a livello nazionale su una varietà di argomenti clinici e teorici, con particolare attenzione all’imaging 3-D in ortodonzia. Il suo obiettivo principale è l’uso della tecnologia informatica per migliorare il modo in cui studiamo, insegniamo e pratichiamo l’ortodonzia. Durante l’EAS Spring Meeting, Carlson ha condiviso alcuni dei suoi pensieri su come apportare cambiamenti alla tecnologia 3-D in ortodonzia, sull’uso di aligners trasparenti e su come trattare l’apnea notturna.

Perché ha scelto di specializzarsi in ortodonzia? Il suo bisogno di creatività ha avuto qualcosa a che fare con la sua scelta?
Ovviamente! L’ortodonzia è incredibilmente creativa e penso che, a seconda del tipo di ortodontista che vuoi diventare, hai la possibilità di esprimere la tua creatività in un modo che è difficile da trovare in altre professioni. L’assistenza sanitaria mi ha sempre attratto; sono di natura una persona molto altruista e mi
piace aiutare le persone, quindi tutto si è incastrato perfettamente quando ho scelto la strada dell’ortodonzia.
È una professione molto chiara nel settore sanitario: i tuoi pazienti non sono veramente malati, ma li stai aiutando con le tue capacità ingegneristiche e le relazioni spaziali, che mi hanno sempre interessato, e in questo modo tutto è combaciato perfettamente con i tratti della mia personalità e non ho mai trovato niente di più interessante.

Cosa intende quando dice che, a seconda del tipo di ortodonzia che pratica, può esprimere al meglio la sua creatività?
Penso che ci siano sia ortodontisti creativi che non. Alcune persone seguono le regole, seguono ciò che è stato fatto prima e non pensano mai con la loro testa e, nel farlo, ripetono semplicemente ciò che è già stato fatto. Questo va bene, ma così facendo la specialità non fa mai dei passi avanti. Se hai intenzione di essere creativo, il tuo compito è quello di trovare il livello successivo, trovare e superare l’orizzonte, ma non tutti vogliono farlo perché è impegnativo.

Ha parlato del fatto che l’altruismo è importante per lei. Come possiamo applicarlo in ortodonzia?
Restituire è essenziale e penso che bisognerebbe farlo in ogni occasione possibile, e penso anche che dare un valore al servizio erogato sia molto importante. I medici tendono a pensare che avere cura significhi fornire un trattamento gratuito. Non è corretto. Le relazioni umane si basano sullo scambio reciproco. Se ci si aspetta di dare con nulla in cambio, le persone non apprezzeranno ciò che stanno ricevendo. Ciò non significa che bisogna ignorare le persone meno fortunate; infatti ho un debole per i programmi che aiutano i pazienti che non possono permettersi trattamenti.

Nella sua presentazione, la dott.ssa Melissa Shotell ha affermato che solo il 20% dei dentisti usa la tecnologia CAD/ CAM e il dott. Adriano Marotta Araujo che solo il 10-20% usa gli aligner. La tecnologia tridimensionale è al centro dei suoi trattamenti, forse anche dei suoi insegnamenti e della sua ricerca. Perché pensa che così tanti dentisti non usino queste incredibili tecnologie e come potremmo cambiare questa tendenza?
Ci sono due motivi principali per cui le persone non le usano: costi ed esperienza, o la mancanza di quest’ultima. Oppure non vogliono pagare, il che ci riporta alla nostra discussione sul servizio con l’ortodonzia. Anche se la tecnologia è ottima, come una fotocamera CAD/CAM 3D o un dispositivo CBCT, se pensi che sia troppo cara troverai qualsiasi scusa per non usarla. Di conseguenza, la sfida con questi nuovi tipi di tecnologie è che le persone non ne capiscono il valore finché non hanno pagato per possederle. Una volta entrati nelle nuove tecnologie si rendono conto che non si può vivere senza, e a quel punto il prezzo non ha più importanza; ma far arrivare le persone a quel punto è la vera sfida.

Un altro motivo è la curva di apprendimento di queste nuove tecnologie. Imparare a usare il CAD/CAM per produrre corone utilizzando frese 3D, oppure a usare immagini senza impronte o CBCT, risulta essere difficile; c’è bisogno di pratica ed è un duro lavoro. Molti dentisti e ortodontisti sono molto “comodi”; abbiamo una vita molto facile, quindi perché renderla difficile?
Quello che penso è che usiamo scuse per evitare di spingerci oltre nonostante le difficoltà, e questo soffoca i nostri progressi. Ma ci saranno sempre dottori che capiscono che spingersi oltre, rompendo i muri delle difficoltà del caso e uscire dalla confort zone, per diventare migliori deve essere una costante ricerca nella pratica quotidiana. E se lo fai, adotti queste nuove tecnologie molto più rapidamente e finisci per essere tecnologicamente all’avanguardia. Queste tecnologie diventeranno lo standard di cura; non ci sono dubbi a riguardo. Ci vorranno solo una o due generazioni perché ciò accada.

Dato che lei insegna, potrebbe darmi ragione a supporre che la prossima generazione non avrà intenzione di fare pratica senza tecnologie 3-D, giusto?
Non c’è ombra di dubbio che i miei studenti capiscano questi tipi di tecnologie dieci volte meglio di un ortodontista esperto che ha 50 anni e ha un tempo di adattamento alle nuove tecnologie decisamente lungo, perché lui o lei, come il resto di noi, è davvero molto “comodo” e non ha intenzione di affrontare delle difficoltà. I giovani dottori lo capiscono e sono molto avidi di sapere. La sfida per loro è il costo, perché hanno paura di non essere in grado di permettersi economicamente materiali e macchinari. Penso che i giovani studenti che capiscono che questa tecnologia è necessaria prospereranno, ma gli studenti che si concentrano sul problema dei costi finiranno per ostacolare la crescita della loro pratica e saranno cinque anni indietro rispetto a chi li usa. Quindi, molto riguarda la paura. La risposta principale alla sua domanda è che le persone sono spaventate e che questo è normale perché è nella natura umana; non ci piace il cambiamento, nel posto in cui viviamo, nelle relazioni o nella carriera. Tutto ciò che è sconosciuto è spaventoso e difficile. Per natura, gli esseri umani non amano il dolore, quindi questo è ciò che sta trattenendo le persone.

Al giorno d’oggi ci sono molte aziende sul mercato e la concorrenza farà abbassare il prezzo, non crede?
Sì, questa è una possibile risposta, ma non quella reale. Ridurre i costi non è il modo per far sparire la paura. Un esempio è la CBCT. Quando ci sono entrato, circa 12 anni fa, era molto costosa e non c’era istruzione disponibile – a quei tempi era come tuffarsi da una scogliera. La mia prima macchina CBCT è costata oltre 200.000 dollari americani ed erano veramente molti soldi! Adesso puoi comprarne una a molto meno; quindi sì, il costo scenderà sempre con i progressi tecnologici. Ma aver visto qualcosa che offre tante nuove possibilità, e avere avuto quella intuizione dopo aver visto per la prima volta ciò che la CBCT poteva fare, ha rappresentato per me un punto di non ritorno; ho dovuto averla. Il valore ne ha superato il costo; non avrei potuto praticare coscientemente senza averla, perché ormai sapevo che era là fuori ed ero a conoscenza di come poteva migliorare i trattamenti e le cure che stavo dando ai miei pazienti.

Gli aligners non sono adatti a tutti. Può dirmi quando non li vede come possibilità di trattamento e se li usa come parte di un piano di trattamento ibrido?
La mia pratica tratta esclusivamente i bambini – una decisione consapevole che ho preso quattro anni fa quando ho deciso di impegnarmi in quello che ero veramente bravo e amavo davvero, ovvero costruire volti e morsi giovani che sono sani e che possano durare una vita intera. Faccio molti trattamenti di sviluppo e molti trattamenti a due fasi. Pertanto, ho interventi molto piccoli, spesso in bambini di età compresa tra 7 e 10 anni, in cui sviluppiamo ossa facciali, correggiamo la larghezza della mascella e consentiamo alla dentatura di erompere abbastanza dritta. Ripulire con apparecchi fissi convenzionali per ottenere un’occlusione perfetta è ciò che facciamo nella nostra seconda fase, che di solito avviene intorno ai 12 anni. Concettualmente, puoi farlo con qualsiasi dispositivo, quindi non importa se si utilizzano apparecchi o aligners linguali o labiali; si tratta solo di sapere qual è il tuo obiettivo e come arrivarci, e assicurarti di valutare i risultati ottenuti per ottenerne uno finale che sia buono e stabile. Pertanto, finché si presta attenzione, è possibile utilizzare qualsiasi cosa. Personalmente, non uso la terapia di allineamento molto semplicemente perché ciò che funziona bene per la mia pratica sono gli apparecchi labiali convenzionali, che sono attivi per brevissimi periodi. Per il mio modello di pratica, è molto efficiente ed è l’unica ragione per cui lo faccio in quel modo. C’è sicuramente qualcuno che ha una pratica esattamente come la mia e lo fa completamente con aligners; è solo che non è quello che io ho sviluppato negli anni. Se pensassi che sarebbe molto meglio per la mia pratica passare agli aligners, vorrei spingermi oltre la zona confort di cui parlavamo prima e lo farei. Per adesso nessuno dei miei pazienti ha ottenuto risultati notevolmente distruttivi con quello che ho fatto finora, e non ci sono risultati che io non riesca a ottenere con il mio modo di lavorare.

Bene, ma li usa in casi particolari o combinati con apparecchi fi ssi convenzionali? Pensa che un giorno sostituiranno gli apparecchi convenzionali?
Molto dipende dall’area in cui si vive e dalla domanda. Nella mia zona, una comunità molto ricca con un alto reddito discrezionale e un’alta istruzione, e dato che tratto bambini, la domanda di aligners non è così alta. Gli apparecchi fissi convenzionali spariranno completamente? Forse, ma penso che dal momento che ci sono ancora alcune difficoltà con gli aligners, gli apparecchi convenzionali sono leggermente migliori in alcuni casi. Non penso che sarà un gioco o-tutto-o-niente; dipende solo dal tipo di pratica che hai.

Nella presentazione, ha parlato di una diminuzione del 91% dell’indice di apnea-ipopnea con espansione mascellare e rimozione di adenoidi e tonsille. È una possibile soluzione al russare sia per i bambini sia per gli adulti?
Se si riesce a identificare e rimuovere quei tessuti, è utile. Penso che, almeno negli Stati Uniti, le adenoidi e le tonsille siano molto più trascurate rispetto agli anni ‘70. Credo che alla fi ne degli anni ‘70 o agli inizi degli anni ‘80, venne pubblicato uno studio che affermava che l’infezione ricorrente non era un motivo per rimuovere le adenoidi e le tonsille, così i medici decisero di non farlo più e l’assicurazione non la coprì così prontamente. Ciò che non sapevano in quel momento era che tutti questi problemi respiratori erano dovuti anche all’ostruzione nelle aree delle adenoidi e delle tonsille. Probabilmente trascurarono il fatto che molti di questi bambini soffrivano di respiro disordinato del sonno a causa delle loro tonsille e adenoidi. Se si riesce a identificare questo problema per questi bambini rappresenta un cambiamento di vita, e penso anche che trascurarlo implica la perdita di un enorme beneficio per la salute dei propri pazienti, e quindi credo che tutti noi dovremmo considerarlo.

L’espansione o la rimozione delle tonsille e delle adenoidi curano l’apnea notturna?
No, poiché è una malattia molto complessa. Realizziamo numerose prime espansioni nella mia pratica, chiamata espansione palatale rapida, che è la distrazione suturale della mascella, per migliorare la larghezza delle ossa mascellari, e l’uso di dispositivi di ancoraggio temporanei per produrre mascelle più grandi è diventato molto comune anche tra gli adulti. Ci sono molti studi in letteratura che mostrano un aumento del volume delle vie aeree superiori con l’espansione mascellare, quindi fisicamente, si crea uno spazio aereo più grande. Ciò non è necessariamente correlato alla cura dell’apnea del sonno. Per alcuni pazienti con problemi strutturali migliora enormemente la qualità del sonno e, talvolta, è possibile eliminare gli apparecchi intra-orali. Se si riesce a dare beneficio a molti pazienti con la consapevolezza che è impossibile curare e dare benefici a tutti, allora penso che sia una cosa importante da fare. Penso che quello che sta succedendo, almeno negli Stati Uniti, è che le persone stanno cercando di renderlo un argomento o-tutto-o-niente. O funziona al 100% e cura tutti, o sicuramente non funziona. Il problema è che non è mai così facile. Biologia, sanità e medicina non sono mai così facili. Ottenere uno studio che ti dica che o è in un modo o è nell’altro non è il modo in cui funziona la ricerca; non otterrai mai la risposta da un solo studio, ma la maggior parte delle persone ragiona per “o è nero o è bianco”.

L'articolo è stato pubblicato su Dental Tribune Italian Edition n. 5/2019

 

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