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TÜBINGEN, Germania: esaminando i fossili di molari attraverso un’analisi della loro micro usura, un team internazionale di ricercatori ha tratto conclusioni sulla vita e dieta degli uomini di Neanderthal e del paleolitico superiore. Le scoperte gettano infatti nuova luce sulle possibili cause dell’estinzione dei Neanderthaliani. L’analisi della micro usura presuppone l’esame delle caratteristiche del consumo della superficie dentale a livello sub-micrometrico. Valutando il tipo e il grado di usura su 52 molari presi dai resti di individui europei e levantini in 37 siti datati tra 500.000 e 12.000 anni fa, lo studio ha preso in esame l’influenza della dieta sullo sviluppo umano.
I risultati non suffragano la supposizione che i Neanderthaliani fossero refrattari al cambiamento. Al contrario mostrano che la stirpe era in grado di adattarsi ai grandi mutamenti climatici dell’età glaciale. «L’alternanza tra grandi caldi e freddi modificava spesso l’ambiente. A volte l’habitat era quello delle steppe, altre volte c’erano delle foreste» spiega Sireen el-Zaatari dell’Institute of Prehistory, Early History and Medieval Archaeology dell’Università di Tübingen. Nelle steppe i Neanderthaliani mangiavano sostanzialmente carne, in ambienti dominati da foreste, invece, la dieta includeva significative quantità di piante come semi e noci, che producevano schemi di usura più complessi, ha detto el-Zaatari.
Tuttavia, se i Neanderthaliani adattavano la loro dieta alle risorse più facilmente accessibili, gli uomini moderni sembrano prodigarsi di più sull’uso di strumenti per ottenere cibo. È proprio l’uso di questa nuova tecnologia che ha dato all’uomo moderno un beneficio sostanziale sui Neanderthaliani, dicono i ricercatori.
Nonostante la stirpe di Neanderthal abbia progredito con successo nel corso di centinaia di migliaia di anni, è scomparsa al culmine dell’ultimo periodo glaciale, circa 40.000 anni fa, approssimativamente nello stesso momento in cui l’uomo moderno è migrato in Europa. «Se le differenti strategie nutrizionali fossero state già consolidate al tempo dell’incontro ‒ fa notare el-Zaatari ‒ l’uomo moderno avrebbe potuto mantenere il vantaggio».
Intitolata “Neandertal versus modern human dietary responses to climatic fluctuations”, la ricerca è stata condotta dai ricercatori dell’università di Tübingen in collaborazione con i colleghi del Max Planck Institute for Evolutionary Anthropologydi Lipsia, in Germania, con la Stony Brook University e la University of Arkansas di Fayetteville negli Stati Uniti. I risultati sono stati pubblicati online il 27 aprile sul giornale PLOS ONE.
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