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12 milioni di italiani senza denti

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ven. 23 febbraio 2024

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Questa la prima sorprendente notizia da “OmniVision Salus”, l’omnibus sulla popolazione dedicato alla salute orale e al sorriso.

La Key-Stone ha lanciato un nuovo progetto denominato “OmniVision Salus”, volto a indagare tematiche relative ad attitudini, comportamenti e salute in ambito dentale, con possibilità di ampliare l’ambito di indagine ad altri aspetti comunque connessi con la salute e il benessere.

Roberto Rosso, Presidente Key-Stone.

Il progetto muove i primi passi con un’indagine sulla popolazione italiana e spagnola, ma mira a diventare in breve tempo un sistema di riferimento a livello europeo. Per approfondire i focus del progetto, abbiamo posto alcune domande a Roberto Rosso, Presidente Key-Stone.

Buon giorno Rosso, ci spiega brevemente qual è il focus principale del progetto e come sarà strutturato?
Il progetto nasce da due fondamentali esigenze: la prima è connessa al nostro obiettivo di costruire un sistema affidabile e permanente di misurazione della domanda odontoiatrica, la seconda è connessa alla necessità delle istituzioni (società scientifiche in primis) e aziende di poter ottenere informazioni su abitudini e comportamenti della popolazione in tempi rapidi e a costi molto contenuti. Veniamo alla prima questione, quella della domanda odontoiatrica, con la premessa che in tutta Europa i dati relativi ad attitudini, comportamenti, bisogni e spesa dei cittadini rispetto alla salute orale sono molto carenti.
Difficilmente vengono misurate con affidabilità la domanda e la spesa odontoiatrica, fatto salvo per alcuni progetti di ricerca europei a cui collaborano gli istituti statistici nazionali, ma con tempistiche di realizzazione e rilascio dei risultati molto lente e con alcune problematiche strutturali. Nel caso italiano, le problematiche dipendono in particolare dalla difformità di interessi tra istituzioni statali, mondo scientifico e ambito imprenditoriale. In Italia possiamo contare sulla Ricerca ISTAT relativa alla spesa delle famiglie; in questo studio si misura solo la spesa e la quantità di famiglie che hanno sostenuto tale spesa, ma con alcune problematiche che rendono lo studio difficilmente utilizzabile per le aziende. Infatti, la domanda rivolta alle famiglie chiede chiaramente di “non includere la spesa per la protesi e per l’ortodonzia se è possibile distinguerle dal resto delle prestazioni”. Ciò implica diverse criticità: viene a mancare una parte importante della spesa odontoiatrica e non vi è certezza che il paziente sappia distinguere la spesa protesica/ortodontica dal resto delle cure. Inoltre, le domande riguardano ciò che il paziente ha speso e non i ricavi delle cliniche dentali, in quanto i pazienti potrebbero essere stati rimborsati o non aver pagato nulla grazie ad assicurazioni o altri piani integrativi. 
Un’altra criticità è rappresentata dal lungo tempo necessario per la diffusione dei risultati: solo nel mese di dicembre 2023 è stato rilasciato il rapporto relativo alla spesa 2022. Inoltre, la ricerca non misura il numero di pazienti che hanno avuto accesso alla clinica dentale ma solo la percentuale di famiglie che hanno avuto una spesa superiore a zero. A questo proposito tutte le ricerche Key-Stone confermano che circa il 10% dei pazienti che si rivolge a uno studio dentistico durante un anno risulta esserci andato gratuitamente per semplici controlli, a volte non remunerati al dentista. Il punto a favore di questa ricerca è la corretta rappresentatività dell’universo di riferimento, ossia della popolazione, anche per gli strati socioeconomici inferiori, che di solito sono molto difficili da raggiungere con i canali di ricerca abituali (telefonici e online).
Sulla base di queste premesse, Key-Stone intende istituire un “Osservatorio Dentale Permanente” che consenta di misurare e tracciare sistematicamente nel tempo valori, volumi e trend della domanda odontoiatrica in Italia. A questo scopo, verranno testate e realizzate adeguate ponderazioni dei risultati, che tengano conto sia della situazione della popolazione meno abbiente non raggiungibile dai sondaggi, sia della domanda di materiali da parte delle cliniche dentali e laboratori protesici, che l’Istituto misura da anni in modo affidabile e continuativo.  I risultati complessivi, relativi ai dati chiave della domanda odontoiatrica, saranno messi a disposizione gratuita delle istituzioni, aziende e mezzi di comunicazione.
Questi risultati saranno disponibili alla fine del 2024, quando avremo raccolto oltre 10.000 interviste e inizieremo finalmente a fornire un dato basico ma fondamentale: quante persone vanno dal dentista ogni anno, per che terapie, quanto spendono di tasca propria e quanto è in carico al terzo pagante. Il tutto con un tracking trimestrale, perché ogni tre mesi intervistiamo tra le 2.500 e 3.000 persone, chiaramente mai le stesse nel corso dell’anno. Visto che abbiamo questa opportunità, questa finestra aperta sul mondo dei pazienti, è possibile valutare anche altri temi, poiché ogni tre mesi un campione di almeno 2.500 persone, perfettamente ponderato dal punto di vista sociodemografico, viene puntualmente intervistato.
Come anticipato, il progetto rappresenta quindi una vera e propria infrastruttura di ricerca di mercato che viene messa a disposizione di operatori istituzionali, scientifici, accademici e imprenditoriali, per essere utilizzata secondo le proprie necessità di conoscenza. In una o più wave c’è la possibilità di inserire domande o sezioni personalizzate ed esclusive, che potrebbero avere carattere del tutto estemporaneo o rilevare informazioni secondo periodicità prestabilite (trimestrali, semestrali, annuali, biennali, etc.), con lo scopo di monitorare KPI strategici per gli operatori coinvolti. Anche in questo caso, il focus del progetto è offrire una forte coerenza di tematiche che raramente si può ottenere dai classici omnibus presenti su mercato, con investimenti molto contenuti considerando le importanti dimensioni del campione.

Quali sono i primi temi su cui si sono concentrate le vostre ricerche?
Nel corso del 2023 abbiamo effettuato due differenti wave di ricerca, la prima su un campione di 3.000 persone e la seconda su uno di 2.500. Queste ricerche pilota ci sono servite per mettere a punto il sistema di monitoraggio della domanda, ma ne abbiamo approfittato per inserire alcuni temi che ci sono stati richiesti da varie aziende. Tra questi, la percezione dei problemi di disallineamento dei denti e l’interesse a effettuare trattamenti con allineatori, la prescrizione di prodotti di oral care da parte di dentisti e igienisti, l’acquisto di questi prodotti nei diversi canali con un focus sulla farmacia, etc. 
Oltre a ciò, abbiamo indagato la tipologia di studio dentistico prescelto, le modalità di scelta dello studio e l’analisi dell’esperienza, la soddisfazione, la propensione alla raccomandazione, la fedeltà, e altre tematiche di interesse, quali notorietà, immagine e posizionamento. In previsione di coprire altre necessità di conoscenza, il progetto prevede di coinvolgere le principali società scientifiche per analizzare temi puntuali relativi a determinate discipline, che possono contribuire a integrare pubblicazioni scientifiche e, soprattutto, a generare contenuti utili alla divulgazione pubblica di tematiche di salute orale, in logica di costruzione di un vero e proprio “osservatorio di salute orale”, la cui autorevolezza è strettamente correlata alla progettazione e supervisione della comunità scientifica.

Sappiamo che una delle prime analisi riguarda una panoramica circa la diffusione dell’edentulia. Ci potrebbe dare qualche dato e anticipazione in merito?
Il tema dell’edentulia è un tema interessante, poiché da un lato evidenzia una problematica diffusa nel nostro Paese, dall’altro mette in luce le potenzialità del mercato implantologico/protesico italiano. Più della metà del campione intervistato, infatti, ha dichiarato di avere uno o più denti mancanti (in media 7, senza considerare i denti del giudizio) e, dunque, si trova in uno stato di edentulia parziale o totale. Ovviamente, l’edentulia è una problematica che incrementa all’aumentare dell’età, quindi c’è una forte correlazione tra i due fattori, ma non solo. È il livello culturale, connesso a quello della scolarizzazione, che maggiormente risulta correlato alla mancanza dei denti.
Abbiamo poi voluto approfondire il tema, indagando la propensione delle persone a voler risolvere la problematica. Ebbene, Il 47% di coloro che dichiarano di essere in una condizione di edentulia non ha ancora risolto la propria problematica con una soluzione protesica. Ciò significa che a un 24% della popolazione adulta, ossia almeno 12 milioni di italiani, mancano dei denti. Di questi, la metà mostra l’intenzione di voler risolvere il problema, mentre l’altra metà si dichiara non interessata, e spesso impossibilitata, a risolvere il problema con una soluzione protesica. 

Come si può osservare dal grafico, oltre all’età degli intervistati anche il reddito familiare e il livello di scolarizzazione influenzano in modo rilevante sia lo stato di edentulia sia l’intenzione di ripristino con una protesi mobile o fissa, o comunque l’interesse a risolvere la situazione di edentulia in futuro. Questo è uno dei tanti temi che vengono e verranno trattati in OmniVision Salus che, anche in collaborazione con istituzioni accademiche e scientifiche, apre una finestra importante sul mondo della salute orale, sulle abitudini dei cittadini e, perché no, sulle dinamiche che caratterizzano sia la domanda di prestazioni che il conseguente business delle aziende.

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