DT News - Italy - “La componente estetica” di Gürel e Coachman: splendida relazione ad AdB 2013

Search Dental Tribune

“La componente estetica” di Gürel e Coachman: splendida relazione ad AdB 2013

Foto: slide della presentazione.
V. Bini

V. Bini

gio. 13 giugno 2013

salvare

Per tutti gli odontoiatri e gli odontotecnici impegnati a professare quotidianamente l’estetica e la cosmesi dentale, questa giornata assume risvolti cronologicamente importanti nella storia dell’odontoiatria.

Tutti noi abbiamo desideri reconditi all’interno del nostro “professional ego”, che talvolta riusciamo a trasformare in realtà oppure che vorremmo render tali ma, in assenza di “quel non so che”, risulta difficile pianificare un modus operandi personalizzato. Galip Gürel e Christian Coachman si sono resi protagonisti di una relazione congressuale che può concretizzarsi in uno step fondamentale della nuova “Odontoiatria estetica”, espressione di arte, percezione visiva e global digital dentistry relativamente a una nuova figura professionale all’interno del team odontoiatrico: lo Smile Designer.
Il dott. Coachman – odontotecnico, diploma di Laurea in Odontoiatria presso l’Università di San Paolo in Brasile – ha presentato un metodo per impostare l’analisi estetica funzionale del sorriso (Digital Smile Design) facendo uso di Keynote, software integrato nella piattaforma Apple che permette di creare presentazioni con tools potenti e intuitivi, la cui peculiarità principale è l’ottimizzazione grafica.
La presentazione ha messo in evidenza i concetti e il protocollo sui quali si basa questo nuovo e moderno approccio diagnostico-progettuale nonché la sua applicazione professionale; le collaborazioni con clinici come il dott. Eric Van Doren (Antwerp, Belgio), il dott. Galip Gürel (Istanbul, Turchia), e altre partecipazioni sparse in giro per il mondo, conferiscono a questa metodologia la possibilità di dimostrarsi utile alle diverse scuole internazionali odontoiatriche di estetica.
Infatti, ha suscitato particolare interesse il modo con cui gli operatori vanno a interagire per uno stesso caso clinico rimanendo seduti presso i propri studi professionali, l’uno in Brasile a San Paolo, l’atro in Turchia ad Istanbul.
Nella pratica, quando un paziente si sottopone a un consulto odontoiatrico per richiedere uno Smile Makeover, lo stesso si ritrova di fronte a una nuova esperienza: cioè, oltre ad essere seduto sulla poltrona del nostro riunito per un esame clinico obiettivo intra ed extra orale, il cui attore principale è il dentista, si ritrova altresì in un vero e proprio studio fotografico con tutte le caratteristiche di un Fashion Professional Photographer. Da questo momento il paziente diventa “modello” grafico, il cui viso mappato secondo canoni e parametri relativi a veri e propri principi di integrazione estetica, verrà successivamente ridisegnato nella sua componente orale e dentale, come un diamante incastonato in un diadema. Una volta tracciate sulla fotografia oggetto del Design le linee necessarie per i riferimenti clinico-estetici, linea bipupillare, piano occlusale, linea mediana e tutti i parametri utili al caso, si può elaborare un primo disegno che sarà oggetto di wax-up. Lo stesso diventerà mock-up, e quindi inserito per addizione sulla dentatura presente al fine di poter verificare l’efficacia del disegno. I relatori, a questo punto, consigliano di fotografare e filmare nuovamente il sorriso del paziente in modo da poter concertare insieme allo stesso pregi o difetti senza però l’uso dello specchio, che peraltro potrebbe sfalsare l’approccio visivo del paziente stesso.
Fatto ciò, gli eventuali difetti e ritocchi possono essere messi in pratica, nuovamente fotografati e scannerizzati con un supporto digitale per poi essere trasferiti a una stampate digitale 3D dalla quale estrarre il modello stereolitografato. Quest’ultimo può essere analizzato dagli operatori per essere revisionato; se questo wax-up digitale ha riscontro positivo dagli stessi, il file può essere inserito come in un programma di fotoritocco all’interno del sorriso precedentemente fotografato, per poi diventare il vero Digital Smile Design customizzato per il nostro paziente. A questo punto, tramite la fase CAM dei processi digitalizzati protesici, possiamo inserire nel cavo orale un mock-up perfezionato relativamente ai materiali, quasi una sorta di prova della sottostruttura, la cui definitiva finalizzazione e realizzazione potrà poi essere ubicata sulla dentatura oggetto di questa trasformazione.
La figura dello Smile Designer, quindi, richiede molte qualità che il clinico brasiliano ha saputo concentrare, supportato dal valido contributo di un professionista del calibro di Gürel. In questa presentazione, comunque, si evince quanto le tecnologie digitali abbiano reso possibile identificare un nuovo percorso professionale per l’odontoiatra estetico; i relatori hanno messo in evidenza che i dati elaborati con Keynote, vengono poi immessi in capienti recipienti virtuali – come Dropbox – al fine di poter essere prelevati a piacere, rielaborati e concertati in una videoconferenza ormai di largo uso come su Skype.
La figura dell’odontoiatra a indirizzo estetico deve quindi comprendere una buona conoscenza dell’arte fotografica, nonché video, considerando il fatto che gli stessi video servono a immortalare momenti preziosi dei pregi e/o difetti di un sorriso, in particolare alla dinamica facciale che spesso la fotografia non riesce ad evidenziare. Oggi la tecnologia digitale offre handycams full frame, il cui fermo immagine può essere elaborato, disegnato, per essere utilizzato e rielaborato da Smile Designer e odontotecnico. Certo, la conoscenza clinica della morfologia e fisiologia del sorriso in tutte le sue componenti deve essere l’elemento basilare per poter utilizzare queste nuove tecnologie e tecniche ormai a tutti noi comuni, considerando che programmi come Keynote sono derivati di software di photo editing che molti di noi usano quotidianamente a costi facilmente accessibili. Senza dubbio vedere che questi prestigiosi colleghi riescono a migliaia di chilometri di distanza, attraverso queste tecnologie, a trasferire dati e a concretizzarli in materiale protesico cosmetico, prodotto finale dell’odontoiatria estetica, suscita un meraviglioso effetto quasi di “onniodontoiatria”, intesa come “possiamo essere ovunque”.
Devo confessare che per me, come per altri che si sono avvicinati al mondo dell’estetica da molto tempo, la qualità della relazione a cui ho assistito non può che invitare tutti i colleghi presenti all’evento a un plauso, che scaturisce soprattutto dal grande impegno dimostrato da Galip e Christian. Personalmente, già quando esercitavo come odontotecnico, la fotografia del sorriso era elemento essenziale, insieme ai modelli in gesso per la pianificazione del caso clinico; ai quei tempi la foto non era ancora digitale ma veniva scattata con una “mitica” Polaroid Medical che, una volta asciutta, doveva subire la pressione del mio pennarello indelebile attraverso un foglio lucido sul quale effettuavo un rudimentale Smile Design a cui seguiva una ceratura e una specie di prototipo, frutto della concertazione tra il sottoscritto, il clinico e il paziente che, come ho già scritto su una mia pubblicazione, è per me il vero “protagonista” della nostra odontoiatria estetica. Sembra di parlare di qualcosa di giurassico; oggi le tecnologia ci offre molte possibilità di migliorare la nostra odontoiatria. Personalmente, da molto tempo mi occupo di predicibiltà e progettazione estetica dei casi clinici con Aesthetic Digital Smile Design, ma oltre a questi grandi esempi sullo stato dell’arte, dobbiamo tener presente quelle che sono le nostre realtà professionali forse un po’ meno internazionali, ma comunque tutte made in Italy (particolare non trascurabile). Dobbiamo ringraziare questi relatori per il contributo da cui tutti noi possiamo prendere spunto per confezionare un’odontoiatria estetica nei fatti e nei mezzi sempre migliore; per quanto riguarda i mezzi, il mio ideale continua ad essere un software facilmente fruibile per chi si avvicina ex novo alla cosmesi dentale, e allo stesso tempo così elaborato per coloro che possono già elaborare dati predicibili, frutto dell’esperienza professionale. Inoltre, il mio sentimento estetico va ad ubicarsi nel desiderio di un’estetica a 360°, cioè la consapevolezza della visione multidisciplinare tra odontoiatra estetico, odontotecnico, ortodontista, implantologo, chirurgo maxillo-facciale e, in moltissimi casi, primi tra tutti, il chirurgo plastico e il medico estetico. Tutte queste figure professionali, secondo me sono in stretta relazione tra loro nella concertazione relativa soprattutto all’analisi estetica, quindi sarebbe meraviglioso che il chirurgo plastico, ad esempio, potesse fare uso dello stesso softw-are; lo stesso Coachman ha affermato che dobbiamo smettere di pensare all’odontoiatra confinato alla sola dentatura, ma bisogna rendersi conto che noi siamo in grado di offrire il nostro contributo relativamente all’estetica e alla fisiologia di tutto il viso; sono assolutamente in accordo con questa affermazione, aggiungendo che proprio per questo motivo la nostra “predicibilità clinico-estetica” è il vero punto cardine dello “Smile Designer”.

 

L'articolo è stato pubblicato sul numero 6 di Dental Tribune Italy 2013.

To post a reply please login or register
advertisement
advertisement