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Il trattamento micro-invasivo degli emangiomi orali effettuato con laser a diodi: due case report

Particolare Fig. 1 case report 1. Aspetto clinico della lesione alla visita iniziale.
A. Albanese, M.E. Licata, G. Campisi

A. Albanese, M.E. Licata, G. Campisi

mer. 19 febbraio 2014

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Il laser a diodi ha come mezzo attivo un semiconduttore ed emette un raggio laser di lunghezza d’onda compresa tra 640 e 1064 nm. Recentemente sono stati messi in commercio laser a diodi con emissione fino a 1400 nm.

I raggi di luce laser a queste lunghezze d’onda vengono assorbiti dalle molecole di emoglobina, melanina e collagene tissutali, di cui sono particolarmente ricchi i tessuti molli. Per questa sua caratteristica, il laser a diodi rappresenta uno strumento eccezionale nella chirurgia dei tessuti molli del cavo orale. Infatti, oltre a possedere un’eccellente capacità di taglio, è in grado di sviluppare un’azione di sigillatura dei piccoli vasi sanguigni, ottenendo così una perfetta emostasi, con conseguente migliore visualizzazione del campo operatorio, riduzione dell’edema post-operatorio ed eliminazione della sutura.

Il laser a diodi può operare in emissione continua o in regime pulsato. In quest’ultimo caso, l’emissione avviene tramite impulsi che si ripetono nel tempo con una frequenza e un duty cycle modificabile. L’interruzione durante la quale il laser non emette impulsi permette il rilassamento termico dei tessuti riducendo il danno termico per i tessuti circostanti. Durante l’irradiazione, l’incremento della temperatura consente di ottenere un’azione di disinfezione localizzata nei tessuti target1. Per le sue caratteristiche di emostasi, il laser a diodi è particolarmente indicato in chirurgia orale per il trattamento delle lesioni vascolari e in particolare degli emangiomi. Inoltre, poiché in molti casi il trattamento di queste lesioni è richiesto per ragioni di ordine estetico, la micro-invasività di questo tipo di chirurgia, associata alla rapida guarigione della ferita chirurgica, fa sì che essa venga scelta quale procedura chirurgica d’elezione2-4.
Lo scopo di questo lavoro è descrivere, attraverso la presentazione di due casi clinici, una modalità di trattamento micro-invasivo degli emangiomi orali attraverso l’utilizzo del laser a diodi.

Procedura operativa
Il protocollo terapeutico prevede una fase di coagulazione per la riduzione delle dimensioni della lesione (opzionale, in relazione alle dimensioni della lesione) e una fase di escissione chirurgica della lesione. Entrambe le fasi sono effettuate utilizzando un laser a diodi a 900 nm, in assenza di anestesia locale. I parametri utilizzati nella fase di riduzione sono di 2,5 W in emissione continua per 90 s. L’irradiazione è effettuata utilizzando una fibra di quarzo flessibile da 300 micron non attivata, posizionata a una distanza di 1 mm dalla lesione. I parametri utilizzati nella fase di escissione chirurgica sono: 3 W in emissione pulsata con un duty cycle del 50%, durata dell’impulso di 20 ms. L’irradiazione è effettuata utilizzando una fibra da 300 micron attivata. Il fascio di luce laser viene orientato tangenzialmente alla lesione e al piano di clivaggio della lesione stessa. Al termine dell’escissione chirurgica il tessuto prelevato viene inviato per l’esame istologico. I pazienti vengono sottoposti a follow-up per la valutazione della guarigione clinica della ferita dopo 7 e 15 giorni. A ogni esame clinico, vengono rilevati i report fotografici.

Case report 1
Una paziente di 53 anni, di sesso femminile, si è presentata presso il nostro ambulatorio di medicina orale per la presenza di una neoformazione localizzata a livello della mucosa geniena retrocommissurale destra (Fig. 1). La neoformazione si presentava di colore bluastro, superficie irregolare, margini netti, base d’impianto sessile. Alla palpazione, la lesione appariva di consistenza molle. Il diametro della lesione era di circa 4 cm. Alla digitopressione, la lesione scompariva. La paziente riferiva che la lesione era comparsa da circa quattro anni, nel tempo era aumentata di volume e occasionalmente sanguinava. La sua maggiore preoccupazione, tuttavia, era di natura estetica e correlata alla deformazione tissutale. Le condizioni di salute generale della paziente erano buone. Dopo l’esame clinico ed eco-doppler, è stata formulata la diagnosi clinica di sospetto di emangioma. La paziente è stata dapprima sottoposta alla fase di coagulazione della lesione (Fig. 2). Dopo 15 giorni, all’esame clinico il diametro della lesione appariva ridotto di circa 2 cm. La lesione è stata quindi sottoposta alla fase di escissione chirurgica (Fig. 3). Non è stato necessario eseguire emostasi né applicare i punti di sutura (Fig. 4). La paziente non ha riferito la comparsa di edema e dolore post-operatorio. Dopo 15 giorni, la lesione risultava completamente guarita (Fig. 5). L’esame istologico ha confermato la diagnosi di emangioma artero-venoso.

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Case report 2
Una paziente di 84 anni, di sesso femminile, si è presentata presso il nostro ambulatorio di medicina orale per la presenza di una neoformazione localizzata a livello del labbro inferiore (Fig. 6). La neoformazione si presentava di colore rosso-giallastro con focali aree brune, superficie irregolare, margini netti, base d’impianto peduncolata. Alla palpazione la lesione appariva di consistenza duro-elastica. Il diametro della lesione era di circa 2 cm. La paziente riferiva che la lesione era comparsa da circa tre anni e nel tempo era aumentata di volume. La paziente, indagata dal punto di vista medico generale, non presentava controindicazioni al trattamento chirurgico. Dopo l’esame clinico ed eco-doppler, è stata formulata la diagnosi clinica di sospetto di emangioma. La paziente è stata sottoposta all’escissione chirurgica della lesione. Non è stato necessario eseguire alcun tipo di emostasi né applicare punti di sutura (Fig. 7). La paziente non ha riferito la comparsa di edema e dolore post-operatorio.
Dopo 15 giorni, la lesione risultava completamente guarita (Fig. 8). L’esame istologico ha confermato la diagnosi di emangioma capillare lobulare.

Discussione
I casi clinici descritti in questo articolo mostrano che il laser a diodi offre la possibilità di trattare agevolmente gli emangiomi orali, sia procedendo direttamente all’escissione chirurgica della lesione (case report 2) sia facendo precedere a questa una fase pre-chirurgica di coagulazione, finalizzata alla riduzione della lesione stessa (case report 1).
In entrambi i casi è stato possibile ottenere una rapida e completa guarigione della ferita, senza ricorrere all’uso di anestetici per infiltrazione e assicurando il massimo comfort al paziente. Infatti, il laser a diodi ha permesso di ottenere una perfetta emostasi senza uso di suture, riducendo il rischio emorragico sia durante la fase intra-operatoria sia durante la fase post-operatoria; in più, la sua precisione di taglio ha permesso di limitare le dimensioni della ferita, con conseguente migliore e più rapida guarigione tissutale. Inoltre, il laser a diodi utilizzato in fase pre-chirurgica, per ridurre le dimensioni della lesione iniziale attraverso l’azione di coagulazione dei vasi sanguigni, ha reso più semplice ed efficace la performance chirurgica.
Si può concludere che il laser a diodi rappresenta uno strumento efficiente e sicuro nel trattamento delle lesioni angiomatose, poiché è in grado di assicurare una completa e rapida guarigione clinica, in assenza di rischi per il paziente.

La bibliografia è disponibile presso l’Editore.

 

L'articolo è stato pubblicato sul numero 1 di Laser Tribune Italy 2014
 

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