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Il raggio laser della Lambda: custode di beni artistici ed efficace strumento medicale

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mer. 5 ottobre 2011

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Impressiona l’elenco e la fama delle opere su cui la società, operante in tutto il mondo per committenti più che prestigiosi è intervenuta in oltre vent’anni di attività

“Dal benessere delle opere d’arte al benessere delle persone”. Se volessimo riassumere in una frase l’evoluzione della Lambda di Vicenza (Italia), società per azioni produttrice di laser tra le prime al mondo, potrebbe essere uno slogan indovinato. Perché fu proprio con la mission, difficile e delicata, di salvaguardare le grandi opere d’arte che, verso la fine degli ’80, ebbe inizio alla Lambda l’utilizzo sistematico e professionale dell’affascinante e misterioso raggio laser. Mediante l’amplificazione della luce attraverso l’emissione stimolata di radiazioni (Light Amplification through Stimulated Emission of Radiations) da cui il celebre acronimo prende il nome, quel raggio sapientemente selezionato, dosato in giusta intensità, consentì infatti agli specialisti Lambda, non solo il monitoraggio e controllo dei parametri fisici che determinano il microclima degli ambienti artistici e museali, ma anche di dare nuovo look e vita ai capolavori del passato.
Impressiona l’elenco e la fama delle opere su cui la società, operante in tutto il mondo per committenti più che prestigiosi (Unesco, Vaticano, Istituto centrale del Restauro, Soprintendenze, celebri musei, ecc.), è intervenuta in oltre vent’anni di attività. Quel raggio vivificante si è soffermato sul celeberrimo Cenacolo di Leonardo da Vinci, ha indugiato sulle trine del Duomo di Orvieto, illuminato la splendida Camera degli Sposi nel Palazzo Ducale di Mantova, spaziato nelle Grotte Vaticane sotto la cupola di San Pietro e in altre cattedrali non meno nobili sparse sul territorio. Ha inoltre frugato sapientemente nelle stanze del Palazzo Reale di Napoli e nelle cappelle del Sacro Monte di Varallo; in Spagna, ha lavorato nella splendida Alhambra di Granada e nelle stanze medioevali del castello di Blois in Francia e di Fénis in Val d’Aosta. Senza dimenticare l’Hermitage a San Pietroburgo (Russia) e non ultimi gli interventi di restauro ai palazzi della Città Imperiale di Pechino (Cina).
Troppo lunga tuttavia sarebbe la lista degli interventi di climatizzazione e di restauro compiuti, a spiegare il successo di un’azienda che ha reso il laser magico strumento di “pronto soccorso artistico”. Constatata l’efficacia vivificatrice del raggio, interessa in questa sede soprattutto appurare perché le sue caratteristiche si attaglino anche e mirabilmente a vari trattamenti odontoiatrici. Esiste infatti un singolare parallelismo tra le qualità del laser restauratore e quello odontostomatologico, puntualizza Pierpaolo Marcon, Amministratore delegato di Lambda. Nel restauro, il laser è lo strumento assolutamente ideale: non invasivo per natura, autolimitante, ha un impatto minimo sulle opere d’arte, rimuove in modo selettivo i segni del degrado presenti sull’opera, rispettandone il substrato, senza entrare in contatto diretto con le superfici. Ne derivano conseguenze preziose: la controllabilità dell’intervento, la valutazione preventiva degli effetti prodotti, l’innocuità sia per l’operatore che per l’ambiente.
Requisiti di gran lunga apprezzabili anche nei vari ambiti in cui si articola l’odontostomatologia. Questa tecnologia rappresenta infatti una soluzione ottimale nel trattamento di molte patologie, soprattutto nella cura dei tessuti molli del cavo orale, garantendo un’applicazione quasi indolore, risultati che durano nel tempo e benefici di immediata evidenza: meno dolore e disagi per il paziente, interventi più celeri con minor uso di anestetici, guarigioni più rapide. Benefici unanimemente riconosciuti e confermati da numerose pubblicazioni scientifiche, che hanno determinato un incremento nella diffusione del laser. Altra conseguenza indiretta (ma certamente non meno apprezzabile a livello individuale) è l’immagine “diversa” che lo studio e il professionista assumono rispetto a quelli che tale strumento non hanno o che (capita più spesso di quanto non si creda) magari lo hanno acquistato ma lo lasciano in un canto a prendere polvere.
Tornando al laser odostomatologico, quando una quindicina di anni fa alla Lambda ci si accorse che le qualità del raggio restauratore ben s’attagliavano ai trattamenti dentali, si decise d’aprire un altro filone produttivo denominato Doctor Smile essenzialmente ispirato al principio del customer oriented, dove si tiene conto soprattutto dell’utente, semplificando quindi al massimo l’uso delle apparecchiature (i laser Lambda hanno al massimo 5 bottoni da schiacciare) e illustrandone le molteplici dimostrazioni teorico-pratiche a congressi, in studio e con workshop. Il problema più attuale per la Lambda, oggi, non è tanto l’eccellenza tecnica, perché, dei livelli di qualità produttiva raggiunti, parlano le commesse che arrivano da tutto il mondo (specie da Usa, India, Russia e Cina), neanche tanto l’elevatezza del costo delle apparecchiature, dato l’ottimo rapporto qualità/prezzo, ma saper trasformare un’indifferenza ancora diffusa per il laser in entusiasmo e la non-conoscenza in pratica quotidiana.
Di qui la vasta campagna di informazione della Lambda in tutta Italia e all’estero: “Abbiamo suddiviso le applicazioni - dice Marcon - per tipologia di intervento, per spiegare ogni operazione singolarmente e dettagliatamente”. Ne fanno fede i titoli dei corsi in progresso in tutta Italia e all’estero: “Il laser nella pratica quotidiana odontoiatrica”, oppure “I benefici dell’odontoiatria laser assistita nella pratica quotidiana”, ma anche il seguito e significativo corso intitolato “Il laser in odontoiatria e nel periorale: protocolli e tecnica per operare in totale sicurezza”, allestiti in collaborazione con università prestigiose. Alla miglior conoscenza e diffusione dello strumento provvedono i product specialists, ossia dimostratori in cui la conoscenza tecnica si accompagna alla formazione clinica, per un’azione di direct marketing che tiene conto di quel che tutti i giorni il dentista fa nello studio e di come lo farebbe se usasse invece il laser.
I corsi sono rivolti a chi non ha ancora esperienze specifiche sull’utilizzo e a chi desidera rafforzare le proprie conoscenze sulle applicazioni cliniche. Durante gli incontri vengono introdotte le proprietà fisiche del laser, le normative sulla sicurezza, analizzato il suo impiego quotidiano nello studio attraverso l’analisi di casi clinici supportati da filmati e anche da interventi alla poltrona. È importante da un lato rafforzare le conoscenze di base sulle applicazioni delle tecnologie laser e soprattutto condividere i benefici in termini di cura del paziente e di opportunità economiche per lo studio odontoiatrico, tenuto conto che nella tecnologia i cambiamenti sono veloci e indispensabili. “Bisogna esser pronti ad accogliere l’innovazione con consapevolezza - dicono alla Lambda - con una corretta e continua formazione che ci permetterà di continuare ad essere il leader nel mercato del laser odontoiatrico”.
 

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