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Il limite terapeutico in parodontologia: una borderline delicata

G. Ricci

G. Ricci

mar. 18 luglio 2017

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Stabilire il limite terapeutico in parodontologia richiede adeguate conoscenze scientifiche, esperienza clinica ed una forte etica professionale.

Consapevole del suo grado di preparazione l’odontoiatra dovrà decidere fino a quale livello confrontarsi con i casi parodontali o quando riferire il caso allo specialista, tenendo presente che ciò non comporta una diminuzione della propria immagine professionale, ma anzi la esalta agli occhi del paziente che ne apprezzerà la correttezza.

A sua volta lo specialista dovrà decidere se e quando effettuare un terapia parodontale complessa in grado di garantire una prognosi favorevole nel tempo. Entrambi questi approcci professionali richiedono una consolidata impostazione etica.

D’altra parte la richiesta sempre più pressante di risultati funzionali ed estetici ottimali richiede un forte impegno quotidiano da parte dell’odontoiatra che difficilmente potrà raggiungere questo traguardo senza l’aiuto di un team specialistico che comprenda parodontologo, endodontista, ortodontista, protesista ed odontotecnico.

Di fondamentale importanza è trattare in modo adeguato sia il parodonto profondo che quello marginale rispettando i tempi e i modi indispensabili per salvaguardare nel trattamento di casi protesici la giunzione dento-gengivale ricostituita mediante metodiche parodontali chirurgiche e non. Il recupero dell’estetica richiede spesso aumenti del volume osseo sia in senso orizzontale che verticale, il livellamento dei margini gengivali e la ricrescita delle papille interdentali.

Il clinico di valore, infine, deve cercare di evitare l’estrazione indiscriminata dei denti naturali per posizionare gli impianti. Il dilemma di tutti i giorni è infatti la decisione sull’opportunità di effettuare una terapia parodontale complessa o procedere all’estrazione dei denti naturali e al posizionamento di impianti. La giusta decisione è dettata da un’accurata diagnosi, da conoscenze scientifiche, dall’esperienza clinica, da una precisa esecuzione del trattamento, ma anche da principi etici.

Questo interessante tema, di impronta squisitamente tecnico scientifica ma con forti riflessi di carattere etico, è stato trattato dall’Autore presso il Congresso degli Amici di Brugg tenutosi a fine giugno a Stresa.

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