MOSCA, Russia: l’effetto di un cambiamento nell’abitudine alla masticazione, nel contesto di pazienti implantari, non è ancora stato sufficientemente studiato. Ora, i ricercatori della Sechenov First Moscow State Medical University e della RUDN University hanno scoperto che un cambiamento nel lato dominante della masticazione, a seguito di un intervento di inserimento di un impianto, può rappresentare la causa del fallimento dell’impianto stesso. I risultati dello studio potrebbero supportare i dentisti nella pianificazione della strategia di profilassi per i loro pazienti.
Grazie alla qualità degli impianti e ai progressi tecnici, l’implantologia dentale ha raggiunto un livello di successo molto elevato e gli impianti hanno un tasso di sopravvivenza intorno al 95%. Le complicazioni tardive sono le uniche questioni ancora preoccupanti.
Queste complicanze sono principalmente associate a microtraumi che si verificano se il carico sull’impianto viene calcolati in modo errato prima dell’intervento chirurgico. Il carico eccessivo provoca la compromissione della giunzione tra metallo e osso, permettendo ai batteri di invadere il tessuto e creare l’infiammazione, come descritto in un comunicato stampa sul recente studio dei ricercatori della ARUDN University. I ricercatori hanno suggerito che potrebbe verificarsi un ulteriore stress sull’impianto se un paziente cambiasse il suo lato dominante nella masticazione durante i primi mesi successivi l’intervento. Secondo il comunicato stampa, il lato masticatorio dominante di un paziente può essere modificato, ad esempio, a causa di un’infiammazione su un dente. Poiché il paziente impiega circa tre o quattro mesi per abituarsi ad un impianto dentale e il lato masticatorio dominante può cambiare in questo periodo, i calcoli fatti sul carico pre-operatorio potrebbero non essere validi.
L’abitudine nella masticazione, un fattore importante per l’adattamento dell’impianto
In uno studio clinico, il team di ricerca ha monitorato il corso di riabilitazione di 64 pazienti che avevano fatto un intervento di inserimento implantare per uno o due denti su un solo lato della mascella. Lo studio intendeva valutare le conseguenze di un cambiamento nel lato dominante della masticazione. Il gruppo di controllo era composto da 56 pazienti che mostravano piccoli difetti nella dentatura della mascella inferiore e che non avevano pregresse malattie dei tessuti duri o molli.
Dei pazienti dello studio, 40 (il 62%) hanno cambiato il loro lato dominante nella masticazione entro i primi tre-sei mesi dall’intervento. I ricercatori hanno considerato questo come un ritorno allo stato che esisteva prima della formazione dei difetti che si sono formati nella dentatura della mascella inferiore. I dati hanno mostrato che dopo l’inserimento dell’impianto, il processo di recupero dell’usuale lato masticatorio dominante, in questi 40 pazienti, è stato accompagnato da un maggiore deterioramento dei risultati complessivi rispetto ai 24 pazienti (38%) che hanno mantenuto il medesimo lato nella masticazione. Da tre a sei mesi dopo l’intervento, i pazienti del primo gruppo erano, per il 22,3%, meno adattati agli impianti inseriti, rispetto al 9,3% del secondo gruppo. Il gruppo di controllo ha mostrato un punteggio medio del 9,6% durante lo studio.
“Un cambiamento del lato dominante nella masticazione è un fattore importante per l’adattamento degli impianti. Secondo il nostro studio, può anche trattarsi della ragione dello sviluppo di processi patologici che alla fine portano alla perdita dell’impianto stesso. I dentisti devono essere consapevoli della prevalenza di questi cambiamenti, considerarli soprattutto quando lavorano ai piani di riabilitazione post-chirurgica e durante i controlli di routine” ha detto il coautore, il prof. Igor Voronov del Dipartimento di Odontoiatria Protesica presso l’Università RUDN.
Lo studio, intitolato “Change in the dominant side of chewing as a serious factor for adjusting the prophylaxis strategy for implant-supported fixed dental prosthesis of bounded lateral defects” è stato pubblicato il 20 agosto 2020 sull’European Journal of Dentistry.
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