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Farronato: “All’insegna di dualismi significativi il congresso SIDO”

m.boc

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lun. 9 novembre 2015

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Sin dalla cerimonia di apertura Giampietro Farronato, presidente uscente della SIDO al 31 dicembre prossimo, ha raccolto, il plauso convinto, non formale, per aver retto con fermezza il timone di una iniziativa articolata come può esserlo il Congresso, 46° edizione, di una delle maggiori società scientifiche italiane, abbinandola ad un’altra iniziativa, assai più complessa come l’Expo 2015.

A misurare la difficoltà organizzativo gestionale dell’evento articolato su due scenari diversi (il MiCo di Milano, ex Fiera Campionaria e l’Auditorium di Expo) bastava forse solo la vista di decine di autobus che nella serata inaugurale di giovedì 29, apertasi con l’alta cucina di Gualtiero Marchesi, si sono avviate dalla Fiera di Milano verso Rho per un cocktail di benvenuto, all’incrocio tra cardo e decumano. Due teatri congressuali importanti, che hanno richiesto, da parte del presidente, un continuo andirivieni, grazie anche ad una due ruote, utilissima per fare da collegamento.

La 46ma edizione del Congresso SIDO tuttavia non è stata solamente contrassegnata dal binomio MiCo/Expo. In realtà i dualismi in questa circostanza sono stati vari come sottolinea lo stesso Farronato nel corso di un’intervista: «Oltre cent’anni fa (1906) a Milano ci fu un’altra Expo mondiale – ricorda ‒ Ma Milano fu anche sede, trent’anni fa, di un Congresso SIDO”.

Il duplice revival, se da un lato dimostra la vivacità della metropoli europea, dall’altro richiama l’attenzione su una società scientifica tra le più dinamiche del panorama medico italiano, che allora scelse l’Università come sede, ed ora grazie al suo dinamismo, ha trovato spazi più ampi capaci di accogliere una massa di soci e visitatori, in netto incremento, come le aziende, «più numerose di quanto ci aspettassimo» ammette con soddisfazione il presidente uscente.

Sul riuscito binomio SIDO/Expo, vantaggioso per entrambi, Farronato si sofferma ancora: «Siamo stati ambasciatori di Expo in varie parti del mondo: due volte in Usa, due volte in Europa (in occasione di eventi ortodontici ndr.) ma siamo anche l’unica società scientifica medica ad avere avuto, dalle 10 alle 17 il Padiglione Italia, quale sede a latere del Congresso».

Forse il binomio più importante tuttavia è quello con la SIdP, in un congresso condiviso, che si coglieva immediatamente nella reception dove due erano i punti di registrazione istituiti: uno per gli ortodontisti l’altro per i parodontologi. Non un segno di divisione, come potrebbe sembrare, ma «un rapporto stretto ed importantissimo» sottolinea Farronato, soprattutto se, come in questo caso, suggellato da relatori di rilievo in di entrambe le specialità. Un binomio che anche il residente SIdP, Tonetti, non ha mancato di sottolineare in un’intervista di imminente pubblicazione.

Al termine di un mandato impegnativo, caratterizzato da un altro grande evento passato, al Museo della Scienza e della Tecnica e all’ex Grattacielo Pirelli, è lecito chiedere se vi sia in Farronato qualche motivo di maggior soddisfazione «Aver perseguito gli obiettivi che ci eravamo prefissati senza tentennamenti – dice ‒ senza deviare dal percorso che ci eravamo imposti».

Nella cornice del 46° congresso internazionale, è avvenuto anche il passaggio di testimone alla presidenza SIDO. Sabato pomeriggio (31 ottobre), il Consiglio direttivo riunitosi in assemblea in una delle grandi sale del MiCo, la Fiera di Milano, location parallela all’Auditorium dell’Expo dove si sono svolti alcuni lavori, Giampietro Farronato, presidente uscente, ha passato idealmente il testimone a Silvia Allegrini che entrerà entra in carica dal primo gennaio. Mentre Ersilia Barbato, Ordinario di Ortognatodonzia alla Sapienza, Roma è stata designata residente a partire dal 2019. In agenda per la neoeletta stanno appuntamenti internazionali di rilievo a Firenze, Città del Vaticano, Cipro e altro ancora: «Vogliamo portare il nome della SIDO in tutti i Paesi del Mediterraneo ‒ dice ‒ l’esperienza ortodontica condivisa servirà a fissare nuovi ponti culturali, ribadendo la mission della Società, che aspira ad essere un grande punto di incontro».

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