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Firenze: a congresso chiuso, bilancio consuntivo del past president Sido, Lanteri e preventivo di Farronato, presidente dal 1° gennaio

I due presidenti al passaggio di consegne
Massimo Boccaletti

Massimo Boccaletti

mar. 14 ottobre 2014

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Soddisfatto del Congresso? Guardando il volto di Claudio Lanteri, presidente Sido giunto al termine del suo mandato, si potrebbe anche usare l’abusata espressione “stanco ma felice!”. Sabato 11 pomeriggio Lanteri ha infatti chiuso un congresso, 45° edizione, che ha bissato e superato i fasti di Torino, dove tutto era filato alla perfezione anche dal punto di vista dell’intrattenimento.

Un solo flash. Chi scrive ricorda il piacevole stupore dei partecipanti (ancor più numerosi quest’anno alla Fortezza da Basso, e più cosmopoliti) nello scorgere, mentre salivano la regale scalinata di Palazzo Madama, una ventina di arpisti impegnati ad accompagnare, con note delicate, l’ascesa verso il salone di gala.

Lanteri conferma in verità la sua soddisfazione, arrivando ad individuarne le cause. «Sono stato ripagato dai numeri» dice, avendo dovuto chiudere le iscrizioni (in questi tempi!) a quota duemila. Soddisfatto anche per l’atmosfera del Congresso: pacata, costruttiva, come è un po’ il carattere di Lanteri. Apprezzata non solo dagli amici, cosa abbastanza scontata, ma da quelli che non avrebbero avuto nessun obbligo di complimentarsi con lui, come invece è avvenuto.

Ultimo ma non meno importante fattore di compiacimento, il livello di scientificità del congresso in generale (e la sua interdisciplinarietà, sottolinea). E non solo perché a nobilitarlo, sono venuti a Firenze mostri sacri come Mc Namara (lectio magistralis d’apertura) e Server (in chiusura). Motivi di soddisfazione per Lanteri sono anche altri: riuscire ad essere “attrattivi” anche verso l’estero e il fatto che a Firenze siano venuti da cinque continenti la dice lunga se l’obiettivo sia stato o meno realizzato. Anche il lavoro sul cambio d’immagine (la ”sorpresa” che aveva più volte annunciato) si sta avverando perché il logo Sido è già cambiato.

Il bilancio del Congresso testè terminato offre lo spunto per un altro, ancor più ampio, relativo alla fine mandato del Presidente . Tra i suoi vanti, Lanteri ricorda alcune innovazioni della tecnica congressuale (visione 3D) , lo streaming in seno al Moip, ossia la divulgazione tra i Paesi del Mediterraneo (tra cui, persino la Russia). Altro merito è l’aver regolamentato, tramite un coordinatore, le domande spesso dispersive che accompagnano le relazioni, attraverso un sistema di risposte via mail. Anche se “past” Lanteri dice di voler continuare a lavorare in seno alla Sido per migliorare la comunicazione interna di quella che lui definisce un’“enorme ameba” di varie anime una “corrazzata” da 4 mila iscritti «che prima conoscevo quasi tutti, ora non più. Lavorerò per intensificare il senso di appartenenza – dice – per far crescere l’orgoglio Sido».

Il passaggio del testimone a Giampetro Farronato, in carica a partire dal prossimo 1° gennaio, offre il destro anche per “tastare il polso” al nuovo presidente, scoprendo obiettivi e principi ispiratori della sua futura azione. Farronato tiene subito a sottolineare l’intensità del programma che attende la Sido e quindi il suo presidente nel prossimo anno: l’International Spring Meeting, il 6 e 7 marzo, ma soprattutto il Congresso del 29-31 ottobre (46° edizione), la cui pregnanza è accentuata dallo svolgersi in collaborazione con la Sidp (Società italiana di Parodontologia) e in concomitanza con l’Expo, quasi a suggellarne la chiusura.

Sul futuro, Farronato dice inoltre che si batterà per far fare alla Sido un passo avanti sul piano internazionale, accentuando l’international Membership che conta già 600 associati stranieri (ultime adesioni 120 dalla Russia, 110 dall’Argentina) grazie allo streaming verso 5 nazioni. Un altro obiettivo che gli molto sta a cuore è l’attenzione verso i giovani per i quali lavorerà «per facilitarne l’attività professionale, dar loro linee guida chiare, incrementare la crescita culturale». Un impegno condiviso, per la cronaca, dai presidenti di molti sodalizi del dentale, preoccupati come sono, del futuro della professione.

 

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