DT News - Italy - Dal Simposio Adriatico a quello Tirreno, ecco il “Meeting Mediterraneo”

Search Dental Tribune

Dal Simposio Adriatico a quello Tirreno, ecco il “Meeting Mediterraneo”

DT Italy

DT Italy

gio. 11 marzo 2010

salvare

I prossimi 16-17 aprile, al Palazzo dei Congressi di Riccione, si terrà il “Meeting Mediterraneo: Sinergie fra protesi, chirurgia ed implantologia nell’era delle nuove tecnologie”, riservato a odontoiatri e odontotecnici.

Dental Tribune ha colto l’occasione per rivolgere alcune domande a Gaetano Calesini e Antonio Barone, presidenti delle associazioni Aiop e Sicoi che, con Antlo-Formazione, hanno ideato e organizzato l’evento.

Perché questo appuntamento interdisciplinare è caratterizzato come “mediterraneo”?
Calesini: Il Meeting Mediterraneo nasce dalla fusione dei due appuntamenti nazionali che l’Aiop organizzava da decenni: il Simposio Adriatico, a Firenze, e quello Tirreno a Pesaro. La decisione di sostituire due eventi dal largo numero di presenze con un solo grande Meeting ha segnato una svolta nelle tradizioni Aiop, originata da considerazioni scientifico-logistiche: offrire un evento formativo di spessore, culturalmente qualificante, correlato ad altre specialità, per limitare il dispendio di risorse per partecipanti, sponsor e tutta la comunità odontoiatrica, impegnata a fronteggiare la moltiplicazione di eventi scientifici e la contrazione di risorse temporali ed economiche. Il meeting è stato battezzato “mediterraneo” dal nome del bacino culla della nostra civiltà. Il MM intende, infatti, porsi come punto di riferimento presente e futuro per l’odontoiatria e l’odontotecnica italiane, ma anche per quella dei paesi ricchi di cultura e in grande fermento scientifico che si affacciano sul bacino del Mediterraneo. Una scelta rivelatasi vincente grazie alla posizione di Riccione, alla ricettività alberghiera, alla modernità e organizzazione della struttura congressuale, piacevolmente raggiungibile a piedi dagli alberghi limitrofi e dal centro. Gli sponsor hanno finalmente un ambiente confacente alle potenzialità, con gradimento dei congressisti e degli stessi sponsor, che hanno confermato e rafforzato numero e partecipazione.

Come è nata quest’idea-collaborazione tra Aiop, Sicoi e Antlo?
Calesini:L’approccio terapeutico multidisciplinare è una delle acquisizioni fondamentali della odontoiatria moderna, soprattutto nei casi implanto- protesici in cui i problemi biologici e biomeccanici si interfacciano con la bionica, quindi direttamente con la tecnologia ingegneristica dei materiali e delle nuove tecniche di acquisizione e manipolazione dell’immagine. Se però non si favorisce il dialogo tra i diversi specialisti impegnati nella terapia, la “multidisciplinarietà” rischia di rimanere un concetto astratto o addirittura di tradursi, nella clinica di tutti i giorni, in complicazioni operative e incomprensioni tra chirurghi, protesisti, odontotecnici e infine pazienti. Se si pensa a quanto sono distanti nella formazione chirurghi orali e odontotecnici, chiamati invece a collaborare strettamente nella pianificazione ed esecuzione dei trattamenti implanto-protesici, ci si rende conto che il programma del Meeting è “rivoluzionario” nella sua semplicità: per arrivare a una felice soluzione clinica è necessario avere percorsi formativi comuni e condividere obiettivi e strategie operative. Infine (considerazione non meno importante), l’idea di un evento comune nasce da incontri con Roberto Cornelini, che condivideva questa visione e ha aderito prontamente alla proposta, e da un’idea del dirigente Aiop Paolo Smaniotto, che ha fortemente promosso la partecipazione dell’Antlo Formazione. Il presidente Antlo Massimo Carmando ha accolto l’invito Aiop-Sicoi ed eccoci qui…

Parlando mesi fa con lo scomparso Cornelini, ricordo l’entusiasmo per questo evento ritenuto molto innovativo. Lei che prosegue il percorso intrapreso dal suo collega, quali elementi/valori ritiene che la Sicoi, di cui ora è il presidente ad interim, intravedeva in quest’appuntamento e quali le aspettative?
Barone: Cornelini ha profuso molte energie per realizzare questo progetto in collaborazione con Gaetano Calesini. In questa formula di condivisione scientifica – in questo caso Sicoi, Aiop e Antlo – aveva individuato il futuro verso cui la Chirurgia orale e tutta l’Odontoiatria si muovono. Il valore aggiunto della manifestazione è individuabile nell’interazione tra figure professionali che insieme pianificano la soluzione terapeutica più adeguata per il singolo paziente. Il progetto consentirà, durante il meeting, di aggregare più specialisti che collaboreranno a discutere in modo critico i parametri per ottenere il successo riabilitativo, con un’ampia visione dal punto di vista del paziente. Per questo meeting mi aspetto e auguro di dare un messaggio clinicamente chiaro e utile all’uditorio.

A partire dalla formula adottata per le presentazioni, si leggono novità nel programma. Per esempio, nella prima parte l’argomento è trattato sempre a quattro mani dal chirurgo e dal protesista e in certi casi c’è addirittura il coinvolgimento dell’odontotecnico. Può commentare questa formula?
Calesini: Già da come è stata formulata la domanda si può individuare una sorta d’antico e diffuso pregiudizio che l’Aiop cercò di sciogliere fin dalla nascita, 31 anni fa, ospitando nella stessa Società scientifica clinici e odontotecnici, convinti allora, ma ancor più oggi, che l’evoluzione della disciplina protesica potesse realizzarsi solo se clinici e odontotecnici l’avessero perseguita in comunione d’intenti e nel rispetto delle aree di competenza. Già dal congresso internazionale, l’Aiop ha unificato i programmi per odontoiatri e odontotecnici, inserendo in quelli scientifici presentazioni tenute da team operativi piuttosto che da singoli operatori. Solo così, considerando che l’operatività in protesi è sempre, come minimo, a “quattro mani”, che diventano sei in implanto-protesi, si arriva a una trattazione completa degli argomenti, fornendo ai partecipanti un ampliamento di orizzonti e un vero arricchimento culturale. Tornando alla propria attività, ognuno deve poter utilizzare operativamente le informazioni avute, interagendo con specialisti parimenti motivati o stimolando al cambiamento i colleghi con cui collabora. Nella costruzione del programma, insieme a Sicoi e Antlo Formazione, si è semplicemente adottato un format congressuale ormai usuale.

Le nuove tecnologie, specie legate alla chirurgia guidata, manifestano un’inversione di tendenza: si parte dal progetto protesico per pianificare la chirurgia implantare, dando nuovo lustro alla figura del protesista, in questi anni un po’ offuscata dal chirurgo. Quali le dinamiche e le “sensazioni” dei chirurghi?
Barone: Non è possibile pensare a una soluzione chirurgica senza una pianificazione protesica del risultato finale. In onestà non penso che il protesista sia mai stato offuscato dal chirurgo. Il Meeting è l’occasione per sottolineare come si possa raggiungere il successo solo con una interazione tra i diversi componenti del team odontoiatrico. La chirurgia orale include l’implantologia, che per essere correttamente eseguita richiede approfondite conoscenze proteiche, esigenza fortemente sentita in tutte le Società Scientifiche, come ad esempio l’American Academy of Osseointegration, i cui programmi culturali sono arricchiti da una nutrita componente protesica. Non ruoli prioritari, ma penso invece che chi voglia raggiungere risultati clinicamente positivi debba avvalersi di approfondite competenze chirurgiche e protesiche.

In qualità di Presidente dell’Aiop, qual è la sua opinione in merito?
Calesini: Premesso che non mi sono mai sentito “offuscato” da nessuno, mi occupo di implanto-protesi dal 1982 e fin dall’inizio ho considerato l’implantologia una disciplina protesica che si avvale di fasi operative chirurgiche, visione largamente condivisa nell’Aiop; del resto in nessuna parte del pianeta alcun paziente si è mai rivolto al dentista per avere impianti: i pazienti protesici chiedono di sostituire i denti. Tuttavia, posso capire cosa si vuole intendere: la moderna implantologia nasce dall’intuizione di un ortopedico, passa attraverso una sorta di monopolio dei chirurghi orali per arrivare ai paradontologi.

 

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

advertisement
advertisement