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Corpi senza nome alla ricerca di una dignità negata

Emilio Nuzzolese, durante la premiazione
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ven. 28 settembre 2018

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Coordinatore dal 2015 del Gruppo internazionale “Forensic Odontology for Human Rigths” l’odontologo forense Emilio Nuzzolese è stato invitato nel giugno scorso dal Comitato Internazionale della Croce Rossa in qualità di esperto di identificazione umana forense a Gandhinagar, dall’Università di Guajrat (India), al Simposio Internazionale di Scienze Forensi Umanitarie e a quello sulla “Identificazione vittime di disastri” a Mumbai (India), organizzato dalla Indian Dental Association.

L’Odontologia Forense è la disciplina che coniuga le scienze odontoiatriche con quelle forensi. Significativo è il suo apporto nel processo d’identificazione di resti umani e corpi senza nome attraverso i rilievi della cosiddetta “autopsia orale”. Senza tralasciare i molteplici accertamenti degni di rilievo nei diversi ambiti di applicazione (stima dell’età attraverso i denti, analisi delle lesioni da morso umano, valutazione medicolegale del danno odontoiatrico e della responsabilità professionale del medico odontoiatra, etc.), i denti e l’odontologia forense concorrono in media nel 60-70% dei casi alla identificazione umana. Eppure, branca molto tecnica, l’odontologia forense non è molto conosciuta persino dagli odontoiatri e sottovalutata anche nelle autopsie giudiziarie volte alla identificazione, con conseguente incremento di soggetti rimasti anonimi nei casi (troppi) in cui l’autopsia orale non venga eseguita oppure è incompleta perché non eseguita da un odontologo forense.

Dr. Nuzzolese, quali sono i metodi per identificare un soggetto deceduto non più riconoscibile?
È previsto l’impiego di dati primari, quali le impronte digitali, il DNA e dati dentali, coniugati con informazioni secondarie, quali tatuaggi, cicatrici, oggetti personali e abbigliamento. Il riconoscimento visivo attraverso i familiari della salma non sempre è possibile né affidabile, sì da richiedere comunque accertamenti tecnici necessari (solitamente il DNA). Nei cd. “mass disaster” affidarsi al solo riconoscimento visivo può determinare imperdonabili errori di attribuzione di identità con immaginabili conseguenze. Basti pensare al clamoroso episodio di non corretta identificazione di due salme nel terremoto di Amatrice del 2016 che determinò lo scambio d’identità di due vittime, di cui una romena.

Quali informazioni provenienti dai denti?
Le vittime di disastri di massa – tsunami, terremoti, uragani e di attacchi terroristici – subiscono alterazioni dei tratti somatici salienti per le quali l’identificazione deve prevedere l’applicazione delle procedure suggerite dall’Interpol. Il metodo odontologico-forense in questi casi è il più economico e tempestivo, ma soprattutto l’unico a permettere la definizione di un profilo generico della salma, che permette di restringere il campo d’investigazione ma anche una più efficace sinergia con le forze di Polizia nell’ambito della ricerca delle persone scomparse compatibili.

L’autopsia orale non deve, infatti, essere confusa con il semplice esame dentale, poiché si tratta di un accertamento molto più tecnico e approfondito che si completa anche della radiologia dentale. Ecco perché l’autopsia orale dovrebbe essere eseguita sistematicamente nei corpi da identificare.

Sappiamo che lei si è attivato per questo…
Sono il promotore di una petizione presso la Commissione per le Petizioni dell’Unione Europea – la N.418/20181 – per l’aggiornamento della raccomandazione UE (99) sulle autopsie medico legali. Si tratta di un documento ormai piuttosto datato (emanato quasi 20 anni fa) che oltre il previsto esame dentale, alla portata di qualunque medico legale, deve essere integrato con l’esecuzione di un’autopsia orale e il coinvolgimento di un odontoiatra esperto in odontologia forense. La petizione è condivisa dal nostro gruppo internazionale “Forensic Odontology for Human Rights” e dal sottogruppo Interpol di Odontologi Forensi.

Su quali soggetti si esercita comunemente?
Dal 1993 oltre 30mila migranti hanno perso la vita nel Mar Mediterraneo, di cui solo poco più di mille sono stati identificati. Ad essi si devono aggiungere quelli non identificati censiti (oltre 1.700) dall’Ufficio del Commissario Straordinario per le Persone Scomparse. Di qui l’importanza di sottoporre ad accertamento autoptico multisciplinare (medico-legale e odontologico-forense) le salme da identificare. E non un’improbabile banca dati del DNA che non risolverà il problema.

L’odontologia forense andrebbe valorizzata anche nell’accertamento dell’età, come nel caso dei minori stranieri non accompagnati, essendo scientificamente dimostrato che sviluppo e maturità dei denti del giudizio avvengono tra i 14 e 22 anni, rappresentando così l’unico distretto anatomico dove poter eseguire esami strumentali per la determinazione oggettiva dell’età anagrafica, pur con le oscillazioni dei metodi impiegati. Il metodo “olistico” per la determinazione dell’età può essere accolto solo se sempre coniugato con gli accertamenti multisciplinari di natura medicolegale.

A questo proposito lei ha parlato di “dignità dei corpi senza nome”. Cosa intende con tale espressione?
I diritti umani fanno capo alle persone e non si estinguono con la vita. Il riconoscimento di un cadavere anonimo attraverso la restituzione dell’identità e un nome, permette a chi non è più in vita, di non vedersi negare la dignità di persona. Solo così quel corpo potrà ricevere un rito funebre coerente al proprio credo religioso in vita e il cordoglio della comunità di appartenenza. Solo attraverso il nome i familiari potranno “elaborare il lutto” ed attivare senza ritardi le disposizioni “post mortem” (es. gli effetti del testamento). Il Gruppo internazionale “Forensic Odontology for Human Rights”, cui aderiscono più di 110 odontologi forensi di 47 differenti nazionalità e l’Associazione di volontariato “Dental Team DVI Italia”, promuovono da anni l’odontologia forense umanitaria per migliori pratiche nell’identificazione. Pur nella triste consapevolezza della perdita di una vita, grande è la soddisfazione degli odontologi forensi nel contribuire all’identificazione di un corpo, senza privarlo della sua dignità attraverso una sepoltura di “cadavere senz’identità”.

1https://petiport.secure.europarl.europa.eu/petitions/en/petition/content/0418%252F2017/html/Petition-No-0418%252F2017-by-Emilio-Nuzzolese-%2528Italian%2529%252C-on-behalf-of-the-Forensic-Odontology-Sub-Working-Group-of-INTERPOL-Disaster-Victim-Identification-Working-Group-and-Forensic-Odontology-for-Human-Rights-Working-Group%252C-on-updating-EU-Recommendation-%252899%25293-on-the-harmonisation-of-medico-legal-autopsy-rules?

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