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Con Giancarlo Pescarmona se ne va l'anima nobile dell'Odontoiatria italiana

Armando Vergnano, Giancarlo Pescarmona, Carlo De Chiesa, Fabio Toffenetti, Franco Brega.
Patrizia Biancucci

Patrizia Biancucci

lun. 26 luglio 2021

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Giovedì 22 luglio, sto lavorando e mi arriva la notizia “Giancarlo Pescarmona è morto”. Mi sento raggelare e in un attimo riaffiorano i ricordi di un Maestro, conosciuto tanti anni fa, sempre affabile, simpatico, gentile, disponibile, con un eterno sorriso sulle labbra e due occhi azzurri che tradivano la voglia di vivere e di fare, all’infinito.

Ci portava a mangiare da Rebu, trattoria familiare inerpicata sulla montagna intorno a Saluzzo, con Alberto Manna, prematuramente scomparso, che suonava la chitarra e ci faceva letteralmente sbellicare dalle risate; e questo dopo una densa giornata di formazione alla Scuola di Saluzzo, meta di colleghi da tutta Italia, quando ancora non esisteva la pletora di corsi di aggiornamento, come adesso, e ci insegnavano a lavorare con passione e competenza. Siamo rimasti sempre in contatto nell’arco di questi 30 anni e nel frattempo Federica diventa mia collega e amica, anche lei carina, brillante, semplice come suo padre.

Penso subito a lei, a come possa sentirsi e la immagino frastornata da chissà quante condoglianze, tempo tolto al dolore che dovrà procrastinare una volta sola con se stessa. Vorrei chiamarla ma, per delicatezza, le mando un whatsapp “Federica cara, ho saputo della terribile perdita. Come sai gli ero affezionata ma soprattutto è tutta l’Odontoiatria italiana, e non solo, a veder svanire Maestri che hanno fatto la Storia, avevano creato la Scuola di Saluzzo, meta formativa di colleghi da tutta Italia, me compresa. Le mie non sono condoglianze formali ma una sincera vicinanza a te, con l’affetto di sempre ti chiamerò ma non adesso”. Invece ci sentiamo, le chiedo due righe per ricordare suo padre, ma alle 7 di mattina mi scrive “Scusa Patrizia ieri è stata una giornata lunghissima, sono crollata stanchissima. Non riesco a mettere insieme i pensieri”. Capisco che non ce la fa. E allora leggo commenti e ricordi sui giornali, sui social e ovunque percepisco che sono sinceri, un Giancarlo molto amato, nessuno l’avrebbe voluto perdere, perché a 83 anni si può ancora vivere bene. Invece è andata così.

Alberto De Chiesa è figlio di quel Carlo che è stato, insieme a Giancarlo, antesignano di una formazione odontoiatrica a tutto tondo, prendendo spunti in giro per il mondo, quando prendere un aereo non era per tutti, fino a portare da noi il grande Peter Thomas, famoso odontoiatra di Beverly Hills, considerato il dentista dei vip di Hollywood. E Alberto, profondamente addolorato, torna ai suoi ricordi di bambino di 11 anni “Giancarlo Pescarmona è un altro personaggio chiave della Storia. Me lo ricordo perfettamente, con la giovane moglie Lilli e la bambina di 3 anni, Federica, che arrivarono a Saluzzo nel giugno 1971. Noi ci eravamo appena trasferiti nella magnifica casa in collina, che papà aveva ristrutturato con tanti sacrifici, ma ancora vuota di mobili. Fu una specie di picnic seduti su delle cassette di legno (non c’era ancora Ikea). Giancarlo aveva appena finito di specializzarsi all’Ecole Dentaire di Ginevra e aveva già acquistato uno studio a Genova dove intendeva trasferirsi. Ma incontrò mio padre a Ginevra ad una conferenza, dove gli fece da traduttore, e dopo pochi giorni venne a trovarlo a Saluzzo. Mio padre gli disse che stava cercando un collaboratore e dopo poche settimane Giancarlo era a Saluzzo con tutta la famiglia, lo Studio di Genova rivenduto, insomma un vero colpo di fulmine e Giancarlo sicuramente fu un altro mattone importante per la costruzione di un sodalizio che durò 30 anni”.

Laureato in Medicina, specializzato in odontoiatria a Genova, perfezionato a Ginevra e poi a Zurigo, Pescarmona, docente all’Università di Digione, non si risparmia andando alla ricerca della “superspecializzazione” in molte università come Los Angeles, Boston, Philadelphia, perché per lui l’America era avanguardia, tecnologia, cultura odontoiatrica e la strada per l’eccellenza.

Fondatore dell’Accademia Italiana di Conservativa insieme a De Chiesa, Pescarmona è stato anche una delle anime degli Amici di Brugg, associazione nata nel lontano 1958, che nella sua storia, dice qualcosa che gli allievi di Saluzzo sanno bene “La vera rivoluzione fu il passare dal mero insegnare al far fare: denti in sapone, montare la diga, cavità, ricostruzioni, tutto guidato da un istruttore ripreso da una telecamera secondo quanto Pescarmona aveva appreso a Ginevra”. Con il preciso intento di curare le patologie dentali, nel senso medico più profondo, Giancarlo Pescarmona ci lascia un grande insegnamento: l’acquisizione delle competenze e delle abilità tecniche ma sempre con lo spirito umano che mette il paziente al centro dei pensieri del medico odontoiatra.

Ciao Caro Giancarlo, voglio salutarti con le parole del tuo caro amico prof. Massimo Gagliani “Con Giancarlo Pescarmona se ne va un’altra parte nobile della moderna odontoiatria di questo Paese. Giancarlo, per tutti era così, sebbene avesse cultura dentale da Professore, si è sempre posto come lo zio buono a una generazione di giovani odontoiatri che cercavano le risposte innovative alle domande cliniche di tutti i giorni. Lo ritroveremo ogni volta che salveremo un dente, ogni volta che ridaremo un sorriso, ogni volta che la parte vera di questo mestiere, ovvero mantenere la salute orale nel modo più dignitoso possibile, affiorerà nel quotidiano. Un po’ più triste senza di lui”.

One thought on “Con Giancarlo Pescarmona se ne va l’anima nobile dell’Odontoiatria italiana

  1. Roberto Bruno says:

    Condoglianze.

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