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Bioestetica: un nuovo approccio al miglioramento del sorriso

Particolare Figg. 1a, b. Immagini preoperatorie di un giovane paziente con diastemi relativamente ampi distalmente agli incisivi laterali. Il caso è complicato da una relazione occlusale non corretta con canini inferiori che riducono lo spazio disponibile per i restauri.
Didier DIETSCHI

Didier DIETSCHI

mar. 22 ottobre 2013

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Un sorriso più attraente, un’estetica dentale migliorata e risultati duraturi sono stati legati per lungo tempo ai restauri in ceramica – come faccette e corone – e rimangono fortemente ancorati nel pensiero dei pazienti e dei clinici.

La moderna tecnologia dei compositi ha però sfidato questo approccio, in quanto essi offrono un eccellente potenziale estetico e una longevità accettabile, con un costo decisamente inferiore rispetto a quello dei restauri in ceramica, sia per il trattamento dei denti anteriori sia per quelli posteriori1-3. Inoltre, i restauri in composito permettono preparazioni minimamente invasive, se non addirittura nulle, per la modifica dell’anatomia esistente o per la sostituzione dei tessuti cariati; questo rappresenta il considerevole vantaggio del “free-hand bonding” anche grazie alla sua relativa semplicità.
Questa ratio è stata il fondamento di un nuovo concetto chiamato “bioestetica” che dà la priorità a procedure additive minimamente o microinvasive al fine di conservare la biologia e la biomeccanica del dente.
Anche se i compositi sono universalmente considerati il materiale d’elezione per il restauro di cavità da piccole a medie di classe III, IV e V, oggi essi possono essere utilizzati in molte più indicazioni, come la correzione di difetti funzionali ed estetici da piccoli a moderati2,3. I recenti miglioramenti delle caratteristiche ottiche e fisiche dei compositi hanno anche significativamente contribuito a semplificare la loro applicazione e a migliorare il risultato del trattamento e la sua predicibilità4-6.
Lo scopo di questo breve articolo è quindi quello di dimostrare le diverse e potenziali applicazioni del composito in quanto moderno materiale estetico da restauro nel contesto di un approccio bioestetico al trattamento.

Rivalutazione dei concetti per la riabilitazione del sorriso: la bioestetica
La scelta del corretto approccio restaurativo (diretto o indiretto, in composito o in ceramica) è stata dibattuta per decenni, con la conclusione finale che la decisione dipende in larga misura dalla formazione del clinico e dalla sua esperienza.
Solo le condizioni “estreme”, come le minime correzioni estetiche di forma e colore o le carie estese in denti non vitali, portano a soluzioni evidenti (rispettivamente restauri diretti o indiretti), mentre la maggior parte degli altri casi si trova in una “zona grigia” che in effetti rende più difficile fare una scelta pertinente. Un approccio semplice ma efficace a questo dilemma si affida a una chiara analisi biomeccanica dei denti potenzialmente coinvolti nel trattamento, combinata con l’usuale analisi estetica e funzionale. Quindi, l’avere come obiettivo primario il rispetto della biologia del dente e la sua conservazione guida il clinico a un percorso decisionale logico, come quello presentato nella Tabella 1.
La filosofia della bioestetica dà la priorità ai miglioramenti chimici del colore (sbiancamento di denti vitali e non vitali, microabrasione), associati a restauri diretti in composito e a restauri adesivi in ceramica per carie più estese, limitando l’uso delle corone totali tradizionali alla sostituzione di restauri esistenti e a poche condizioni di estrema fragilità del dente.
Il concetto di trattamento progressivo presentato nella Tabella 2 riassume quindi la visione moderna dell’odontoiatria estetica restaurativa.

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Nuovo approccio al colore: il concetto di stratificazione naturale
Per diverso tempo, la creazione di restauri diretti perfetti è stata un’illusione a causa delle proprietà ottiche imperfette di molti compositi. Anche oggi, la complessità di alcuni sistemi è spesso associata a concetti di colore che riproducono i sistemi ceramici (che sono applicati in incrementi di spessore totalmente differente) o all’influenza di clinici troppo meticolosi che compensavano le scarse proprietà ottiche dei compositi con intricate tecniche di stratificazione.

Parametri Opzione diretta Opzione indiretta
Dalle faccette alle corone
Età del paziente Più giovane Più vecchio
Dimensione della cavità Più piccola Più grande
Vitalità del dente Vitale Non vitale
Colore del dente Normale Decolorazione non trattabile*
Anatomia facciale Normale Alterata
Numero di restauri Non rilevante Non rilevante
*Uso di trattamenti chimici (sbiancamento vitale e non vitale o microabrasione)    

 Tab. 1 Processo decisionale del trattamento 

Tipo di procedure Procedure tipiche
Non restaurativa Trattamenti estetici chimici (sbiancamenti, microabrasione)
Adesione diretta
Minimamente invasiva Adesione diretta
Faccette ultra sottili
Moderne tecniche inaly e onlay
Micro invasiva Faccette classiche, inlay e onlay
Macro invasiva Corone e ponti


Tab. 2 Moderno concetto di trattamento progressivo e diversi tipi di procedure 

L’utilizzo del dente naturale come modello e l’identificazione delle relative caratteristiche ottiche dello smalto e della dentina (misurazioni tristimulus del colore L*a*b* e percentuale di contrasto) sono stati essenziali per lo sviluppo di materiali per restauro diretto dalle caratteristiche estetiche migliorate4,7-8.
Il concetto di “stratificazione naturale” è un approccio semplice ed efficace per la realizzazione di restauri diretti altamente estetici, diventato ormai un punto di riferimento nell’ambito dei restauri in composito9-12.

 

 

Bibliografia
1. Macedo G, Raj V, Ritter AV. Longevity of anterior composite restorations. J Esthet Restor Dent 2006;18:310-311.
2. Peumans M, Van Meerbeek B, Lambrechts P, Vanherle G. The 5-year clinical performance of direct composite additions to correct tooth form and position. II. Marginal qualities. Clin Oral Investig. 1997;1:19-26.
3. Peumans M, Van Meerbeek B, Lambrechts P, Vanherle G. The 5-year clinical performance of direct composite additions to correct tooth form and position. I. Esthetic qualities. Clin Oral Investig. 1997;1:12-8.
4. Dietschi D, Ardu S, Krejci I. A new shading concept based on natural tooth color applied to direct composite restorations. Quintessence Int. 2006;37:91-102.
5. Magne P, So WS. Optical integration of incisoproximal restorations using the natural layering concept. Quintessence Int. 2008;39:633-43
6. Dietschi D. Optimizing smile composition and esthetics with resin composites and other conservative esthetic procedures. Eur J Esthet Dent. 2008;3:14-29.
7. Cook WD, McAree DC. Optical properties of esthetic restorative materials and natural dentition. J Biomat Mat Res 1985;19:469-488.
8. Dietschi D, Ardu S, Krejci I. Exploring the layering concepts for anterior teeth. In Roulet JF and Degrange M, Editors: Adhesion – The silent revolution in Dentistry. Berlin, Quintessence Publishing, 2000:235-251.
9. Ubassy G. Shape and color: the key to successful ceramic restorations. Quintessenz Verlags, Berlin;1993.
10. Dietschi D. Free-hand composite resin restorations: a key to anterior aesthetics. Pract Periodont & Aaesthetic Dent 1995;7:15-25.
11. Dietschi D. Free-hand bonding in esthetic treatment of anterior teeth: creating the illusion J Esthet Dent 1997;9:156-164.
12. Dietschi D. Layering concepts in anterior composite restorations. J Adhesive Dent 2001;3:71-80.

 

L'articolo è stato pubblicato sul numero 3 di Cosmetic Dentistry Italy 2013

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