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Con l’obbligo introdotto dalle ultime riforme di legge, secondo cui i professionisti iscritti a un albo devono contrarre una polizza assicurativa entro il 13 agosto del corrente anno, la categoria dei medici e professionisti del settore sanitario si trova in grande difficoltà a causa degli ingenti costi previsti per questa operazione.
In Italia, le compagnie assicurative fanno fatica a coprire i danni denunciati e quindi le cifre toccano livelli esorbitanti. Luigi Conte, segretario nazionale della Federazione nazionale dei medici chirurghi e odontoiatri, spiega così il recente sciopero dei ginecologi: “Il costo delle polizze è altissimo, un giovane specializzato in ginecologia arriva a pagare 10.000 euro l’anno, mentre per un primario si sale a 18.000. Cifre che decurtano stipendi bloccati da tre anni e probabilmente fermi per i prossimi due”, e conclude: “Il timore di un contenzioso sempre più alto (+24%) rende concreto il rischio di passare dalla medicina difensiva alla medicina astensionista. In questo contesto si inseriscono le speculazioni: sulla metro e sui bus fioriscono offerte di avvocati che si propongono a chi ritiene di aver subito un danno”.
Secondo Bruno Zuccarelli, Il presidente dell’Ordine dei medici di Napoli, ad avere la peggio saranno i giovani professionisti poiché ritenuti meno esperti, ma contemporaneamente meno in grado di pagare simili cifre, e dichiara: “C’è davvero l’eventualità che giovani, anche meritevoli, fuggano da nostro Paese, depauperando ulteriormente la risorsa intellettuale, di cui abbiamo estremo bisogno”.
Non aiuta nemmeno il clima turbolento causato dalle elezioni, poiché si era recentemente instaurato un dialogo positivo e fruttuoso sia con l’ex ministro Renato Balduzzi che con il segretario generale del sindacato medici italiani Salvo Calì. Si pensava infatti ad un provvedimento mirato per accedere più facilmente a queste polizze, soprattutto per chi esercita nei settori a più alto rischio, e a un Dpr che disciplinasse uniformemente procedure, idoneità e requisiti minimi di queste assicurazioni. Il recente decreto Balduzzi viene messo in stand-by proprio dal politico “passaggio di consegne” e aveva bisogno di essere rivisto sotto numerosi aspetti: non era infatti riuscito a soddisfare, da solo, il bisogno di risolvere il nodo delle rc mediche, così come non lo risolverà l’aumento di denunce per casi di malasanità. Si attende un intervento urgente o una proroga, considerata la vicina scadenza fissata per agosto.
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