La prima conferenza mondiale per l’abolizione del mercurio (Stoccolma, 5-11 giugno 2010) è stata un evento di portata storica, potendosi intravedere una volontà collettiva, nuova coscienza e attenzione nel rispetto della vita umana e dell’ambiente.
Ho avuto l’onore e l’onere di partecipare, fra gli oltre 300 delegati da ogni parte del mondo, unico rappresentante in ambito odontoiatrico dell’Italia e come presidente dell’Accademia Internazionale di Odontoiatria Biologica (Aiob), al Consensus delle Ong (Organizzazioni non governative) ”Working together for a toxics-free future”, coordinato da Ipen (www.ipen.org): un programma denso di contenuti e contributi.
La considerazione fondamentale è stata che il mercurio non può essere degradato o distrutto e, di conseguenza, per l’estrema tossicità del materiale, le fonti di emissione devono essere limitate o eliminate. Si è spaziato dai progetti di conversione dell’industria per i cloro-alcali in India (3 milioni di tonnellate di soda caustica prodotti utilizzando il mercurio nelle fasi di lavorazione), alla riduzione delle emissioni di mercurio nella combustione del carbone; dal controllo delle emissioni, suggerito nel “Paragraph 29-study”, alle strategie per la riduzione del mercurio nella lavorazione ed estrazione delle miniere d’oro; dalle linee-guida stabilite dalla Convenzione di Basilea per lo smaltimento e la gestione dei rifiuti nel rispetto ambientale, alla rivoluzionaria proposta di “evacuazione ecologica” del mercurio con l’abbandono delle aree e negli impianti dedicati e isolamento in siti geologicamente identificati (rocce multistrato a grande profondità) con livelli di sicurezza tecnologicamente garantiti da strutture e materiali adeguati, impermeabili al mercurio elementare.
La parte più importante della conferenza è stata comunque dedicata all’amalgama dentale che ha stimolato maggior numero di domande e richieste di chiarimenti. In particolare, la relazione della rappresentante Oms, Carolyn Vickees, (“Mercury products in health care”) ha evidenziato come sfigmomanometri, termometri, vaccini, cosmetici e… amalgami, siano prodotti “medicali” contenenti mercurio. Di qui le strategie in attuazione per sostituire tali presidi medicali con prodotti mercury-free.
Numerose città nel mondo e alcuni Stati (come Argentina e Filippine) hanno politiche nazionali per il “Mercury-free health care” e comunque si va verso l’eliminazione graduale, la ricerca alternativa, la prevenzione e l’informazione dei pazienti per una scelta libera e consapevole.
È emersa la differente valutazione fra Paesi culturalmente ed economicamente “strutturati” e in via di sviluppo: nei primi vi è possibilità di scelta fra materiali diversi, con opzione più costosa, ma non tossica. Nei secondi, la scelta è condizionata a monte dal fattore economico, nella scelta del dentista che opta per il materiale “meno caro e più duraturo”. La discussione che è seguita ha evidenziato come, paradossalmente ma in realtà, l’amalgama sia il materiale più caro in assoluto. È pur vero che rappresenta il composto più economico e facile da usare per il dentista, ma anche il più costoso per la salute pubblica per i danni diretti ai pazienti, le conseguenze sanitarie e i costi derivanti per diagnosi e terapia delle gravi patologie conseguenti all’uso delle 300 tonnellate/anno di amalgama, per i danni all’ambiente e i costi di smaltimento.
È stato, infine, posto l’accento sul fatto che gli operatori odontoiatrici, dentisti in particolare, siano i primi veri pazienti e vittime professionali dell’intossicazione cronica da mercurio.
Raimondo Pische
Medico Chirurgo Specialista in Odontostomatologia
Presidente Aiob - www.aiob.it
E-mail: studio.pische@libero.it
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