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Alberto Oliveti parla della nuova ENPAM: “50 anni di sostenibilità, in autonomia”

P. Gatto

P. Gatto

lun. 27 aprile 2015

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Il 28 marzo a Catania, Hotel Baia Verde di Aci Castello, si è svolto il V Congresso Nazionale Odontostomatologico del Mediterraneo organizzato dalla Cao di Catania. Oltre 400 i partecipanti al seminario sull’Enpam: “50 anni di sostenibilità, in autonomia”. Relatori il Presidente Enpam Alberto Oliveti e il Vice Giampiero Malagnino. In occasione Dental Tribune ha intervistato Alberto Oliveti, presidente in carica ENPAM.

Oliveti, ci racconta per cominciare quando è iniziato il suo mandato e quando terminerà?
Sono in carica dal 14 luglio 2012, la data della la presa della Bastiglia, mi perdoni la battuta, e il mio mandato durerà sino a fine giugno 2015, quando sarà approvato il nuovo statuto e potrò quindi indire le elezioni per le nuove cariche. Stiamo aspettando l’approvazione dei Ministeri vigilanti, il Ministero del Lavoro, che ha già approvato, e il Ministero dell’Economia e della Finanza. Allo stato attuale è ancora in vigore il vecchio statuto.

Che cos’è oggi l’ENPAM?
L’ENPAM è il più grande ente previdenziale privato, con un patrimonio di circa 18 miliardi di euro di riserva, superiore a quello dell’INPS. Un ente che, grazie alle riforme fatte nel corso del mio mandato, che hanno messo al centro la previdenza, può garantire un futuro previdenziale sostenibile e sicuro agli iscritti. Oggi, anche se teoricamente non ci fossero più versamenti, saremmo in grado di pagare le pensioni per almeno altri 12 anni ai livelli attuali. Noi abbiamo dovuto garantire 50 anni di sostenibilità al Ministro Fornero, operando la riforma richiesta.

Quali sono state le principali riforme nel corso del suo mandato?
Per prima vorrei ricordare la riforma della gestione del patrimonio, che ha avuto come obiettivo la messa in sicurezza del patrimonio ENPAM. Poi, la riforma previdenziale imposta dalla Legge Fornero. E ancora, la revisione dello statuto, in fase di prossima definitiva approvazione, che garantisce una migliore rappresentatività delle categorie contribuenti. E infine, misure a favore del cosiddetto patto generazionale e del patto di genere, con riferimento alle genitorialità e alla maternità.

Quali sono i criteri che permettono di definire l’ENPAM un ente sicuro?
Il patrimonio senza dubbio, che a seguito della riforma previdenziale che abbiamo dovuto operare continuerà ad accumularsi. Un fattore determinante è stata la riforma del modello organizzativo del patrimonio stesso. Oggi la gestione è più semplice e trasparente a protezione dell’investimento: la speculazione non ci interessa. La Fondazione ha un modello di gestione del patrimonio che ha rovesciato quello del passato, che era riferito a delle discrezionalità, per quanto ritenute autorevoli. Abbiamo girato la questione sul modello delle procedure e innescato un meccanismo di controlli indipendenti e incrociati, che ci permette di avere linee guida aggiornate in base alle migliori pratiche esistenti. Per gli investimenti abbiamo quindi adottato un modello che prevede la replicazione passiva degli indici di mercato, dando ai gestori il mandato di comprare i prodotti che costituiscono il benchmark di settore. I gestori poi sono stati scelti con una gara europea a cui erano invitati i migliori grossisti mondiali di patrimoni. Nel fare questo inoltre i costi commissionali sono stati estremamente ridotti, lo 0,07 per cento, quindi un estremo contenimento delle commissioni come segnale evidente di attenzione alla spesa.

Lei ha parlato di un potenziale accumulo patrimoniale futuro fino a 120 miliardi di euro. Una garanzia per i giovani?
Con il sistema attuale di fondi messi a garanzia, potrà accadere proprio questo. Teoricamente l’accumulo di patrimonio è visto come una garanzia per le prossime pensioni e per i giovani, ma il patrimonio in realtà non si può toccare per l’erogazione delle pensioni. Patrimonio che oltre ad essere naturalmente assoggettato a tassazione, nel contempo potrebbe fare gola a tanti. C’è sempre il rischio di perdita dell’autonomia per la Fondazione.

L’autonomia è una cosa da difendere da continui attacchi?
Certo, anche i progetti futuri saranno possibili solo mantenendo l’indipendenza.

Che ne è stato dei fondi investiti in derivati?
Oggi sono un problema risolto. Abbiamo creato un fondo svalutazione investimenti mobiliari, per rappresentare il valore attuale dei derivati. Nel frattempo quei titoli hanno ripreso valore, le potenziali perdite sono state gradualmente azzerate e non essendo stati messi nell’attivo a bilancio, quei valori al momento costituiscono un tesoretto. Si tratta di titoli prossimi alla scadenza, e in ogni caso li monitoriamo, se qualcosa cambia li vendiamo.

Nel nuovo statuto della Fondazione ENPAM sono previste alcune riforme.
Obiettivo della riforma dello statuto è migliorare, a parità di costi, la rappresentatività delle professioni e delle categorie comprese dalla funzione istituzionale della fondazione, in collegamento e in sinergia. 

Quali strumenti pensate di mettere in atto per questo?
È stata istituita l’Assemblea nazionale, composta dai presidenti degli ordini, che sostituisce il Consiglio nazionale. Ha un assetto variabile, in quanto gli ordini sono provinciali e quindi soggetti a variazioni. Anche lo statuto avrà un’architettura variabile e sarà composto da 3 componenti: a) i presidenti degli ordini; b) un 10%, rispetto ai componenti del gruppo a, di rappresentati dei dentisti; c) i rappresentati di categorie di contribuenti che dovranno essere il 50% per cento del gruppo a) più il gruppo b). Questo assetto supera le contestazione, del passato, in quanto si dà maggior voce alla categorie di maggior contribuzione. Alla categoria degli odontoiatri, oltre a una rappresentanza, viene dato un riconoscimento specifico.

Un giusto compromesso tra le richieste di indipendenza da parte delle CAO e l’attuale assetto?
Esattamente.

E i costi?
I costi dell’assemblea saranno gli stessi di oggi, pur variando il numero dei componenti.

In sintesi che cosa si è ottenuto?
Abbiamo migliorato la rappresentatività, senza incremento di costi.

Per quanto riguarda il CDA?
Sarà molto più leggero ed espresso dall’assemblea. Al suo interno non ci sono rappresentanze governative dei Ministeri. Non entreranno, perché quali organi di controllo faranno parte del Collegio dei sindaci. Né ci saranno esperti finanziari.

Perché?
Perché un CDA deve essere l’interfaccia tra componente previdenziale, professionale ed economica finanziaria. Abbiamo rovesciato il concetto di esperti, per cui i membri del CDA saranno solo medici e dentisti. Prima di arrivare sul tavolo del Cda, tutte le proposte relative a investimenti finanziari dovranno essere vagliate dalla struttura tecnica interna e dall’investment advisor esterno, seguendo procedure sul cui rispetto vigila il Comitato per il controllo interno, attualmente presieduto da un magistrato della Corte dei Conti. Tutti gli investimenti saranno inoltre monitorati dal risk advisor, recentemente nominato a seguito di un’altra gara europea.

Oggi l’ENPAM punta anche molto all’assistenza.
Sì, questo è il nostro progetto Quadrifoglio. Un progetto che ricopre le 4 aree di: credito agevolato, previdenza complementare, coperture assicurative e assistenza sanitaria integrativa.

Il sistema contributivo ENPAM è comunque migliore di quello INPS?
Il nostro è sempre stato un sistema contributivo. A tutt’oggi è il migliore per gli iscritti e anche per i giovani, garantendo, secondo le attuali regole normative, fino al 25% in più rispetto l’INPS.

Voi puntate molto a sostenere i giovani.
Certo, per una questione etica, ma non solo. I giovani sono coloro che sostengono il pagamento delle pensioni. A loro infatti sono state dedicate le conclusioni del seminario ENPAM che si è svolto a Catania, organizzato dalla Commissione albo odontoiatri dell’ordine di Catania il 28 marzo scorso. Concludo dicendo ai giovani che, se avete scelto di studiare Medicina questo è il mestiere migliore al mondo. La popolazione invecchia e ci sarà sempre più bisogno di medici che si prenderanno cura di questi pazienti. Presto ci sarà poi una grande generazione di medici che andrà in pensione: non mollate, siate forti e continuate.

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