DT News - Italy - Agenti emostatici locali di sintesi a base di cellulosa ossidata rigenerata

Search Dental Tribune

Agenti emostatici locali di sintesi a base di cellulosa ossidata rigenerata

Innesto di cellulosa ossidata rigenerata nell’alveolo post-estrattivo residuo dell’elemento 4.8 avulso.
P. Brunamonti Binello, M. Labanca, G. Galvagna, M. Galli, L.F. Rodella

P. Brunamonti Binello, M. Labanca, G. Galvagna, M. Galli, L.F. Rodella

lun. 26 gennaio 2015

salvare

Attuali orientamenti per la gestione del paziente scoagulato in chirurgia orale ambulatoriale. La gestione del sanguinamento intra- e post-operatorio rappresenta in chirurgia orale una delle problematiche più frequenti e maggiormente temute1,2. Tale complicanza, infatti, può non soltanto indurre guarigioni ritardate o inficiare il successo dell’atto chirurgico, ma può indurre in extremis severe conseguenze di carattere sistemico, fino allo shock ipovolemico, qualora la deplezione ematica sia superiore ai 2 litri di sangue1,2.

Oggetto di questo lavoro è, pertanto, descrivere l’esperienza degli autori circa la gestione del sanguinamento iatrogeno, anche mediante l’uso di presidi chirurgici a base di cellulosa ossidata rigenerata (Tabotamp) e descrivere le linee guida più aggiornate (protocolli sanitari standardizzati e riproducibili), per la gestione ambulatoriale del paziente scoagulato anche alla luce dell’introduzione sul mercato dei nuovi anticoagulanti per os (NOACs)3,4.
Introduzione
Clinicamente si distinguono differenti tipologie di emorragia:
– arteriosa (acuta);
– venosa;
– capillare (per stillicidio);
– mista.
Sotto il profilo eziopatogenetico le emorragie possono, invece, essere classificate come segue:
– traumatiche;
– iatrogene;
– da cause sistemiche.
Le forme da causa sistemica sono rappresentate da tutte quelle forme di sanguinamento secondarie a turbe coagulative o a ipertensione; mentre le emorragie iatrogene sono rappresentate da quelle direttamente derivanti dall’atto chirurgico (intra- o post-operatorie) e da quelle collegate all’assunzione di farmaci che interferiscono sulla cascata coagulativa e/o sull’aggregazione piastrinica2,5.
La complicanza emorragica, che può determinare l’insuccesso della terapia chirurgica e anche importanti conseguenze sistemiche, è perciò ovviamente più temuta nel paziente affetto da turbe coagulative o sottoposto a terapia con farmaci anticoagulanti e/o antiaggreganti5,6.
Se l’entità del sanguinamento è contenuta, la prognosi è sempre favorevole, con assenza di ripercussioni sistemiche ed eventuali ripercussioni limitate al tipo di guarigione locale5,6.
I problemi di carattere sistemico subentrano solo se la deplezione ematica è di entità massiva, fino ad arrivare a condizioni estreme (shock ipovolemico), qualora l’entità di volume ematico perduta superi i 2 litri della volemia complessiva2,6,7.
In tutto ciò la prevenzione gioca un ruolo fondamentale. Prima di accingersi a qualsiasi atto chirurgico, anche il più banale (avulsione dentaria, scaling, ecc.), gli operatori (che abbiano maturato una adeguata curva di apprendimento in anatomia chirurgica e circa le procedure chirurgiche stesse) devono provvedere a un corretto inquadramento clinico sistemico del paziente attraverso i seguenti accertamenti:
– anamnesi;
– esame obiettivo generale e locale;
– screening coagulativo (e altri eventuali esami di laboratorio);
– imaging radiografico.

 

Leggi l'articolo completo nella sezione CLINICAL > GENERAL DENTISTRY

To post a reply please login or register
advertisement
advertisement