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I pazienti desiderano riabilitazioni sempre più immediate e tendono a rifiutare terapie invasive o troppo lunghe. Il carico immediato dei pazienti totalmente edentuli offre oggi indiscutibili vantaggi di ordine psicologico e sociale, riduce i tempi operativi e minimizza l’invasività chirurgica. Grazie a tale tecnica il paziente subisce un solo intervento chirurgico ed esce dallo studio con i propri denti.
In letteratura recente non esiste una terminologia standardizzata per il carico immediato degli impianti dentali. Esistono tuttavia due modalità in cui possono essere caricati: tramite protesi fisse o rimovibili con contatti occlusali (carico immediato diretto o carico occlusale funzionale) oppure utilizzando protesi rimovibili senza contatti occlusali (carico indiretto o non funzionale).
Uno dei principali fattori di successo del carico immediato è la tempistica, ossia prima si riesce a caricare gli impianti meglio è; a tal fine, occorre pianificare in anticipo il tipo di lavoro che si desidera fare e ridurre il più possibile i tempi alla poltrona per non incombere in insuccessi. Meno passaggi si fanno, minore sarà il rischio di errore e prima sarà possibile caricare i nostri impianti. Scopo di questo articolo è descrivere una tecnica veloce e facile per realizzare una protesi avvitata ad arcata completa o, in alternativa, un overdenture a carico immediato, nel minor tempo possibile.
Tale tecnica, che ho denominato del “porta impronte dinamico”, prevede un solo passaggio in studio relativamente all’inserimento degli impianti, alla presa dell’impronta e della masticazione e un secondo step per la consegna della protesi. La tecnica consiste nel duplicare la ceratura diagnostica costruendo una protesi totale completamente in resina trasparente, che viene utilizzata sia come porta impronte sia come supporto per la registrazione occlusale ed eventuali valutazioni estetiche. Questa tecnica può essere effettuata con qualsiasi tipo di impianto purché abbia un transfer, per la presa dell’impronta, non eccessivamente grande. Il caso di seguito descritto è stato effettuato con impianti Primer della ditta Edierre Implant System (Genova, Italia); la sistematica prevede per la protesi avvitata un transfer per porta impronte chiuso, di adeguate dimensioni, né troppo piccolo né troppo grosso: la corretta dimensione permetterà di alloggiare il transfer all’interno del porta impronte dinamico senza interferenze occlusali.
Caso iniziale
Il paziente è un uomo di 50 anni, presenta un’edentulia totale nell’arcata superiore (dove porta già una protesi totale rimovibile) e un’edentulia parziale inferiore (Fig. 1) con perdita di dimensione verticale (Fig. 2). La soluzione protesica proposta al paziente consiste in una protesi totale rimovibile nell’arcata superiore, nell’estrazione dei denti residui con l’inserzione di 4 impianti e una protesi avvitata a carico immediato a medio lungo termine. Vengono prese due impronte studio, dove viene effettuato il montaggio dei denti (Fig. 3); nel frattempo si procede all’estrazione dei denti inferiori (Fig. 4), al fine di eseguire le prove estetiche e funzionali. Una volta stabilite le giuste proporzioni dei denti e la corretta dimensione verticale, siamo pronti per l’inserimento degli impianti; tuttavia, occorre prima costruire il “porta impronte dinamico”. Con l’ausilio di mascherine viene duplicata la protesi inferiore in resina trasparente (Fig. 5) e viene posta in occlusione con l’antagonista (Fig. 6); in tal modo viene costruito il “porta impronte dinamico”, che verrà usato per prendere l’impronta e la masticazione.
Prima di inserire gli impianti viene effettuata una prova del porta impronte dinamico allo scopo di fornire delle indicazioni al clinico in merito al posizionamento degli impianti (Fig. 7).
Si procede quindi all’inserimento di 4 impianti Primer della ditta Edierre Implant System, con la relativa componentistica per la protesi avvitata (Figg. 8, 9). Aspetto fondamentale del porta impronte dinamico è il transfer per la tecnica del cucchiaio chiuso: le dimensioni del transfer sono calibrate per consentire l’alloggiamento nel porta impronte senza provocare interferenze; inoltre, una scanalatura perpendicolare (Fig. 10) ci permette di riposizionarlo all’interno dell’impronta fornendo un’ottima stabilità.
Con la componentistica della protesi avvitata, la connessione a camme quadri lobata viene trasformata in una connessione tonda, quindi il transfer ci darà solo la posizione longitudinale e potrà anche ruotare su se stesso all’interno dell’impronta. Per poter usare il porta impronte dinamico occorre scavarlo con una fresa in corrispondenza dei transfer, in modo da poterlo inserire in bocca senza alcuna interferenza (Fig. 11). Una volta posizionato in bocca, si fa chiudere al paziente e si controlla che i denti ingranino come nelle prove precedenti. Per ottenere il massimo della compressione durante la presa dell’impronta, è opportuno chiudere gli eventuali buchi (che si possono creare durante lo scarto) con della resina autopolimerizzante (Figg. 12, 13).
Si procede quindi con la presa dell’impronta (Fig. 14) facendo chiudere in contemporanea la bocca (Fig. 15), in modo da poter rilevare sia l’impronta che la masticazione, senza dover riconvocare il paziente una seconda volta e accorciando così i tempi operativi in studio.
A questo punto si hanno a disposizione tutti i dati che servono per realizzare le protesi (Fig. 16). Con l’aiuto del nostro studio preliminare viene finalizzato il lavoro (Figg. 17-20), che viene quindi caricato entro le 48 ore.
Conclusioni
Con l’ausilio del porta impronte dinamico è possibile ridurre i tempi operativi in studio, dedicare più tempo alla realizzazione della protesi e minimizzare i disagi al paziente. È una tecnica semplice che, unita alla componentistica Primer di Edierre Implant System, facilita i passaggi in studio rendendoli predicibili.
Si ringrazia per la parte chirurgica il dott. Emilio Elibri.
Bibliografia
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6. R. Crespi, Il carico immediato in implantoprotesi.
7. C.E. Misch, Implantologia contemporanea.
8. P. Maló, M. Nobre, A. Lopes, The rehabilitation of completely edentulous maxillae with different degrees of resorption with four or more immediately loaded implants: a 5-year retrospective study and a new classification. Eur J Oral Implantol. 2011 Autumn;4(3):227-43.
9. T. Testori, M. Del Fabbro, M. Capelli, F. Zuffetti, L. Francetti, R.L. Weinstein, Immediate occlusal loading and tilted implants for the rehabilitation of the atrophic edentulous maxilla: 1-year interim results of a multicenter prospective study. Clin Oral Implants Res. 2008 Mar;19(3):227-32. Epub 2008 Jan 3.
L'articolo è stato pubblicato sul numero 1 di Implant Tribune Italy 2014.
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