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Uso del porta impronta dinamico nella protesi a carico immediato

Fig. 8 - Inserzione di 4 impianti Primer (Edierre Implant System, Genova, Italia).
Alessandro Gatti

Alessandro Gatti

ven. 11 aprile 2014

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I pazienti desiderano riabilitazioni sempre più immediate e tendono a rifiutare terapie invasive o troppo lunghe. Il carico immediato dei pazienti totalmente edentuli offre oggi indiscutibili vantaggi di ordine psicologico e sociale, riduce i tempi operativi e minimizza l’invasività chirurgica. Grazie a tale tecnica il paziente subisce un solo intervento chirurgico ed esce dallo studio con i propri denti.

In letteratura recente non esiste una terminologia standardizzata per il carico immediato degli impianti dentali. Esistono tuttavia due modalità in cui possono essere caricati: tramite protesi fisse o rimovibili con contatti occlusali (carico immediato diretto o carico occlusale funzionale) oppure utilizzando protesi rimovibili senza contatti occlusali (carico indiretto o non funzionale).
Uno dei principali fattori di successo del carico immediato è la tempistica, ossia prima si riesce a caricare gli impianti meglio è; a tal fine, occorre pianificare in anticipo il tipo di lavoro che si desidera fare e ridurre il più possibile i tempi alla poltrona per non incombere in insuccessi. Meno passaggi si fanno, minore sarà il rischio di errore e prima sarà possibile caricare i nostri impianti. Scopo di questo articolo è descrivere una tecnica veloce e facile per realizzare una protesi avvitata ad arcata completa o, in alternativa, un overdenture a carico immediato, nel minor tempo possibile.

Tale tecnica, che ho denominato del “porta impronte dinamico”, prevede un solo passaggio in studio relativamente all’inserimento degli impianti, alla presa dell’impronta e della masticazione e un secondo step per la consegna della protesi. La tecnica consiste nel duplicare la ceratura diagnostica costruendo una protesi totale completamente in resina trasparente, che viene utilizzata sia come porta impronte sia come supporto per la registrazione occlusale ed eventuali valutazioni estetiche. Questa tecnica può essere effettuata con qualsiasi tipo di impianto purché abbia un transfer, per la presa dell’impronta, non eccessivamente grande. Il caso di seguito descritto è stato effettuato con impianti Primer della ditta Edierre Implant System (Genova, Italia); la sistematica prevede per la protesi avvitata un transfer per porta impronte chiuso, di adeguate dimensioni, né troppo piccolo né troppo grosso: la corretta dimensione permetterà di alloggiare il transfer all’interno del porta impronte dinamico senza interferenze occlusali.

Leggi la notizia completa nella sezione CLINICAL/IMPLANTOLOGY del sito Dental Tribune.

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