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Uno studio collega le restrizioni dei trattamenti in studio all’aumento delle prescrizioni di antibiotici

Un nuovo studio ha spiegato come le restrizioni riguardanti le cure odontoiatriche presso lo studio odontoiatrico durante le fasi iniziali della pandemia abbiano portato ad un aumento delle percentuali di prescrizione di antibiotici nei i pazienti odontoiatrici inglesi (Immagine: fizkes/Shutterstock).

mer. 16 novembre 2022

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MANCHESTER, Regno Unito: Le linee guida odontoiatriche nel Regno Unito, come in molti paesi, si basano sulla consapevolezza che le infezioni dentali rispondono meglio alle procedure terapeutiche piuttosto che agli antibiotici. Le restrizioni all’erogazione di servizi odontoiatrici in studio durante la pandemia, tuttavia, hanno determinato un aumento dei tassi di prescrizione di antibiotici.

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell’Università di Manchester ha riscontrato che tali restrizioni, secondo le parole di uno degli autori, «causano una diffusa frustrazione tra gli odontoiatri, i quali sanno che le procedure terapeutiche piuttosto che le prescrizioni sono generalmente il rimedio più sicuro e rapido per il mal di denti».

Gli autori dello studio hanno analizzato i dati relativi alle prescrizioni di antibiotici dentali del National Health Service (NHS) in Inghilterra, sia prima che durante la pandemia, e condotto un sondaggio online, nel 2021, su 159 dentisti del NHS in Inghilterra. Secondo la loro analisi, nel primo anno di restrizioni da Covid-19 (da aprile 2020 a marzo 2021) si è registrato un aumento del 22% del numero totale di prescrizioni di antibiotici dentali rispetto ai 12 mesi immediatamente precedenti. I tassi di prescrizione di antibiotici sono cresciuti più rapidamente (29,1%) nell’Inghilterra orientale, mentre Londra ha registrato l’aumento più basso (12,1%).

Dei dentisti intervistati dai ricercatori, la metà ha riferito che durante le fasi iniziali della pandemia, da marzo a giugno 2020, i loro pazienti che sono stati indirizzati ai centri odontoiatrici di emergenza, per il trattamento in studio, sono stati respinti perché non avevano ancora assunto antibiotici per curare il problema. Più di tre quarti degli odontoiatri intervistati, hanno dichiarato che i loro pazienti avevano richiesto antibiotici più spesso durante il primo anno della pandemia rispetto al periodo precedente e, alcuni hanno suggerito che questo approccio alla gestione a distanza dei pazienti ha avuto un effetto duraturo sulle aspettative degli stessi a riguardo delle possibili applicazioni degli antibiotici.

«Questo studio evidenzia che durante la pandemia, l’accesso limitato alle cure odontoiatriche faccia a faccia era direttamente collegato a una prescrizione di antibiotici molto più elevata rispetto agli anni precedenti», ha riferito la dott.ssa Wendy Thompson, autrice principale dello studio e ricercatrice clinica di odontoiatria presso l’Università di Manchester, nonché presidente del gruppo di lavoro sulla resistenza antimicrobica (AMR) della FDI World Dental Federation.

La dott.ssa Thompson ha proseguito dichiarando: «Questo espone le persone a un maggior rischio inerente gli effetti negativi degli antibiotici, come disturbi di stomaco, allergie gravi e, naturalmente, lo sviluppo di resistenza agli antibiotici. Dato che la professione odontoiatrica contribuisce per circa il 10% alla prescrizione di antibiotici nell’ambito dell’assistenza sanitaria primaria, i dentisti sono profondamente consapevoli della necessità di svolgere il loro ruolo nella lotta contro la resistenza prescrivendo antibiotici solo quando strettamente necessario e appropriato».

Lo studio ci ricorda opportunamente che le cure odontoiatriche contribuiscono alla minaccia globale per la salute pubblica rappresentata dalla resistenza agli antibiotici. È stato pubblicato prima della Settimana Mondiale della Consapevolezza Antimicrobica, un’iniziativa promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità tra il 18 e il 24 novembre con l’obiettivo di evidenziare le ramificazioni globali causate dallo sviluppo dell’AMR.

«Comprendere la necessità essenziale di mantenere l’efficacia degli antibiotici valida, e la loro inutilità per molte patologie dentali acute, dovrebbe essere una conoscenza fondamentale per tutti coloro che sono coinvolti nella pianificazione, gestione e fornitura di servizi odontoiatrici», ha aggiunto la Dott.ssa Thompson.

Lo studio, intitolato «Understanding the impact of Covid-19 on dental antibiotic prescribing across England: ‘it was a minefield’», è stato pubblicato online il 28 ottobre 2022 sul British Dental Journal.

 

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