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BONN, Germania. L’European Association of Dental Implantologists (BDIZ EDI) ha emanato un nuovo documento che fornisce un aggiornamento sugli impianti corti, angolati e con diametro ridotto, con Linee guida che sostituiscono quelle del 2011, che offrono raccomandazioni e segnalano vantaggi e limiti d’uso di questi tipi di impianti.
Sulla base di un lavoro svolto dall’Università di Colonia, è stato prodotto un documento condiviso al termine dell’11esimo European Consensus Conference (EuCC), riunione annuale svolta sotto gli auspici del BDIZ EDI. Si tratta di un gruppo di esperti composto da professionisti e accademici che mira alla condivisione su argomenti di implantologia dentale e nella stesura delle relative Linee guida.
Per quanto riguarda la classificazione degli impianti corti, angolati e di diametro ridotto, la EuCC ha convenuto sulle seguenti indicazioni: gli impianti sono solitamente indicati come brevi se le loro misure di lunghezza infraossei sono inferiori o uguali a 8 mm ed con diametri di 3,75 mm. e maggiore. Gli impianti ultracorti sono considerati quelli con lunghezza inferiore ai 6 mm. Di misura ridotta possono essere definiti quelli con diametro intraosseo inferiori a 3,5 mm per inserimento in siti con minor larghezza crestale dell'osso alveolare. Gli impianti con diametro inferiore a 2,7 mm sono indicati come mini. Secondo l’EuCC questi ultimi, presentando un maggior rischio di fallimento, dovrebbero essere evitati.
Secondo le raccomandazioni EuCC, l'utilizzo di impianti corti, angolati o di diametro ridotto in siti con volume osseo limitato possono costituire un’affidabile opzione terapeutica, considerando i rischi associati all’uso di impianti di dimensioni standard collegati a procedure d’incremento osseo. Nell'utilizzo di impianti corti e ultracorti, tuttavia, gli esperti sottolineano che sia il chirurgo implantologo sia il dentista devono avere una formazione adeguata.
Dice Christian Berger, presidente della BDIZ EDI: «È un errore pensare che gli impianti brevi, angolati o di diametro ridotto possano essere utilizzati per risolvere carenze tecnico-chirurgiche. Non sono stati infatti concepiti per operatori che non abbiano bene appreso il rialzo del seno esterno e i meccanismi di incremento osseo».
Una versione a stampa del documento è disponibile su richiesta a 2,50 euro (IVA inclusa, più spese di spedizione). Le Linee guida saranno anch’esse pubblicate nel primo numero del 2016 dell’EDI Journal, testata istituzionale del BDIZ EDI, messo gratuitamente a disposizione dei membri.
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