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Un credito di imposta per le aziende che investono in ricerca

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Impresanews

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ven. 18 aprile 2014

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Tra le misure più interessanti inserite nel decreto Destinazione Italia, che è stato convertito in legge il 21 febbraio 2014, c’è il Credito d’imposta sulle spese di ricerca e sviluppo.

La misura ha una durata triennale (2014-2016) e prevede il riconoscimento di un credito d’imposta (utilizzabile in compensazione ed esente Ires/Irpef e Irap) calcolato annualmente nella misura del 50% degli incrementi delle spese in attività di Ricerca e Sviluppo rispetto all’esercizio precedente.
Risultano agevolabili le spese sostenute per personale, strumenti ed attrezzature di laboratorio (solo per la quota di ammortamento in relazione alla misura ed al periodo di utilizzo), collaborazioni con università o organismi di ricerca, ricerca contrattuale, competenze tecniche e brevetti (anche ottenuti in licenza).

Possono accedere tutte le imprese operanti sul territorio italiano con fatturato inferiore a 500 milioni di euro, compresi i consorzi e le reti d’impresa. L’importo minimo di spesa agevolabile è fissato in 50.000 euro, mentre l’importo massimo di credito d’imposta riconosciuto annualmente ad ogni singola azienda è di 2,5 milioni di euro. Lo stanziamento previsto è di 600 milioni complessivi (200 milioni per ogni annualità).

La procedura di presentazione prevede annualmente l’invio, attraverso un’apposita piattaforma web, di una domanda (istanza) di prenotazione e di una successiva domanda (istanza) di fruizione. Nel caso in cui lo scostamento della spesa, tra quanto indicato a preventivo e quanto indicato in fase di rendicontazione (fruizione), sia superiore al 20%, il beneficio sarà ridotto dal 50 al 40%.

Per l’effettiva operatività dello strumento si attende l’emanazione del decreto interministeriale Mise-Mef che conterrà le disposizione applicative.

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