DT News - Italy - Ricerca e scanner intraorali per gli allineatori trasparenti - in Italia un finanziamento internazionale per la ricerca

Search Dental Tribune

Ricerca e scanner intraorali per gli allineatori trasparenti - in Italia un finanziamento internazionale per la ricerca

Dott. Garino Francesco, Dott. Levrini Luca
Paola Montanari

Paola Montanari

mer. 7 dicembre 2011

salvare

A un ortodontista italiano è stato assegnato uno dei tre premi internazionali di diecimila dollari per la ricerca che Align Technology ha deciso di assegnare per protocolli di studi nell’ambito degli allineatori trasparenti: è Luca Levrini docente all’Università dell’Insubria. Un riconoscimento che rappresenta l’importanza che tutta la ricerca italiana ha ottenuto in ambito internazionale. In un momento nel quale tale tecnica trova sempre maggior successo, abbiamo incontrato anche Francesco Garino, primo in Italia a utilizzare gli scanner intraorali per lo sviluppo di allineatori trasparenti.

Professor Levrini, che ricerca ha proposto per il premio internazionale?
Con il finanziamento ottenuto intendiamo analizzare la presenza di batteri parodonto patogeni e la massa di biofilm, attraverso la PCR, nei giovani adolescenti che indossano allineatori trasparenti. Già lo scorso anno abbiamo condotto uno studio analogo sulla popolazione adulta, evidenziando minor quantità di biofilm nei pazienti con allineatori trasparenti, rispetto a coloro che indossano tradizionali apparecchiature ortodontiche fisse, in modo statisticamente significativo. Un dato particolarmente interessante perché aggiunge una nuova qualità a questo tipo di dispositivi, non solo estetici ma anche rispettosi della salute del tessuto parodontale. Personalmente ho sempre ritenuto che chi indossava allineatori trasparenti fosse maggiormente motivato all’igiene orale per il semplice fatto di essere “obbligato” a spazzolarsi i denti almeno tre volte al giorno, e cioè quando tolgono e rimettono il dispositivo per mangiare.

Quali sono gli altri pregi di questa metodica?
Il pregio forse più importante e di valore non si vede. È quello della ricerca e degli studi alla base di queste “mascherine trasparenti”. Strumenti all’apparenza banali e semplici, ma che in realtà sono l’esito di un costante impegno da parte di numerosi e qualificati ricercatori. La ricerca intende fornire al clinico uno strumento efficace e sicuro. Efficace perché le simulazioni virtuali di trattamento non rappresentano solo l’idealità ma anche quanto realmente si riesce a raggiungere, a volte direi semplicemente. Sicuro perché i movimenti ortodontici sono sempre controllati, nel rispetto del tessuto parodontale. Paradossalmente, la loro sicurezza e capacità di non cagionare alcun danno può consentirne l’utilizzo, per i casi ortodontici più semplici, anche ai clinici meno esperti. Il fatto di essere clinicamente guidati in un percorso e agevolati dalla tecnologia informatica in una sorta di intelligenza artificiale, rappresenta un nuovo modello di medicina cui sempre più spesso dovremo adeguarci, pur garantendo sempre individualità piena del paziente e autonomia decisionale del clinico, fattori garantiti da questo modello.

Perché ritiene importante la ricerca?
Un buon dispositivo medico deve rappresentare l’esito di un lungo percorso di ricerca clinica, ma soprattutto di base e strumentale. A volte mi sorprende vedere proposti sul mercato dispositivi ortodontici nati e sviluppati unicamente grazie all’esperienza e intuizione di un clinico. La ricerca è, inoltre, importante per sviluppare e realizzare nuove tecnologie. In tal senso gli allineatori trasparenti rappresentano una nuova e realmente innovativa tecnologia, capace di aumentare il valore degli operatori odontoiatrici che la utilizzano. Troppo spesso si è portati a considerare tali dispositivi unicamente “estetici”; uno dei pregi è quello di rappresentare una nuova tecnologia capace di facilitare il lavoro del clinico e contemporaneamente rendersi attrattivo nei confronti del paziente. Un processo, come tutte le nuove tecnologie, sul quale investire e nel quale integrarsi.

Dottor Garino, cosa pensa del luogo comune che gli allineatori trasparenti ortodontici servono solo in casi semplici?
Effettivamente è un luogo comune. Questo poteva essere affermato dieci anni fa, quando la tecnica era giovane, gli allineatori primitivi e i protocolli differenti. Dall’avvento dei primi allineatori sono passati undici anni e in questo periodo la tecnica ha avuto una rapida evoluzione, che si è avuta anche nell’esperienza degli operatori. Il luogo comune che gli allineatori servano solo in casi non complessi è legato più che altro alla scarsa esperienza dell’operatore per tale tecnica. Negli ultimi anni, inoltre, sono stati inseriti protocolli che permettono l’utilizzo di ausiliari nei casi in cui debbano essere eseguiti movimenti che superino le possibilità degli allineatori. Si passa da tecniche segmentate in ausilio agli allineatori, fino a trattamenti convenzionali seguiti da trattamenti con allineatori. In alcuni casi è possibile effettuare anche preparazioni chirurgiche, per poi accostarsi all’intervento chirurgico con una tecnica convenzionale, come richiesto dai chirurghi maxillo-facciali.

Quali ritiene siano i valori delle diverse offerte di allineatori presenti sul mercato in Italia?
Non posso esprimermi su tutte le tecniche, in quanto non ne ho l’esperienza e per questo non sarebbe corretto giudicarle. Vi sono tecniche con undici anni di feedback clinico e altre più giovani. Nel tempo c’è stato l’avvento di tecniche poi scomparse dal mercato e il recente inserimento di nuovi marchi. Alcune hanno il pregio di disporre di una simulazione di trattamento che consente all’operatore di visualizzare virtualmente il risultato finale prima di mettere in opera gli allineatori, fatto fondamentale per una corretta comunicazione tra clinico e tecnico.

Cosa pensa degli scanner intraorali?
Gli scanner intraorali rappresentano una scommessa interessante. Avranno sicuramente un impatto positivo nella pratica clinica, non solo per gli allineatori, ma anche in altri campi, come i modelli digitali, i set-up virtuali, bondaggi indiretti basati su set up virtuali e la produzione di modelli stereolitografici da file STL. Associati a macchine apposite, gli scanner permettono infatti di esportare file STL e combinarli con file “cone-beam”, riuscendo a realizzare delle simulazioni tridimensionali di trattamenti ortodontici e ortodontico-chirurgici. Ovviamente la simulazione potrà essere estesa all’odontoiatria in generale. A oggi gli scanner intraorali non rappresentano ancora il presente della pratica clinica, ma ne rappresentano il futuro. Molti operatori sono a oggi bloccati nell’acquisto di uno scanner per i costi; considerando questa spesa come un investimento a medio-lungo termine lo scanner intraorale è però un dispositivo a cui uno studio medio–grande non potrà rinunciare in termini di tempistica e di qualità. L’utilizzo di uno scanner intraorale ha svariati vantaggi rispetto alla presa delle impronte. Uno di questi è la precisione, superando qualsiasi errore riferibile alla presa dell’impronta o alla sua spedizione. L’impronta è comunque sottoposta a una distorsione nel tempo, che, seppur minima, può causare dei problemi in termini di adattamento dell’allineatore. Per non parlare del disagio, seppur temporaneo, arrecato al paziente nei minuti necessari per prendere un’impronta di precisione.

 

Questo articolo è stato pubblicato sul numero 10 di Dental Tribune Italy (speciale Ortho Tribune) 2011.

To post a reply please login or register
advertisement
advertisement