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Tra storia e mito, tatuaggio e piercing eleganti

Alessandro Genitori

Alessandro Genitori

ven. 1 giugno 2018

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Un vezzo adottato da personaggi pubblici che diventa in breve tempo copiato e di uso comune. Il body piercing però non è una moda moderna, ma è impiegato fin dalla notte dei tempi per determinare appartenenza ad una certa casta, un impiego o persino per motivi di salute.

Per i Maya il piercing alla lingua era destinato solo a determinate caste, ma non sono i soli; in altre culture i piercing e i gioielli sul corpo erano sinonimo di elevato rango e comunicazione non verbale. Una pratica che si è tramandata fino ai giorni nostri e che è stato motivo di confronto durante l’ultimo congresso della Società Italiana di Medicina Estetica ‒ SIME. Come per i trattamenti estetici, anche per quanto riguarda l’uso dei tatuaggi e dei piercing, si nota una tendenza a omogeneizzare il concetto di eleganza. Culturalmente, nel mondo occidentale, il foro ai lobi è diventata una consuetudine consolidata, e sebbene possano sembrare estremi, si possono considerare con la medesima idea di bellezza ed eleganza anche per le pratiche di piercing e dilatatori presenti in altre parti del mondo, come per esempio le famose immagini provenienti da alcune tribù tribali che mostrano dilatazioni ai lobi delle orecchie in alcuni casi impressionanti. Nelle Filippine, per esempio, si pensa che i tatuaggi aumentano la fertilità e sono tenuti in grande considerazione. Viceversa in molte parti del mondo il tatuaggio è un ancora percepito come un taboo, che può anche creare emarginazione. Ancora oggi nel mondo occidentale esistono casi di discriminazione verso chi decide di tatuarsi la propria pelle, soprattutto in ambito lavorativo.

Ma come nasce una consuetudine? Durante il congresso è stato riportato il famoso caso della pubblicità della Martini, con la modella Naomi Campbell che in quell’occasione ha reso celebre il piercing all’ombellico, diventando in tal modo una figura iconografica e che ha aperto una strada poi largamente battuta nell’ultimo ventennio. Più “moderni” i fori al setto e al lobo, che stanno entrando in auge anche per quanto riguarda la moda maschile. Ancora più moderne le “luci” usate nel mondo orientale, con piercing “bridge”, posti vicino agli occhi per accentuare la luminosità. L’arte di tatuarsi la pelle segue mode a volte particolari, come per esempio il moderno camouflage al cuoio capelluto, come alternativa al trapianto del capello. Tra le novità va inoltre segnalato la pratica di tatuarsi le gengive di colore scuro al fine di esaltare il bianco dei denti. Questa pratica proveniente dall’Africa sta trovando riscontro anche in occidente, preoccupando i medici trattandosi di un’area del corpo a forte rischio di infezione.

Un altro aspetto dei tatuaggi sono inoltre i trucchi semi permanente. Si tratta di tatuaggi, spesso realizzati per motivi puramente estetici, ma anche effettuati come trattamento medico, che vengono utilizzati per creare dei tatuaggi sul volto che vanno a creare dei trucchi permanenti sul volto. Bisogna però ancora ricordare che si tratta di interventi con una certa invasività, che vanno affrontati con le dovute precauzioni. Come il piercing, infatti, anche il tatuaggio ha da sempre rappresentato un elemento distintivo.

Il termine “Tau too” viene tradotto come “disegno dello spirito”. Nella storia esistono agli albori dei tatuaggi medici, ma anche estetico e culturale. Vanno infatti ricordati i tatuaggi a fine decorativo alle gambe e al pube in voga negli antichi egizi, considerato come atto sociale primitivo. Dalla pelle infatti partono i primi messaggi verso l’esterno, e ancora oggi le diverse culture si riflettono nei tatuaggi che portano: etnici, culturali, religiosi e anche per fini medico/estetici. Il tatuaggio a volte è un atto di riappropriazione del proprio corpo, per camuffare cicatrici o difetti fisici. A volte i tatuaggi vengono usati per curare alcune malattie, e spesso viene sottovalutato da chi lo vede solo come una mera tendenza. Nel 2016 il Rogers Research Group ha creato un tatuaggio temporaneo che rileva i raggi UV e la loro pericolosità sulla pelle. Ma viceversa, impressionati sono le immagini mostrate durante il congresso SIME che mostrano le possibili complicanze: per esempio riportiamo il caso di una ragazza di 20 anni che rilevava un forte prurito dove si è usato un pigmento rosso sulla sua pelle. Ricordiamo che il pigmento rosso può essere sia organico che non organico, ed è la causa più comune di reazione ai tatuaggi. Complicanze che possono arrivare al bisogno di intervento chirurgico per la rimozione dell’“opera” nell’area danneggiata. Ribadiamo quindi che il tatuaggio può essere un’arte ma che vanno prese le dovute precauzioni, ossia effettuare prima delle prove allergiche e affidarsi a tatuatori esperti.

La bellezza ha delle regole logiche che non possono essere totalmente stravolte dall’avvento delle mode. La pelle, cornice dei tatuaggi, è un organo importante, e troppo spesso sottovalutato ai fini medici. Un problema può essere rappresentato per esempio dall’henne che può essere contraffatto con sostanze che possono portare a delle brutte complicanze. Per questo l’arte del tatuaggio deve essere svolta con consapevolezza, sia a livello medico, sia a livello estetico e psicologico. Esiste l’eleganza della gestualità nella pratica, con una responsabilità di chi pratica nei confronti dei clienti. Una cura del gesto che spesso viene meno nella frenesia della quotidianità. Il bel tatuaggio o piercing deve avere un’importanza progettazione iniziale, ricordandosi che si tratta di un tratto spesso permanente. La qualità è importantissima, molto più del relativo prezzo, si tratta di un segno che ci si porterà per tutta la vita. Un tatuaggio o un piercing elegante è fatto su misura della persona, rispettando la visione di sé stessi e la propria salute. I tatuaggi hanno inoltre bisogno di una particolare cura.

A livello medico sono in aumento i trattamenti per nascondere le cicatrici. Uno studio interessante presentato durante il congresso SIME va ad analizzare il lavoro fatto presso l’università di Pittsburgh negli Stati Uniti che è andato ad analizzare la reazione delle pazienti dopo la realizzazione di tatuaggi per la ricostruzione delle aureole mammarie: l’85% dei pazienti ha mostrato una notevole soddisfazione. Si cerca di creare un effetto naturale, con le difficoltà di creare un effetto tridimensionale in superficie piatte.

 

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