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TiUnite: in armonia con Madre Natura

Particolare Fig. 1. Coagulo ematico, composto da cellule ematiche, piastrine attivate e fibrina, attaccato a una superficie TiUnite esposta al sangue per 10 minuti in un test in vitro (Immagini: Schüpbach Ltd.).
Peter Schüpbach, Roland Glauser

Peter Schüpbach, Roland Glauser

mar. 22 ottobre 2013

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Un team di ricercatori svizzeri presenta i propri risultati e alcune sorprendenti immagini al microscopio a scansione elettronica. Le caratteristiche della superficie implantare sono considerate fondamentali in riferimento all’osteointegrazione avanzata – soprattutto quando i tempi di guarigione sono ridotti o gli impianti sono posizionati in condizioni ossee impegnative.

In un articolo pubblicato in precedenza gli autori hanno descritto il modo in cui TiUnite interagisce con le cellule ematiche e con i tessuti nella prima fase di guarigione, e come viene supportata la formazione di osso per osteoconduzione. Su queste basi, gli autori discutono i nuovi risultati che spiegano come gli ulteriori parametri della superficie, come la struttura e il design, possono influenzare positivamente la rapida formazione di osso e l’osteointegrazione.

Poco prima del nuovo secolo, Nobel Biocare ha presentato degli impianti con superficie moderatamente ruvida per migliorare l’osteointegrazione. Negli anni a seguire, sono stati eseguiti diversi studi in vitro volti a valutare alcune condizioni variabili, come l’energia di superficie, la modifica della struttura di superficie (fino al livello nanometrico), l’aumentata bagnabilità e le modifiche chimiche della superficie.

Nonostante il cospicuo numero di questi studi in vitro, rimangono ancora da risolvere definitivamente le questioni relative al razionale biologico dietro alla formazione ossea più rapida, al maggior contatto osso-impianto e ai valori di torque di rimozione superiori di questi impianti, rispetto agli impianti a superficie liscia. La ricerca più recente rivela che la realtà in vivo può essere sostanzialmente differente dalla situazione in vitro. Durante il posizionamento di un impianto TiUnite, la superficie moderatamente ruvida agisce come una carta micro abrasiva e abrade la superficie ossea lungo le pareti dell’osso corticale e trabecolare dell’osteotomia.

Un interessante strato
Questa azione provoca la formazione di uno strato composto da microframmenti di osso e sangue, che copre la superficie dell’impianto

Questo strato assicura il potenziale osteoinduttivo grazie alla presenza dei fattori di crescita necessari per la formazione ossea (Tabassum et al., 2011). Di conseguenza – dato che lo strato le nasconde – le proprietà delle superfici modificate, come la maggior bagnabilità, l’elevata energia di superficie e l’alterazione chimica possono non influenzare in modo decisivo la guarigione iniziale della ferita o la successiva formazione ossea.

Esistono differenze significative
Inoltre, non tutte le cosiddette superfici implantari “ruvide” sono uguali per quanto riguarda la loro capacità di instaurare tale strato osseo. In particolare, il design dell’impianto, la struttura di superficie – nonché il protocollo di preparazione dell’osteotomia – influenzeranno la presenza e la quantità di strato osseo.

Dopo l’inserimento dell’impianto, spesso solo le punte più esterne delle filettature sono in contatto diretto con l’osso adiacente, e gli impianti inseriti in siti post-estrattivi possono addirittura non generare uno strato osseo nelle aree coronali dove l’osteotomia è più larga del diametro dell’impianto.
In assenza di uno strato osseo, TiUnite mostra la sua totale versatilità velocizzando il processo di guarigione ossea. Grazie alla presenza di gruppi fosfatici liberi sulla superficie (Schüpbach et al., 2005), TiUnite ha una carica di superficie negativa che attrae e attiva immediatamente i trombociti.

Successivamente, i trombociti rilasciano enzimi e fattori di crescita, attraendo di conseguenza cellule osteogeniche. TiUnite è altamente osteoconduttiva e la neoformazione ossea avviene rapidamente e direttamente sopra e lungo la superficie implantare.

Quindi, non sorprende che diversi studi su animali e su uomo abbiano dimostrato una miglior osteointegrazione – sia in termini di velocità sia di quantità di contatto osso-impianto rispetto alle superfici di idrossiapatite, che molti considerano ancora il gold standard dell’osteoconduzione.

Il ruolo dei frammenti ossei
Nella ricerca di un’osteointegrazione rapida e affidabile, bisogna considerare un altro fattore. Quando si fresa – e soprattutto quando si usano impianti auto-filettanti – vengono generati frammenti ossei che si accumulano nell’osteotomia, soprattutto nella regione apicale. In quest’area, essi servono come nuclei per la formazione ossea, guidando le cellule osteogeniche attraverso la ferita e verso la superficie TiUnite.

Questo effetto è simile a quello di un materiale di innesto – ma qui avviene a un livello osteoinduttivo. In combinazione con la superficie osteoconduttiva TiUnite, questo auspicabile fenomeno serve come un potente strumento per velocizzare l’osteointegrazione. In particolare, gli impianti con un pronunciato design autofilettante, come l’impianto NobelActive, mostrano questo effetto in modo più evidente. Durante l’inserimento, l’azione simile a quella di un ingranaggio di NobelActive accumula frammenti ossei nella sua regione apicale, favorendo l’accelerazione dell’osteointegrazione.

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TiUnite e osteointegrazione
Considerate nel loro insieme, queste nuove osservazioni non solo sono di complemento ai risultati scientifici precedenti, ma aiutano anche a chiarire il razionale biologico che rende possibile l’osteointegrazione. In particolare, essi spiegano perché l’osteointegrazione con gli impianti TiUnite sia così predicibile. TiUnite risponde completamente agli attuali criteri dal punto di vista della ricerca sulla tecnologia di superficie e – al momento della stesura di questo articolo – ha dimostrato 12 anni di sorprendenti prestazioni cliniche, un dato questo finora mai ottenuto nell’ambito dell’implantologia dentale. Da una prospettiva clinica, TiUnite ha permesso l’applicazione predicibile di impianti molto corti e di impianti inseriti in condizione ossee molto impegnative. Inoltre, TiUnite ha sia ridotto il tempo di guarigione necessario prima del carico funzionale dell’impianto sia portato le soluzioni di funzione immediata a un livello di successo molto elevato e affidabile (Glauser, 2011).

Conclusioni
Il comportamento clinico di un design o di una superficie implantare come documentato da osservazioni in vivo ha un valore decisamente superiore degli esperimenti in vitro e degli studi su animali. Gli effetti biologici immediati di qualunque modifica superficiale possono essere neutralizzati a causa della presenza di uno strato osseo osteogenico/induttivo creato durante l’inserimento di impianti moderatamente ruvidi. In queste situazioni, il beneficio teorico di tali modifiche sarà mascherato, fornendo così un ricco campo di ulteriore ricerca. Infine, la generazione di frammenti ossei durante la fresatura e l’inserimento dell’impianto ha un’implicazione clinica importante. Di conseguenza, il lavaggio dell’osteotomia dopo la fresatura può essere controproducente e dovrebbe essere evitato.

L'articolo è stato pubblicato sul numero 3 di Implant Tribune Italy 2013

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