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The Great Crash (la grande depressione) ed un po’ di realismo sul comparto Odontoiatrico

Maurizio Quaranta, vice presidente ADDE-Ancad
M. Quaranta

M. Quaranta

ven. 9 gennaio 2015

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Il dentale, a differenza dei bilanci delle banche, non è soggetto a stress test di alcun tipo. Nel dentale ci si limita a raccogliere i dati per avere, il più in fretta possibile, una helicopter overview sull’andamento dell’anno appena chiuso. Ovviamente, quando parliamo di dati, ci riferiamo alla classica analisi quantitativa dove i dati sono semplicemente un insieme di numeri e poco o nulla mostrano ai fini di un’eventuale collaterale analisi qualitativa.

I dati raccolti a fine Dicembre 2014, per quanto possano ancora essere lontani dall’essere considerati definitivi, sono già più che sufficienti per essere interpretati con realismo, tanto che posso sin d’ora confermare che il mercato del materiale di consumo nel 2014 non ha subito contrazione alcuna rispetto al 2013 ed al 2012, nonostante i morsi sempre più feroci della crisi economica generale.

Per trasparenza dichiaro che il dato viene da me monitorato mentre la “benzina viene erogata alla pompa”, ovvero al momento in cui il materiale passa dal Deposito dentale allo studio odontoiatrico. Escluso quindi, e da anni, che lo studio odontoiatrico faccia acquisti di materiali di consumo per detenere importanti scorte, è evidente che il dato rilevato è, oltre che sicuro, “neutro” tra i diversi esercizi.

Quello che possiamo contestare al dato della quantitativa è che una successiva analisi qualitativa ci porterebbe a verificare che i risultati possano anche risentire sia del product mix che del mix di canale, ma non è questa la questione che qui ci interessa analizzare. Peccato che a Dicembre 2014, proprio mentre dichiaravo il dato di sostanziale parità con gli esercizi precedenti, parte degli odontoiatri con i quali mi confrontavo, non vedevano il dato e perseveravano in un atteggiamento depressivo teso a reiterare lo sconforto di un declino collettivo della categoria.

Ed è proprio su questo depressivo che voglio attirare l’attenzione, perché mi piacerebbe che ci domandassimo se la depressione nel dentale è solamente un sinonimo de “The Great Crash” (la grande depressione economica del ‘29) o è il termine psicanalitico che genera mancanza di fiducia nel futuro e che dal singolo, dove è nata, si è sviluppata come in un contagio letale a tutto (o, per fortuna, solo quasi tutto) il dentale.

Ho già avuto modo di affermare, ed ora lo ripeterò sino alla nausea, che circa diecimila studi odontoiatrici, su trentaseimilaeseicento, vanno bene e producono reddito: fonte? Agenzia delle Entrate. E su questi, ovviamente, niente da dire, anzi: congratulazioni. E gli altri? Qualcuno dei rimanenti, che non aveva visto per tempo i cambiamenti, ha cambiato rotta quando li ha visti ed è corso ai ripari.

Felice per costoro che, presto dovrebbero tornare a guadagnare, anche se mai potranno guadagnare quanto abbiamo visto guadagnare negli anni d’oro dell’odontoiatria. Parlo di quel periodo come dell’Eldorado che ha reso ricco tutto il dentale, produttori e depositi dentali inclusi, che è però finito nella seconda metà degli anni 80, dove chi ha dato ha dato, chi ha avuto, ha avuto, e per tutti, ora, scurdammuce u passato…

Scusatemi, ma questa deviazione sull’Eldorado mi stava facendo dimenticare di quelli che invece non solo non hanno visto il cambiamento, ma non lo vogliono nemmeno vedere né ora, né mai. Che dire? “Sì sta come d'autunno sugli alberi le foglie” e mi scusi Ungaretti di questo “furto” ma qui nel dentale, abbiamo anche noi tanti soldati che stanno andando a morire, anche se non fisicamente, al fronte. Domanda: a questo fronte ci stanno andando solo i dentisti? Certo che no: ci sono anche i produttori, i depositi dentali ed anche gli agenti, mentre la selezione nel comparto odontotecnico è già, in buona parte, avvenuta.

Allora tutti insieme appassionatamente? Sì, ma solo coloro che, per paura del rischio e dei cambiamenti, si sono chiusi in una gabbia mentale che li fa brancolare nel vuoto di progettazione e li estranea sempre più dal mondo odontoiatrico. Tutto questo mentre Lo Studio Odontoiatrico vincente si dimostra essere quello che si è innovato tecnologicamente (e chi lo scrive è un immigrato digitale, rispetto ai giovani nativi digitali) e che, anche se ancora (ma per poco) è destinato a soffrire i Suoi primi anni della globalizzazione, sarà tra i vincitori nei prossimi anni con un'ampia offerta professionale disegnata per incontrare le nuove aspirazioni e le nuove esigenze dei pazienti.

Lo stesso, con un semplice “copia e incolla”, vale per tutti gli altri operatori dentali, nessuno escluso ed Agenti da Deposito Dentale inclusi.

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