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Rubrica Figli d’arte: intervista alle prof.sse Grippaudo

Da sinistra verso destra: Cristina Grippaudo, Guido Grippaudo e Francesca Romana Grippaudo.
Prof.ssa Gianna Maria Nardi

Prof.ssa Gianna Maria Nardi

lun. 13 maggio 2024

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La rubrica Figli d’Arte nasce con l’intento di mostrare i percorsi professionali seguiti dai “figli” di prestigiosi professionisti, donne e uomini di scienza, che hanno dedicato la loro vita alla professione, all’approccio clinico e/o all’insegnamento della medicina odontoiatrica.

In questo numero editoriale abbiamo intervistato le prof.sse Cristina e Francesca Romana Grippaudo, figlie del prof. Guido Grippaudo, laureato in Medicina e Chirurgia e specializzatosi a Roma presso l’Università Sapienza in Odontostomatologia. È stato professore Ordinario di Clinica Odontoiatrica nella Facoltà di Medicina e Chirurgia, Direttore della Scuola di Specializzazione in Odontostomatologia, incaricato dell’insegnamento di Materiali Dentari nel Corso di Laurea in Odontoiatria e Protesi Dentaria e il primo Presidente del Corso di Laurea in Igiene Dentale.

Quanto ha influenzato la professione paterna nella scelta della professione medica?
FRG: I genitori spesso si convincono di poter lasciare in eredità la propria professione ai figli, come un privilegio, per cui un padre medico tende a far scegliere ai figli la Facoltà di Medicina, indirizzandoli anche sulla scelta della Scuola di Specializzazione.  Nella mia famiglia le professioni esercitate con maggior prevalenza sono riconducibili alla cura della salute: dal lato paterno ricordo il nonno, valente specialista in ORL, uno zio medico, papà dentista; mentre dal lato materno il nonno, la nonna, mamma ed una zia hanno si sono distinti come farmacisti.  Quindi i role model cui sono stata esposta hanno influenzato la scelta della Facoltà, che è caduta su Medicina e Chirurgia. Si può affermare che fin da piccola ho avuto la consapevolezza a seguire quella strada prendendo a modello la professione paterna, ma non come modello esclusivo e aprendomi ad altre scelte per quanto atteneva alla specializzazione medica. Non era mia intenzione però proseguire la carriera come odontoiatra, e fin dai primi anni del corso di laurea mi sono appassionata inizialmente alla chirurgia, e quindi alla chirurgia plastica. La chirurgia plastica è una branca specialistica in cui viene valorizzato l’apporto creativo del singolo chirurgo nella programmazione di un intervento che risponda alle esigenze individuali presentate dal paziente, ricercando un esito personalizzato che, superando il ripristino di una funzione persa per trauma o per neoplasia, oppure deficitaria per malformazione, abbia anche un aspetto gradevole. La professione di chirurgo plastico mi ha consentito di sviluppare il mio lato creativo, conseguendo un brevetto europeo per un reggiseno da indossare durante il percorso di ricostruzione mammaria, e proponendo tecniche chirurgiche innovative mininvasive per la correzione dell’ipertrofia mammaria e per la correzione delle complicanze da dermal filler. 

CG: Sono una persona curiosa e aperta alle novità. Queste mie caratteristiche sono molto utili per il lavoro di ricerca che svolgo. Quando dovevo scegliere a quale facoltà iscrivermi ero presa da mille dubbi. In quegli anni mio padre mi raccontava le vicende della nascita del Corso di Laurea in Odontoiatria, della selezione per entrare in un numero chiuso e delle nuove materie specifiche per gli studi in Odontoiatria. Mio padre era professore Ordinario di Odontostomatologia e aveva l'insegnamento di Materiali Dentari nel nuovo corso di laurea in Odontoiatria e Protesi Dentaria. Terminati gli studi liceali con il massimo dei voti, decisi di tentare il concorso. Solo più tardi realizzai che il mondo dell’Odontoiatria mi era sempre appartenuto, ed ero felice di frequentare da studente la Clinica Odontoiatrica di Sapienza, dove avevo teneri e allegri ricordi di bambina. L’Odontoiatria ha permesso di sviluppare le mie abilità manuali e intellettuali, e costruire un rapporto con i pazienti che ha l’obiettivo di migliorare la loro qualità di vita. In questo mi sento pienamente appagata della scelta. Nascere “figlia d’arte” non ha eliminato le difficoltà che si incontrano nel progredire nella carriera, anzi ho spesso percepito una diffidenza iniziale nei rapporti, poi svanita alla luce dei fatti. Il mio impegno non nasce dalla voglia di dimostrare, piuttosto vivo con l’impegno a fare il meglio per soddisfazione personale, oltre che per spirito di servizio. A chi dubitasse dei miei risultati posso opporre la gratitudine e l’affetto dei miei tanti studenti e la riconoscenza dei pazienti trattati, oltre a mostrare i frutti delle mie ricerche che mi hanno fatto guadagnare la stima dei miei colleghi. Mia sorella condivide con me questo pensiero, ed è stata gratificata dalle stesse soddisfazioni. 

Quanto è stato utile il passaggio di competenze nello sviluppo di una carriera accademica?
FRG: Il tema delle competenze è importantissimo, perché fin dal primo approccio alla scienza medica sono stata stimolata a partecipare a bandi per borse di studio per stages all’estero, da svolgersi durante il periodo estivo, rinunciando a parte delle vacanze. Le cinque borse di studio vinte in vari Ospedali europei mi hanno consentito da subito di conoscere realtà lavorative diverse da quella italiana, aprendomi a metodologie di studio e di approccio alla professione che hanno creato le basi per le mia esperienza lavorativa, proseguita nel Regno Unito ed in Australia, creando una rete professionale che ancora oggi è in fase di espansione e di cui beneficiano anche gli specializzandi di chirurgia plastica. L’importanza a partecipare a corsi e congressi al fine di aggiornamento sulle novità della disciplina e per creare nuove relazioni professionali mi è stata trasmessa dall’esempio di mio padre, che ricordo di aver accompagnato molto spesso nei numerosi congressi.

CG: Mio padre non ha mai parlato tanto del suo lavoro tra le mura domestiche. Mi ha trasmesso il suo esempio d’impegno e passione. Lo ricordo intento a scrivere lavori scientifici, o la tranquillità con cui gestiva il lavoro clinico. L’accademia l’ho respirata attraverso le sue numerose frequentazioni con illustri colleghi, con cui condivideva un rapporto di amicizia sincera. L’insegnamento che ne ho tratto è che per sviluppare la carriera accademica non bisogna camminare soli. Così sono entrata sempre con il sorriso nelle realtà accademiche nuove, prima la Scuola di Specializzazione in Ortognatodonzia a Cagliari e poi l’Istituto di Clinica Odontoiatrica dell’Università Cattolica, aprendomi alle possibilità di nuovi contatti e collaborazioni. Grazie all’incarico di Presidente del Corso di Laurea in Igiene Dentale ho potuto rinnovare questa esperienza e stringere nuove amicizie. La Presidenza del Corso in Igiene Dentale è stato l’ultimo impegno accademico di mio padre presso Sapienza. Più che un passaggio di competenze sento la responsabilità, l’orgoglio e la determinazione a far crescere questa professione scientificamente e per opportunità di lavoro. In questo obiettivo mi sento supportata da tutto il gruppo dei Presidenti e Coordinatori dei Corsi in Igiene Dentale, che con esperienza e dedizione contribuisce al progresso di questa professione.

Nota editoriale:

Cristina Grippaudo
(CG) vive e lavora a Roma come Professore associato di Malattie Odontostomatologiche dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, sede di Roma. I suoi incarichi accademici sono la titolarità dell’insegnamento di Ortognatodonzia nel Corso di Laurea in Odontoiatria e Protesi Dentaria, e l’affidamento degli insegnamenti di Ortognatodonzia presso il Corso di laurea in Igiene Dentale, di cui dal 2011 è Presidente, e nel Corso di Laurea in Logopedia. Dirige anche il Master di secondo livello teorico e clinico in Ortognatodonzia e Gnatologia. La sua attività Clinica si svolge negli Ambulatori di Odontoiatria del Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS. Sposata con un collega Odontoiatra, ha due figli, uno Avvocato e ricercatore presso l’Università di Copenaghen e il secondo Ingegnere Gestionale.

Francesca Romana Grippaudo
(FRG) vive e lavora a Roma, come Professore Associato di Chirurgia Plastica dell’Università degli Studi di Roma Sapienza. I suoi incarichi accademici sono la titolarità dell’insegnamento di Chirurgia plastica nel corso integrato di Malattie cutanee e Chirurgia plastica del corso di Laurea B, della Facoltà di Medicina ed Odontoiatria; Coordinatrice del corso di Scienze Chirurgiche del corso di Laurea in Tecniche Ortopediche, Facoltà di Medicina e Psicologia con la titolarità d’insegnamento nel corso di Chirurgia Plastica, Presidente del Corso di Laurea in Tecniche Ortopediche dal 2016 al 2020. La sua attività clinica si svolge presso la UOC di Chirurgia Plastica del Policlinico Umberto 1 di Roma, mentre l’attività libero professionale è esercitata in intramoenia.  Sposata con un Architetto, ha un figlio, studente di economia presso la LUISS, Roma. Presidente dell’Associazione italiana delle Donne inventrici ed innovatrici.

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