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Bocca secca? Grazie a nuove ricerche ecco un modo nuovo per trattarla

Il calcio gioca un ruolo cruciale nella secrezione salivare. (Photograph: Imagewell/Shutterstock)

mar. 19 aprile 2016

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Rochester (USA) e Vancouver (Canada). L’interruzione della secrezione delle ghiandole salivari gioca un ruolo importante in alcune malattie della bocca come la xerostomia, disturbo comune in pazienti sottoposti a radiazioni alla testa e al collo, ma che può anche verificarsi come effetto collaterale di una varietà di farmaci. Una nuova ricerca ha individuato il funzionamento, in gran parte sconosciuto, che innesca la secrezione salivare. Dai suoi esiti si spera di poter contribuire al trattamento preventivo di molte malattie.

Nello studio i ricercatori si sono concentrati sul calcio intracellulare implicato nella produzione e secrezione di fluidi corporei e regolatore di processi come la contrazione muscolare, rilascio di neurotrasmettitori, secrezione di insulina e processi cellulari generali, come espressione genica, proliferazione e morte cellulare.
Si sa che occorre la presenza del recettore 1,4,5-trifosfato (IP3) per incrementare il calcio intracellulare. Formato da quattro sub-unità identiche, funziona come canale di rilascio del calcio. Utilizzando avanzate tecniche di ingegneria molecolare e genetica i ricercatori hanno scoperto che tutte e quattro le molecole IP3 sono necessarie per rendere più attivo il canale del calcio nella cellula e avviare i processi come la secrezione di fluidi, facendo in modo che il canale si apra solo a determinate condizioni ed evitando il rilascio di elementi nocivi che potrebbe uccidere le cellule.

«Da tali risultati deriva non solo il poter comprendere come il calcio sia controllato nelle cellule, ma anche vari disturbi della secrezione umana, che vanno da secchezza delle fauci alla pancreatite» dice Robert T. Dirksen dell’University of Rochester Medical Center, dove la ricerca è stata condotta.
Intitolata “Defining the stoichiometry of inositol 1,4,5-trisphosphate binding required to initiate Ca2+ release” la ricerca condotta in collaborazione con l’Università canadese della British Columbia, è stata pubblicata sul numero di aprile della Rivista Science Signaling.

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