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Renato Balduzzi: “In alcune regioni stanno ancora aspettando Godot, e in alcuni casi non arriverà mai”

Congresso Rimini Corte Diritto della Salute (© A. Genitori)
A.Genitori

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lun. 2 dicembre 2013

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Le istituzioni presenti al secondo Congresso “Corte di Giustizia Popolare per il Diritto alla Salute” organizzato da Federanziani a Rimini hanno riposto il welfare come prioritario soprattutto per le fasce deboli.

Dinanzi oltre tremila persone, il Congresso di Rimini “Corte di Giustizia Popolare per il Diritto alla Salute” ha approvato all’unanimità le proposte fornite dalle apposite commissioni che nei giorni congressuali, dal 28 al 30 novembre, hanno lavorato per fornire una strada verso un welfare riproposto come prioritario soprattutto per le fasce deboli. E, sebbene i tanti anziani presenti con fragorosi applausi ed incitamenti non hanno dato l’idea di essere deboli, i dati emersi durante i lavori pongono problematiche economiche e sociali, per il presente e per il futuro, ben poco incoraggianti.

Temi che hanno trovato sensibili le autorità e le istituzioni presenti, primo tra tutti l’ex ministro della salute sotto il governo Monti, Renato Balduzzi. “La FederAnziani è un’associazione un po’ strana – ha esordito l’ex ministro – Non vedo anziani ma solo persone determinate. Quella a cui sto assistendo in questi giorni congressuali è una delle più grandi esperienze di democrazia partecipativa attiva. L’ex ministro ha successivamente posto l’accento sulle difficoltà della politica, soprattutto per quanto riguarda l’attuazione delle leggi, con regole spesso non attuate con pratiche concrete. Creando degli scompensi tra regione e regione: “In alcune regione stanno ancora aspettando Godot, e in alcuni casi non arriverà mai. L’assistenza di base è imprescindibile, non si può pensare che essa possa valere solo per alcune fasce o in determinati periodi. Non possiamo chiedere ai nostri cari di ammalarsi solamente dalle 8 alle 20 di sera per poter essere coperti ed assistiti.”

Ricordando che il sistema sanitario italiano è considerato nel mondo uno dei migliori, l’intera platea ha voluto sottolineare che ciò è ancora possibile solamente grazie a realtà di cittadini attivi, volontari, pronti a sorreggere tutti gli operatori sanitari che, in moltissimi casi, operano ben al di là di ciò che è previsto dal loro contratto.

Pensiero che è stato ripreso anche dal Europarlamentare Oreste Rossi: “Mentre in Italia ci si scontra tra un partito è l’altro, in Europa cerchiamo costantemente di collaborare tra noi. Gli anziani sono il nostro futuro, perché le loro battaglie, i diritti che riusciranno ad ottenere, saranno i diritti che avranno i giovani di oggi quando invecchieranno. Ed in quest’ottica l’Europa deve essere vista come un’occasione. Per stare in Europa l’Italia dà annualmente circa 15 miliardi, di cui 10 dovrebbero tornare per finanziare i progetti presentati. Attualmente riusciamo a ottenere meno della metà dei soldi che ci spettano, e questi soldi invece dovrebbero tornare per finanziare il nostro paese , i nostri diritti. Il futuro è nella ricerca e dobbiamo imparare interfacciarci con l’Europa per far si che i soldi destinati all’Italia non vadano ad altri che si sono dimostrati in questi ultimi anni solamente più bravi a prenderli.”

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