DT News - Italy - Non è dovuto alcun balzello per la musica in studio. Grazie all’Andi salvi tutti i liberi professionisti europei

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Non è dovuto alcun balzello per la musica in studio. Grazie all’Andi salvi tutti i liberi professionisti europei

Andi

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mar. 20 marzo 2012

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Il 15 marzo la Corte di Giustizia europea ha pubblicato la sentenza con cui si afferma che la diffusione gratuita di musica in uno studio odontoiatrico - ma il principio vale per ogni attività economica di tipo libero professionale - a beneficio della relativa clientela, non dà diritto alla percezione di un compenso a favore dei produttori fonografici.

“Sono veramente molto soddisfatto del risultato raggiunto - commenta il Presidente Nazionale, Gianfranco Prada - che ribadisce il concetto fondamentale, da sempre sostenuto da Andi, che lo studio professionale non è un luogo pubblico. Si tratta di una vittoria storica, ottenuta grazie al nostro impegno, alla tenacia dell’Associazione e alla valenza del nostro ufficio legale: un risultato sindacale vero, che farà risparmiare migliaia di euro ai soci e a tutti i liberi professionisti europei.”
La sentenza della Corte arriva dopo che l’attivazione di alcune cause promosse contro alcuni dentisti appartenenti ad Andi dalla Società Consortile Fonografici (Scf), quale mandataria dei produttori fonografici consorziati per far accertare che questi diffondessero musica di sottofondo nel proprio studio dentistico, senza pagare alcunché a Scf. Le sentenze di primo grado sono state vinte dai dentisti col supporto fornito dall’ufficio legale nazionale Andi. Scf le ha impugnate e la Corte d’Appello di Torino ha rimesso la causa alla Corte di Giustizia europea per accertare se il diritto europeo (che disciplina la materia) incidesse, e in qual misura, sull’esito della controversia.
Dinanzi alla Corte di Giustizia, Scf ha sostenuto che la questione incideva non solo sugli odontoiatri, ma su tutte le libere professioni: i legali di Andi Nazionale si sono motivatamente opposti. I giudici europei, la cui sentenza ha un’efficacia normativa vincolante, hanno pienamente accolto la tesi sostenuta da Andi sin dal primo grado del giudizio, affermando che i clienti di un dentista - come di ogni altro studio professionale - non possono essere qualificati come “gente in generale” dal momento che sono tutti conosciuti dal professionista che li riceve singolarmente e personalmente.
 

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