DT News - Italy - Rapporto Oms Salute donna

Search Dental Tribune

Rapporto Oms Salute donna

Emanuela Medi

Emanuela Medi

gio. 3 giugno 2010

salvare

Il rapporto Oms sulla donna e sullo stato di salute della medesima evidenzia come entrambe siano importanti per lo sviluppo sociale di un Paese e indica la condizione femminile come priorità urgente a livello globale.

Il rapporto evidenzia le opportunità che bisogna sviluppare, le aree di maggiore criticità, ma soprattutto evidenzia come siano necessarie politiche più coerenti da parte delle leadership, in modo da implementare le risorse a partire dalla primissima infanzia, via via attraverso le varie fasi della vita della donna, tenendo conto delle determinanti biologiche, del ruolo della medicina di genere, della aumentata esposizione a molteplici rischi, alla informazione e anche ai differenti livelli di accesso ai servizi sanitari.
In un mondo che invecchia la sfida è prevenire e gestire i fattori di rischio, affinché non diventino elementi di cronicità per la salute del domani.
Le donne generalmente vivono più a lungo degli uomini per i loro vantaggi biologici, ma in alcune parti del mondo, particolarmente in Asia, questo si traduce in uno svantaggio a favore del maschio, per cui l’aspettativa di vita della donna dalla nascita risulta essere uguale a quella dell’uomo, se non inferiore, e anche se la donna vive più a lungo non vuol dire che viva meglio. Vi sono delle condizioni, come la maternità e il parto, che se non costituiscono malattia, espongono la donna a rischi che impongono particolare attenzione. Non solo la donna – questo vale per paesi ricchi e poveri – ha molte ineguaglianze come l’accesso alla scolarizzazione, l’educazione, il lavoro, che limitano la reale possibilità di proteggere la salute. Evidenze che diventano più significative nei paesi in via di sviluppo e tra le fasce di popolazione più disagiate.
Nei paesi ricchi l’aspettativa di vita supera ormai i sessant’anni e ci si ammala di meno; nei paesi poveri l’età media è costituita da giovani donne, e molte ragazze muoiono ancor prima di diventare donne.
Da notare che la maggiore differenza tra paesi ricchi e poveri è la mortalità materna: il 99% del mezzo milione di decessi all’anno al mondo per parto avviene nei paesi in via sviluppo e la maggiore frequenza di morbilità e di mortalità avviene quando la donna è in età riproduttiva (15-40 anni), età appunto in cui si produce e si riproduce con un forte impatto anche per le generazioni future.
Da notare che molti cambiamenti di salute avvengono negli anni più importanti dell’età riproduttiva; per esempio, le complicanze che sopravvengono alla nascita o durante la gravidanza costituiscono la causa più frequente di mortalità tra le donne tra i 15 e i 19 anni dei paesi poveri, con un forte impatto negativo per le generazioni future.
L’altro grande problema in questi paesi è costituito dall’infezione da HIV per la quale le donne sono particolarmente indifese a causa della maggiore vulnerabilità all’infezione associata alla ineguaglianza sociale, per cui non hanno informazioni su come proteggersi dalla malattia, come trattarla, visto che è pressoché impossibile “negoziare” la salute sessuale.
Il risultato sono maternità non volute, aborti procurati, infezioni sessualmente trasmesse, la salute del neonato.
Non dimentichiamo un altro dato assolutamente trasversale nei paesi ricchi e poveri: quello della violenza sessuale, che incide profondamente sulla psiche della donna:
I suicidi costituiscono una delle principali cause di morte tra i 25 e i 59 anni e sono la seconda causa di morte nei paesi dell’Ovest-Pacifico.
Paesi ad alto reddito hanno non poche criticità: anche questi hanno alti livelli di abortività e di maternità non desiderate, le donne soffrono di depressione, le ultracinquantenni sono affette da malattie cardiovascolari, ictus, BPCO, inquinamento indoor, tumori. Molte donne sono ipovedenti: si stima che 2,5 bilioni di donne nel mondo in età avanzata diventano cieche, perché non operate di cataratta.
Molti dimenticano che uno dei più importanti determinanti è la nutrizione. Una giovane donna denutrita avrà più probabilità di concepire un bambino con deficit emotivi, fisici e psichici, tali che più facilmente potrà abusare di droghe e alcool, oltreché essere lui stesso vittima di abusi.
Una delle ragioni per cui i sistemi sanitari sono un fallimento per le donne è per i pregiudizi inerenti le stesse società. Ad esempio, spesso, le donne devono spendere di più per il servizio sanitario rispetto agli uomini perché sono più povere, disoccupate, con un lavoro part-time o con un lavoro che non copre l’assistenza sanitaria. Purtroppo molti servizi sanitari non rispondono alle esigenze delle donne che paradossalmente dovrebbero essere le maggiori beneficiarie per il doppio ruolo che rivestono in famiglia e nella società.
Al momento, è necessario che tutti i sistemi sanitari prestino maggiore attenzione alla salute femminile, in particolare alla sfera sessuale e riproduttiva. La mortalità e la morbilità di molte malattie della donna dipendono dalla prevenzione, dalla cura, dall’accesso ai servizi, ma soprattutto dalla mentalità, dal grado di cultura e dalle attitudini sociali del Paese in cui vive.
 

To post a reply please login or register
advertisement
advertisement