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“Dottore vorrei di nuovo il mio sorriso”. Questa è sempre più spesso la domanda che il paziente edentulo rivolge al proprio odontoiatra, il quale è chiamato a progettare un restauro protesico che sia in grado di accontentare le esigenze del paziente.
Un protocollo che può portare a ottimi risultati è quello della protesi ibrida. La protesi rimovibile a supporto implantare può essere considerata al momento il miglior progetto da presentare a un paziente edentulo, poiché racchiude in sé tutte le caratteristiche necessarie per riuscire a ottenere ottimi risultati sia estetici sia funzionali, uniti alla possibilità di avere un’ottima igiene del manufatto. Inoltre, molto spesso si ottiene un miglior sostegno labiale e una migliore fonetica.
Caso clinico
Il paziente di 71 anni, in buona salute, si presenta all’osservazione del clinico perché portatore di protesi totale superiore e inferiore. Il problema che manifesta è non riuscire a sopportare le sue protesi, in quanto poco stabili. Si notano infatti protesi consumate dal tempo, diminuzione della dimensione verticale e perdita della centrica. Il paziente ha perso tutti gli elementi dentali da giovane per incuria e per problemi parodontali. Le creste sono completamente riassorbite e sottili.
Dovendo affrontare una riabilitazione su entrambe le arcate, avendo il paziente una muscolatura molto ben sviluppata e dovendo tener conto dei costi, si consiglia una riabilitazione su protesi totale superiore e inferiore ancorata a una barra implantare. L’utilizzo di una barra implantare nell’arcata inferiore, oltre a dare una stabilità alla protesi, crea una ritenzione adatta a supportare i carichi masticatori del paziente. La scelta di non utilizzare solo degli attacchi, preferendo la barra, è motivata dal fatto che, a differenza di questi ultimi, la barra oltre a stabilizzare dà un carico adeguato agli impianti osteointegrati (Figg. 1a-e).
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