Ieri, 3 marzo, si leggono su ADNKRONOS le dichiarazione di Marina Calderone, Presidente del CUP (Comitato Unitario Professioni), in risposta al deputato di Scelta Civica Andrea Vecchio in merito alla riforma radicale degli ordini professionali.
"Chi continua a chiedere l'abolizione degli ordini, come soluzione ai problemi dell'italia, non conosce la realtà del Paese. Continuare ad alimentare questo stantio 'refrain' è assolutamente improduttivo e privo di ogni significato". La nota prosegue sostenendo che l’ultima riforma del sistema ordinistico contiene “caratteristiche di modernità assolute, specialmente se si confronta con altre realtà".
I numeri poi degli iscritti non sembra indicare un freno all’accesso dei giovani: "dei 2,3 milioni di iscritti agli ordini professionali - ricorda Marina Calderone - oltre il 50% è under 40 e si è iscritto negli ultimi 10 anni”. Insistendo sul contributo delle professioni nella vita sociale, amministrativa, politica ed economica del nostro Paese, nonchè al processo di modernizzazione dello stesso riporta anche i numeri dei posti di lavoro “tra occupazione diretta e indotto, il bacino occupazionale delle professioni è stimato in poco più di 3,9 milioni di posti di lavoro, pari al 15,9% dell'occupazione complessiva, con l'8,5% di occupazione diretta e l'8,7% nell'indotto".
Ribadendo che gli Ordini non solo amministrano i propri iscritti ma tutelano anche gli interessi dei cittadini e dello Stato, conclude: "riguardo poi all'affermazione che il sistema ordinistico - rimarca - sia un retaggio di epoche passate, basta avere una minima conoscenza dei sistemi esistenti negli altri stati europei, a cominciare dalla Germania, per comprendere di essere in errore". "I professionisti ordinistici - conclude Marina Calderone - operano a tutela del cittadino e delle imprese per le tante attività sussidiarie che svolgono in ausilio alla pubblica amministrazione e senza le quali mai sarebbero garantiti i diritti dei cittadini".
Fonte: ADNKRONOS
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