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Esordio del Centro Studi Antlo alla Camera dei Deputati: l’odontotecnico italiano oggi chi è?

Massimo Maculan sul podio.

lun. 9 giugno 2014

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Il Convegno alla Camera del 6 giugno scorso dal titolo “La questione odontotecnica” segna un passo importante nella storia della categoria: essersi dotati di un proprio Centro Studi che analizza i dati del comparto odontoiatrico autonomamente, significa non solo fornire strumenti di riflessione e progettazione per gli odontotecnici e i loro laboratori, ma anche affermare che essi vogliono far parte attiva nei processi di definizione dei modelli di odontoiatria, governando i cambiamenti con il resto della filiera odontoiatrica e non in veste sussidiaria.

Dice Massimo Maculan, presidente Antlo: «Noi rivendichiamo la piena legittimità di discutere di odontoiatria, non in quanto professione che riguarda gli abilitati per legge al suo esercizio, ma come attività che non è solo affare di qualcuno. Dai destini dell’odontoiatria dipendono quelli di noi odontotecnici, della nostra attività professionale e aspirazioni. Negare a noi di interessarci di odontoiatria significa impedirci l’interesse per il nostro presente e futuro. D’altra parte, confrontarsi con efficacia sul contesto di riferimento significa alzare l’asticella dell’impegno e competenza e non essere più condannati ad una inarrestabile residualità, alla rassegnazione di essere considerati comunque dei “figli di un Dio Minore”. Esordire con un proprio convegno nell’ambito istituzionale, nella sala Mercede della Camera dei Deputati – ha sottolineato Maculan ‒ vuole ribadire invece l’appartenenza a pieno titolo alla Sanità». Oltre a Maculan, al tavolo di Presidenza, il consigliere per l’Odontoiatria del Ministro Lorenzin, Franco Condò e Maurizio Troiani, il quale ha coordinato gli interventi di numerosi invitati, per lo più di estrazione politica, ai cui interventi si rinvia nei prossimi articoli. Ampiamente distribuita, la relazione introduttiva di Maculan (14 cartelle circa) è stata letta dinanzi a una platea a numero chiuso, dirigenti Antlo dalla sobria eleganza, per rispetto del luogo, ma anche per dare all’evento piena ufficialità e valore celebrativo. La relazione ha preso le mosse dal contesto generale di riferimento, compreso il modello di odontoiatria.

Tra i dati analizzati, gli accessi alle cure, l’immagine dell’odontoiatra odierna fino alle “occasioni mancate”. Alcuni punti salienti: «Noi vogliamo parlare della crisi strutturale del comparto. Per questo usciamo oggi dai laboratori per non essere costretti a chiuderli. Dobbiamo trovare soluzioni adeguate, diventare soggetti attivi. Quando in passato abbiamo tentato di por mano all’Odontoiatria abbiamo trovato ostacoli, sembrava che noi non potessimo mettere il naso nel comparto. Noi rivendichiamo invece di poter dire la nostra, perché i nostri destini dipendono dall'Odontoiatria. Per far questo tuttavia bisogna cambiare la visione comune che si ha dell’odontotecnico, visto come un abusivo o colui che applica alti costi». Parlando del modello di odontoiatria «quello che va per la maggiore – ha sottolineato Maculan ‒ ha dei pregi affermandosi come comparto privato in supporto alle carenze del pubblico. Ma tale modello crea ora un calo negli accessi alle cure e nella filiera. Non si può imputare solo alla crisi economica – ha ammonito ‒ se il tale modello presenta oggi dei problemi, perché la crisi è intrinseca nel modello proposto finora». Parlando di occasioni mancate, si riferisce al 2002 allorché Andi, nel Congresso “Governare il cambiamento” sancì la volontà, associandosi con altri soggetti della filiera, di costituirsi in “soggetto collettivo” in grado di confrontarsi proficuamente con le varie forme di “Terzo pagante”, favorendo così l’avvento in odontoiatria della Sanità integrativa. Quelle deliberazioni non hanno avuto tuttavia un seguito, ostacolate ‒ ha sottolineato Maculan ‒ anche da ambienti ordinistici. «Al contrario, oggi la Sanita integrativa è un’opportunità per odontoiatria di qualità. Anche gli odontoiatri oggi la considerano tale.

Ma poiché fino a poco tempo fa non erano affatto di quest’avviso, io lo ritengo un cambio epocale». «Noi siamo favorevoli all’abolizione degli ordini professionali a cominciare da quello dei medici – ha dichiarato Maculan ‒ che hanno bloccato accesso alle cure». Un accenno anche all’ENPAM: «Hanno proposto l’apertura ad altre professioni sanitarie ma la componente odontoiatrica è contraria, anzi la più ostile». Anche se il Profilo Professionale non è l’unica esigenza degli odontotecnici, non poteva non trovare il giusto rilievo nella relazione del Presidente. Una vicenda trascinatasi per 86 anni, che oggi ha come interlocutori il Ministero della Salute e gli Assessori alla Salute regionali «Siamo stretti da due fattori negativi – ha detto – l’avversione delle rappresentanze e la complicanza dell'iter. Il profilo non è una soluzione, bensì una battaglia di dignità, sulla quale non escludiamo forme di mobilitazione». Argomento che verrà ripreso successivamente dall’on. Fabrizio Anedda, secondo il quale “l’attuale profilo non ha più senso anche con i nuovi cambiamenti tecnologici”. Grande il rilievo dato nella relazione (ripreso anche da molti relatori istituzionali) del DDL Marinello n. 471 contro l’esercizio abusivo delle professioni. «Siamo favorevoli alle sanzioni per chi esercita abusivamente la professione, ma devono essere ripristinate anche per i prestanome, condizione “in sé” dell’abusivismo. Ci spiace constatare che all’uscita del decreto “lo scippo con destrezza” non è stato citato dalle organizzazioni odontoiatriche» dice Maculan. Il tema è stato oggetto di presa d’atto di alcuni Onorevoli, impegnati a sostenerlo anche dinnanzi alle Commissioni Sanità e Giustizia. Impegno ribadito da tutti i presenti, sia dirigenti del Ministero, che politici: sosterranno le istanze degli odontotecnici non per una mera difesa o appoggio alla categoria ma per l’interesse generale che riveste l’accesso alle cure da parte del cittadino e la sua stessa salute. Altro tema caldo le tecnologie, dove senza negarne l’avvento, si ribadisce la volontà di difendere il proprio spazio professionale, in un quadro normativo “che permetta a chiunque di fare il nostro lavoro” dando adito un domani a nuovi abusivismi. Significativo l’intervento di Giuseppe Venturini della Nobel Metal, azienda da sempre impegnata nel settore odontotecnico e delle leghe preziose. «Oggi noi cavalchiamo il CAD/CAM, non lo subiamo, ‒ ha detto ‒ le nuove tecnologie si devono utilizzare, non subire. Tra in benefici creare una rete di tracciabilità e un filo diretto con il paziente, come per esempio per la camera intraorale. Per cavalcare e non subire ‒ ha concluso ‒ ci vuole più impegno e un’attenta valutazione delle scelte. Ma questo significa fare impresa». Il tema del laboratorio come impresa e del profitto era anche stato toccato con passione da Fabrizio Anedda, ma secondo la scrivente, non sufficientemente approfondito durante il convegno. Dimostrando scarsa fiducia nei cd. “Tavoli del dentale” o similari, Maculan ha concluso proponendo al Ministero della Salute di farsi parte diligente nella convocazione di una conferenza sull’Odontoiatria, che dovrebbe coinvolgere tutti soggetti della filiera. Inoltre, due le proposte per facilitare gli accessi alle cure: l'affermazione di una sanità integrativa in odontoiatria e la defiscalizzazione dei costi delle prestazioni. Gli oneri relativi si potrebbero recuperare con conseguente aumento del comparto. Di defiscalizzazione, il sen. Sangalli,della Commissione Bilancio, ha parlato ampiamente, riportando altre esperienze nei settori edile e automobilistico. In un’analisi di più ampio respiro, ha aggiunto «Più si concentra ricchezza, meno esiste capitalismo e la domanda aggregata si abbassa. Il governo intende fare ora un’azione di stimolo di tale domanda. Sono stati fatti interventi in merito al “cuneo fiscale” e la diminuzione Irap per aziende, ma se non faranno parte di un intervento complessivo a livello europeo, i problemi strutturali del nostro paese non si risolveranno». Ritornando alla questione odontotecnica «è un problema che riguarda l’ambito della Sanità; – ha sottolineato ‒ il calo del presidio alla salute significa calo di qualità di vita, un decadimento sociale oltre che economico.

Di qui l’importanza di questo punto per chi si occupa di politica pubblica: i politici devono fare una riflessione in questo settore. Supporti come quelli che avete indicato si possono adottare purché i recuperi delle risorse avvengano davvero. L’Odontoiatria è una questione delicata, per via anche del sommerso, e la detraibilità potrebbe farlo recuperare». Altre importanti conclusioni si possono trarre dall’intervento di Ilvo Diamanti, dell’Università di Urbino e di Parigi, editorialista della Repubblica che si occupa di identità e rappresentanze delle quali, ha detto all’inizio del suo intervento, «anche voi vi dovreste occupare. La questione odontotecnica non può essere ridotta ai rapporti con le professioni vicine, con l’abusivismo, con il Ministero, con i cd. “tavoli”, ma una questione avente a che fare con la rappresentanza, con l’identità. Ossia, significa dire chi siete: voi dovete dirlo e chi vi rappresenta sapere chi siete». Ecco allora i compiti che suggerisce alla platea: 1) Che cos’è l’odontotecnico e quali i suoi confini con altre figure? 2) In cosa si specifica? 3) Qual è la sua rappresentazione sociale? 4) Come sono percepiti dal cittadino? Questo significa anche crearsi una immagine. «Io penso – ha detto Diamante ‒ che dovreste comunicare chi siete, spiegandolo prima a voi stessi. Non è solo il regolamento di una legge o il confronto con altri ruoli. Dovete convincervi che avete un’identità, avere un’immagine, una comunicazione. Dovete cambiare il profilo personale, auto-comunicarvi meglio, per avere un maggior peso sociale. Perché tu esisti solo se tu sai di esistere. Solo così gli altri vi riconosceranno». Allora, odontotecnico… chi sei?

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