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Premium Day: dal nome di un impianto a un congresso dall’anima duplice

Massimo Boccaletti

Massimo Boccaletti

mar. 14 giugno 2011

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Se si vuole giudicare la riuscita di un Congresso, si parla solitamente di numeri e di qualità, circostanze sicuramente presenti entrambe al IX Premium Day della Sweden & Martina svoltosi dal 9 all’11 giugno ad Abano (il Congresso) e a Due Carrare (la serata di gala).

Il numero, innanzitutto, impressiona. Perché, dati i tempi e visto che si tratta di un evento pur sempre organizzato da un’Azienda privata, mille partecipanti sono cifra che colpisce. Così come ha impressionato vederli tutti insieme appassionatamente nella tensostruttura che ospitava il Galà, in una serata frizzante grazie alle delizie di un buffet raffinato e al contagio canterino di Umberto Smaila.
A provocare la “carica dei mille” al Teatro di Abano, dove una trentina di relatori si sono alternati per la “tre giorni implanto-protesica” è stato il richiamo esercitato dalla loro valentia. Ma anche, e non poco, un’organizzazione minuziosa in un clima di accoglienza efficiente che gratifica chi la riceve e qualifica chi la eroga.
Chi scrive ha potuto saggiare da vicino queste qualità, perché districarsi tra tanti relatori e un migliaio di partecipanti non è affatto facile. Due i primi protagonisti dell’evento: Sandro Martina, il Patron, che si muoveva compiaciuto tra i suoi mille ospiti, e Ugo Covani, ideatore del Premium oltreché animatore scientifico e coordinatore. Fu lui nel 1997 a suggerirgli un evento che qualificasse culturalmente, e non solo produttivamente, la Sweden, dandogli il nome di un impianto prodotto dall’Azienda. Sostenuta da Gianfranco Parenti, esponente di spicco della Sweden in Spagna, l’idea prese corpo nel giugno dell’anno successivo a Montecatini dove si svolse il primo Premium Day presentato dallo stesso Covani “in veste di valletta”, come dice di sé scherzando, oltreché di coordinatore scientifico. La formula come noto, ha attecchito. In seguito all’“esplosione” [Covani la definisce così, Ndr] della Sweden nell’endodonzia, il Premium ha assunto una frequenza alternata: un anno implantologia, l’anno dopo endodonzia, il cui coordinatore scientifico è Vinio Malagnino.
“Le relazioni presentate, tutte di ottimo livello e orientate solitamente alla clinica – commenta Covani – hanno dato spunto a un notevole arricchimento professionale”. Un ulteriore segno di successo, se mai ce ne fosse bisogno, è l’arrivo di questa che non è più una festa privata, se mai lo è stata, di rappresentanze straniere, anche dall’Oriente, dove la Sweden si sta espandendo alla conquista di nuovi mercati.

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