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Premiato il farmaco alle alghe che aiuta a combattere le malattie

Gli alginati delle alghe possono combattere le infezioni resistenti ai farmaci, come quelle associate con la peri-implantite. (Fotografia: divedog/Shutterstock)

ven. 30 giugno 2017

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Cardiff – Insieme alla società biofarmaceutica norvegese AlgiPharma, i ricercatori dell’Università di Cardiff hanno lavorato su nuovi farmaci per combattere le infezioni e le malattie resistenti agli antibiotici. Nello studio il team operante presso la Scuola di odontoiatria ha dimostrato come gli alginati – trovati nell’alga – possono annientare la formazione di biofilm microbici.

I biofilm che si formano quando una comunità di batteri si assembla in qualche forma di ambiente acquoso, iniziano a secernere una sostanza simile alla colla e ad aderire a una superficie. I biofilm sono stati coinvolti in un’ampia varietà di infezioni microbiche del corpo umano. Ne è esempio la placca che può provocare carie e malattia parodontale, se non disgregata.

In un’intervista della Dental Tribune International, il leader della ricerca, professor David Thomas spiega che gli alginati specializzati lavorano in due modi: «In primo luogo, essi interagiscono direttamente con la matrice “appiccicosa” del biofilm che avvolge i batteri e ne modifica la struttura legandosi al calcio, rendendolo meno robusto e più facilmente disgregabile. In secondo luogo, essi lavorano direttamente sui batteri incidendo sulle loro capacità di sviluppare il biofilm e rendendoli più sensibili agli effetti della terapia antibiotica convenzionale».

I ricercatori hanno utilizzato le informazioni sul funzionamento degli alginati per sviluppare, in fase di test, una terapia inalatoria applicata a pazienti affetti da fibrosi cistica. In caso di esito positivo, il trattamento potrebbe essere applicato per favorire l’eliminazione di muco ostruttivo dai polmoni e rallentare potenzialmente la progressione della malattia. Inoltre, essi potrebbero essere utilizzati in altre, più comuni malattie respiratorie, come la malattia polmonare ostruttiva cronica (BPCO).

La ricerca sta inoltre spianando la strada verso un migliore trattamento delle ferite croniche della pelle e nella battaglia agli organismi che per esempio, causano la malattia parodontale. Thomas spiega che «gli alginati possono essere utili in odontoiatria come coadiuvante nella gestione delle infezioni cronichg da biofilm. Come, ad esempio “la peri-implantite”, dove un agente non tossico può essere direttamente applicato per favorire la disgregazione del biofilm e impedirne il riformarsi sulle superfici trattate».

Il progetto fu lanciato con un finanziamento nel 2007 della AlgiPharma nell’ambito di una ricerca in microbiologia esplorativa, ma si è in seguito sviluppata nove anni fa grazie alla collaborazione tra l’Advanced Therapies Group (ATG) dell’Università, l’AlgiPharma e l’University Health Board di Cardiff e Vale.

La rete di collaborazioni dell’ATG ha contribuito ad attirare ricercatori con competenze in aree specialistiche, aprendo la strada a studi clinici umani nella Comunità Europea e Scandinavia.

Il direttore della sezione Ricerca e Sviluppo di AlgiPharma, Philip Rye dice: «Tale collaborazione ci ha consentito di compiere notevoli progressi nello sviluppo di un nuovo farmaco, che si trova ora in fase di applicazione ed è stato di recente incluso tra quelli utilizzati dalla US Cystic Fibrosis Foundation».

Il progetto nel 2017 si è aggiudicato l’Innovation and Impact Awards della Università di Cardiff.

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