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La metformina potrebbe aiutare a prevenire le malattie orali e sistemiche nei pazienti parodontali

La ricerca ha trovato che l’uso di un farmaco comune del diabete potrebbe aiutare a gestire la malattia parodontale e ridurre l’incidenza del diabete e dell’obesità. (Immagine: Sonis Photography/Shutterstock)

LONDRA, Regno Unito: Fattori come il metabolismo del glucosio, la nutrizione, lo stress ossidativo e l’invecchiamento guidano la progressione parodontale. Tuttavia, gli attuali trattamenti parodontali non affrontano direttamente la risposta infiammatoria metabolica dell’ospite, che è fondamentale per la gestione della malattia parodontale.

Anche se la metformina sistemica è ampiamente utilizzata nella gestione del diabete, il farmaco non è mai stato utilizzato nella gestione del trattamento della parodontite. Ora, un nuovo studio ha riferito che la metformina aiuta a controllare l’infiammazione e i livelli di glucosio nella bocca e nel corpo e potrebbe essere utilizzata come intervento per aiutare a prevenire sia le malattie orali che sistemiche.

La ricerca suggerisce che circa la metà della popolazione adulta di età superiore ai 30 anni ha una qualche forma di malattia parodontale, e la cifra sale al 70% negli adulti di età superiore ai 65 anni. La malattia è fortemente associata a condizioni sistemiche quali diabete e obesità, e alcuni studi hanno dimostrato che il controllo del metabolismo del glucosio nei pazienti può contribuire alla longevità e ridurre lo sviluppo della malattia parodontale. Analogamente, è stato dimostrato che i pazienti trattati con successo per malattia parodontale migliorano il metabolismo del glucosio e la salute cardiovascolare.

Nello studio, i ricercatori hanno esaminato gli effetti della metformina, attualmente utilizzata come agente di prima linea per il controllo glicemico, come modulatore farmaceutico del metabolismo del glucosio. Il farmaco è stato scelto per il suo rapporto costo-efficacia, sicurezza e potenziale.

Lo studio ha rilevato che la metformina ha prodotto una significativa prevenzione nella perdita ossea durante la malattia parodontale indotta e della perdita ossea correlata all’età in studi in vivo nei topi. I ricercatori hanno poi testato l’uso della metformina in pazienti con malattia parodontale senza diabete, il primo studio clinico di questo tipo. Per testare l’efficacia del farmaco, la metà dei partecipanti ha ricevuto 850 mg di placebo e l’altra metà ha ricevuto 850 mg di metformina. Tutti i partecipanti sono stati sottoposti a terapia orale non chirurgica. I ricercatori hanno esaminato i pazienti al baseline, tre giorni dopo e una settimana dopo. La rivalutazione parodontale è stata effettuata sei e 12 settimane dopo la terapia orale non chirurgica.

Lo studio ha mostrato un miglioramento degli esiti clinici nel trattamento della malattia parodontale e nel controllo dei livelli di glucosio e di infiammazione sia nella bocca che nel corpo, anche in presenza di alti livelli di batteri. Alla luce dei dati, i ricercatori ritengono che l’uso di metformina per la prevenzione della malattia parodontale potrebbe anche aiutare a controllare l’aumento di peso e i livelli di glucosio.

«I nostri pazienti spesso non hanno strumenti per combattere le malattie gengivali oltre a lavarsi i denti, ma per la prima volta abbiamo un potenziale strumento che può aiutare non solo con le malattie gengivali, ma anche per la salute generale», ha detto in un comunicato stampa l’autore principale Dr Vitor Neves, docente accademico presso il King’s College di Londra. Ha poi aggiunto: «La metformina è immediatamente disponibile in tutto il mondo ed è poco costosa, permettendo così l’uso del farmaco come medicinale preventivo per malattie orali e sistemiche che potrebbe essere adottato su scala globale». Spiegando che questo aiuterebbe molti ad invecchiare in modo più sano.

Lo studio, intitolato “Repurposing metformin for periodontal disease management as a form of oral–systemic preventive medicine”, è stato pubblicato online il 10 ottobre 2023 sul Journal of Translational Medicine.

 

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