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Il primo studio a esaminare l’uso di farmaci anti-invecchiamento per il trattamento della malattia parodontale

Un recente studio ha ricevuto l’approvazione dalla Food and Drug Administration degli Stati Uniti per la valutazione del farmaco rapamicina nei pazienti adulti più anziani che presentano malattia parodontale (Immagine: RossHelen/Shutterstock).

mar. 12 marzo 2024

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SEATTLE, USA: L’invecchiamento influisce notevolmente sulla salute generale ed è il principale fattore di rischio per le malattie cardiovascolari, il morbo di Alzheimer e la malattia parodontale. Tuttavia, queste condizioni vengono spesso trattate caso per caso, anziché intervenire sul processo di invecchiamento che ne è alla base. Ora, la US Food and Drug Administration (FDA) ha approvato uno studio unico nel suo genere che valuterà l’effetto della rapamicina negli adulti più anziani con malattia parodontale.

La rapamicina è un farmaco approvato dalla FDA che viene spesso utilizzato nella ricerca anti-invecchiamento e ha dimostrato di prolungare la durata della vita e migliorare il decorso della salute in diverse specie. Precedenti studi hanno dimostrato che la rapamicina può migliorare il processo di invecchiamento nei topi inibendo un processo, chiamato mTOR, che le cellule usano per controllare la crescita e il consumo di energia in base ai nutrienti e ai segnali che ricevono dal loro ambiente. Sebbene alcuni studi abbiano già utilizzato la rapamicina e i suoi derivati sull’uomo, l’attuale studio è il primo ad essere approvato dalla FDA per esaminare i suoi effetti sulla salute orale e sulla malattia parodontale.

«Se la malattia parodontale è correlata all’età, e la rapamicina può mirare al processo di invecchiamento e migliorarlo, allora vogliamo scoprire cosa succede alla malattia parodontale quando si usa la rapamicina», ha commentato il dottor Jonathan An, assistente professore di scienze della salute orale presso l’Università di Washington.

Nello studio, i ricercatori forniranno la rapamicina a pazienti che hanno più di 50 anni e che hanno avuto la malattia parodontale per più di otto settimane. I partecipanti si sottoporranno quindi a pulizia dentale professionale.

«Attualmente, se viene diagnosticata la malattia parodontale, il paziente riceve lo stesso trattamento che abbia 40 anni o che ne abbia 50 o 60 anni», ha osservato il dott. An. «Quindi, per i più anziani, se diamo loro la rapamicina in anticipo, potremmo essere in grado di alterare le loro risposte immunitarie in modo da ottenere un risultato migliore rispetto al semplice alleviamento dei sintomi a livello superficiale».

Inoltre, i ricercatori hanno in programma di lavorare con cliniche locali e gruppi di ricerca per studiare l’impatto della rapamicina sulla salute sistemica dei partecipanti. Ad esempio, analizzeranno i marcatori per l’invecchiamento biologico e il microbioma orale.

«La malattia parodontale è ritenuta correlata alle malattie cardiache, al diabete e al morbo di Alzheimer, tutte accomunate dal fattore di rischio dell’età», ha commentato il Dott. An. «Trattare la malattia parodontale con la rapamicina potrebbe non solo cambiare il modo con cui facciamo l’odontoiatria, ma potrebbe anche avere un impatto positivo sull’invecchiamento a livello globale».

Secondo i Centri per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie, la malattia parodontale colpisce oltre il 70% degli adulti di età superiore ai 65 anni. Il costo stimato della malattia parodontale non trattata negli Stati Uniti è di 154 miliardi di dollari (138 miliardi di euro).

Maggiori informazioni sullo studio possono essere approfondite cliccando QUI.

 

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