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Patogeno responsabile della parodontite potrebbe attivare l’artrite reumatoide

Le esatte cause dell’artrite reumatoide restano sconosciute. Tuttavia, si ritiene che essa sia il risultato di un’anomala risposta immunitaria. Una nuova ricerca ha dimostrato che i batteri della parodontite potrebbero svolgere un ruolo in questo meccanismo (Foto: Karen Amundson/Shutterstock).

mer. 1 febbraio 2017

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Baltimora, USA – Alcuni ricercatori della Johns Hopkins University hanno trovato nuove prove scientifiche di un possibile legame fra la parodontite cronica e l’artrite reumatoide. Secondo gli studiosi queste nuove scoperte potrebbero avere importanti implicazioni per la prevenzione e il trattamento di una malattia, come l’artrite reumatoide, che colpisce circa 1,5 milioni di adulti soltanto negli Stati Uniti, può causare disabilità, morte prematura e abbassa di sicuro la qualità della vita.

Sebbene l’artrite reumatoide sia una malattia autoimmune, gli scienziati da lungo tempo sospettano che le infezioni batteriche, in particolare le infezioni parodontali, possano giocare un ruolo nel suo sviluppo. Nel presente studio, i ricercatori hanno scoperto che l’infezione da Aggregatibacter actinomycetemcomitans, associata alla parodontite grave, sembra indurre un processo di ipercitrullinazione di proteine attraverso la secrezione della leucotossina A, che si ritiene attivi il sistema immunitario e inneschi a cascata eventi che portano all’artrite reumatoide.

Il dott. Felipe Andrade, ricercatore senior che ha guidato lo studio e professore associato di Medicina presso la Johns Hopkins University School of Medicine, ha spiegato che la citrullinazione avviene naturalmente in tutti gli individui, come modo per regolare la funzione delle proteine. Tuttavia, nelle persone affette da artrite reumatoide, tale processo diventa iperattivo, con un conseguente anomalo accumulo di proteine citrullinate. Si aziona così una produzione di anticorpi contro queste proteine, creando in questo modo un’infiammazione che attacca il tessuto del soggetto.

Il gruppo di ricerca ha sviluppato un test del sangue usando il batterio e la tossina in grado di individuare gli anticorpi che agiscono contro A. actinomycetemcomitans. Sono stati presi in esame 196 campioni di sangue provenienti da un ampio studio di pazienti con artrite reumatoide, si è scoperto che quasi la metà dei pazienti (92) riportava evidenze di infezione dal batterio. Questi dati sono stati paragonati a quelli di pazienti con parodontite, che riportavano circa il 60% di positività, percentuale molto diversa invece nel gruppo di controllo dei sani, dove solo l’11% è stato trovato positivo al batterio A. actinomycetemcomitans. Inoltre, l’esposizione ad A. actinomycetemcomitans è stato un fattore determinante per la produzione di anticorpi contro le proteine citrullinate nei pazienti con predisposizione genetica all’artrite reumatoide.

I ricercatori hanno precisato che ulteriori studi sono necessari per comprendere appieno il meccanismo alla base del legame tra entrambe le malattie. Nel corso di questo studio, oltre il 50% dei partecipanti alla ricerca affetti da artrite reumatoide è risultato negativo al batterio A. actinomycetemcomitans, il che potrebbe indicare che altri batteri presenti nell’intestino, nei polmoni o altrove potrebbero servirsi di un meccanismo analogo a quello che induce l’ipercitrullinazione. Inoltre, poiché lo studio ha esaminato solo pazienti con accertata artrite reumatoide in un singolo momento temporale, è necessario un approccio longitudinale, che possa coprire l’arco di alcuni decenni, al fine di verificare il ruolo potenziale dei batteri nell’insorgenza e nell’evoluzione della malattia.

Lo studio, intitolato “Aggregatibacter actinomycetemcomitans-induced hypercitrullination links periodontal infection to autoimmunity in rheumatoid arthritis”, è stato pubblicato nel numero 14 di dicembre della rivista Science Translational Medicine.

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