Ortodonzia intercettiva: viaggio dall’analogico al digitale

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Ortodonzia intercettiva… oggi: viaggio dall’analogico al digitale

Fig. 25_Progetto CAD della Nance in Trilor.
Matteo Beretta, Alessandro Mangano

Matteo Beretta, Alessandro Mangano

mar. 24 settembre 2019

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L’ortodonzia intercettiva rappresenta un momento fondamentale della terapia ortodontica del paziente in età pediatrica, in quanto si pone l’obiettivo di risolvere o di migliorare una determinata malocclusione in fase di sviluppo. Una problematica particolarmente importante da affrontare è rappresentata dalla terapia intercettiva dei canini inclusi. Questa tipologia di trattamento richiede una accurata fase di diagnosi ed una meticolosa programmazione terapeutica.

La terapia intercettiva dei canini a rischio di inclusione, si pone come obiettivo quello di consentire l’eruzione corretta dei canini e di permettere una seconda fase terapeutica più facile e veloce. Ad oggi, particolare importanza viene data al comfort del paziente e dell’operatore. Le moderne tecnologie ci consentono di stabilire una diagnosi e un piano terapeutico molto precisi e dettagliati, avendo allo stesso tempo un flusso di lavoro ad elevato comfort per i nostri pazienti.

L’uso combinato della TAC Cone Beam, dello scanner intraorale, di tecnopolimeri e di tecnologie di laboratorio quali il laser melting e la stampa 3D ci consentono di lavorare al massimo dell’efficacia e dell’efficienza. I nuovi metodi di lavorazione in ortodonzia, rappresentano una evoluzione delle tecnologie CAD/CAM. Infatti, oggi possiamo parlare di tecnologie CAD/CAT (computer aided technofacturing) in quanto, si tratta di device ortodontici ottenuti per tecnofattura.

Mostreremo, attraverso dei casi clinici, come il flusso di lavoro ortodontico si sia evoluto passando dalla fase analogica a quella full digital 4.0.

_Caso 1
Ortodonzia 1.0. Sofia, 8 anni

La piccola Sofia viene sottoposta a una prima visita ortodontica all’età di 8 anni, l’esame obiettivo (Figg. 1, 2) e l’ortopantomografia (Fig. 3) delle arcate dentarie evidenziano una mancanza di spazio per la corretta eruzione dei canini superiori (1.3-2.3).

Per motivi personali, i genitori di Sofia la sottopongono nuovamente alla nostra attenzione un anno dopo. Viene eseguita una nuova ortopantomografia (Fig. 4) che mostra un peggioramento del percorso eruttivo dei canini.

Dopo aver rilevato delle impronte con polivinilsilossano per realizzare un espansore del palato, si esegue l’espansione rapida del mascellare (Figg. 5, 6) superiore con il dispositivo cementato sui secondi molari decidui (5.5-6.5). Al termine dell’espansione, sono rilevate delle nuove impronte con polivinilsilossano per realizzare una barra palatale (Fig. 6) ancorata sui primi molari permanenti (1.6-2.6); viene eseguito un protocollo di estrazioni anticipate dei primi molari decidui e dei canini decidui (Figg. 7-9).

Al termine della terapia si può vedere una normalizzazione della permuta (Fig. 10) con la corretta comparsa in arcata dei canini permanenti al follow-up di 1 anno (Fig. 11).

_Caso 2
Riccardo, 6 anni

Riccardo 6 anni, viene sottoposto in prima visita ad ortopantomografia (Figg. 12, 13) delle arcate dentarie che evidenzia un deficit di spazio per l’eruzione dei canini permanenti. Si acquisiscono i modelli virtuali tramite scanner intraorale, viene fatta la prova bande e viene realizzato un espansore del palato modello Leaf expander® (Leone, Sesto Fiorentino (FI), Italia). L’espansore viene cementato su “E” (Fig. 14).

Al termine dell’espansione calibrata del mascellare superiore (Fig. 15), vengono presi dei nuovi modelli virtuali con i quali si realizza una barra di Nance (Figg. 16, 17) customizzata in Trilor® (Bioloren, Seregno, Italia). Il Trilor è una resina rinforzata con fibre, ha la caratteristica di essere molto leggera ed ha una rigidità ottimale; ciò consente il suo impiego in sostituzione del metallo per la fabbricazione di diversi device ortodontici.

Riccardo viene sottoposto ad un protocollo di estrazioni anticipate dei canini decidui e dei primi molari decidui (Fig. 18). Viene ripristinata una corretta permuta e tutti gli elementi dentari terminano facilmente il loro percorso eruttivo (Figg. 19, 20).

_Caso 3
Alessandro, 8 anni – ortodonzia 4.0 full digital

Alessandro, 8 anni, viene sottoposto ad una CBCT (Figg. 21, 22) dopo una valutazione iniziale dove si è riscontrato un percorso di permuta difficile dei canini permanenti (1.3-2.3).

Tramite scansione digitale delle arcate vengono ottenuti dei modelli virtuali, i file .STL vengono inviati al laboratorio ortodontico per la realizzazione di un espansore lento del palato Leaf Expander® (Leone, Sesto Fiorentino (FI), Italia).

Il dispositivo customizzato e prodotto tramite laser sinterizzazione (Fig. 23), viene cementato su “E” e riattivato periodicamente. Dopo la fase di espansione e stabilizzazione (Fig. 24), vengono ottenuti dei nuovi modelli virtuali per la progettazione (Fig. 25) e produzione (Fig. 26) tramite fresatura di una barra di Nance in Trilor® (Bioloren, Seregno, Italia). Alessandro, una volta cementata la barra di Nance (Fig. 27), viene sottoposto ad estrazione anticipata dei canini (5.3-6.3) e dei primi molari decidui (5.4-6.4).

Si ottiene così una normalizzazione della permuta (Figg. 28, 29), che consentirà una seconda fase terapeutica più efficiente.

 

_Discussione e conclusioni
L’introduzione di nuove tecnologie e materiali in ortodonzia, ha permesso la trasformazione del flusso di lavoro dall’analogico al full digital. In particolare, in ortodonzia intercettiva si è visto come rimanendo validi i tradizionali principi terapeutici e biologici l’uso di scanner intraorale, tecnopolimeri e nuovi mezzi di produzione abbia aumentato drasticamente la velocità e l’efficacia del workflow ortodontico.

L’Ortodonzia 4.0 ci consente di aumentare il comfort dei nostri piccoli pazienti, infatti tramite l’uso di scanner intraorali il riflesso faringeo viene totalmente eliminato, andando così a togliere una grossa fonte di stress.

Altro aspetto importante è la possibilità di realizzare device totalmente customizzati che ci consentono di rispondere pienamente alle singole esigenze che si presentano nella pratica quotidiana.

Infine, risulta particolarmente importante la possibilità di sostituire le leghe metalliche tradizionali con materiali metal-free in grado di rispondere alle esigenze meccaniche e biomeccaniche dell’ortodontista. L’uso di tecnopolimeri, ci consente di trattare pazienti special needs che devono sottoporsi periodicamente ad esami strumentali quali la Risonanza Magnetica Nucleare (RMN).

La direzione futura dell’Ortodonzia 4.0 deve continuare verso lo sviluppo di nuovi materiali che consentano di poter realizzare tutte le tipologie di apparecchi ortodontici, andando oltre gli attuali limiti tecnologici.

 

Bibliografia

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L'articolo è stato pubblicato su Cad Cam italian edition n. 2/2019.

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