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Nel miglioramento degli ablatori passo in avanti degli scienziati di Birmingham

Immagine amplificata con contrasto tratta da un video ad alta velocità che mostra la cavitazione intorno ad una punta scaler. (Foto: Università di Birmingham, UK)

mer. 30 marzo 2016

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BIRMINGHAM. La rappresentazione mediante immagini ad alta velocità è sempre più utilizzata dalla scienza per visualizzare processi troppo veloci da rilevare per l’occhio umano. Utilizzando quel metodo, i ricercatori dell’Università di Odontoiatria di Birmingham, hanno evidenziato le forze in gioco in uno scaler ultrasonico, strumento comunemente utilizzato dai dentisti per pulire i denti.

Registrando l’ablatore all’opera con un microscopio che riprende a una velocità 10.000 volte più elevata rispetto ai tempi di ripresa normale hanno scoperto delle bollicine d’acqua che si formavano al termine dell’ablatore, secondo un processo noto come cavitazione. Secondo loro, l’area di cavitazione vicina all’estremità libera delle punte aumenta con la maggior potenza e con l’ampiezza di spostamento alle punte.

Secondo un fenomeno già osservato nei procedimenti di irrigazione in endodonzia, la formazione e il collasso delle bolle d’acqua creano forze significative che potrebbero disgregare il biofilm senza toccare la superficie del dente, aprendo quindi la strada ‒ dicono i ricercatori ‒ a nuovi strumenti meno invasivi.

«Altri studi compiuti utilizzando la microscopia elettronica dimostrano che la rimozione del biofilm batterico è aumentata con l’incremento della cavitazione. In conclusione, alterando la forma e la potenza di questi strumenti d’uso comune è possibile renderli più efficaci, e, si spera, indolori» osserva parlando dei risultati. Nina Vyas, autore principale dello studio.

Aggiunge Damien Walmsley, docente alla Scuola di Odontoiatria «La rimozione di quell’accumulo che conosciamo come tartaro o placca dura, normale operazione di controllo del dentista, costituisce un momento importante per il mantenimento della salute orale. Questi risultati aiuteranno quindi a capire come rendere gli strumenti più efficaci».

Per lo studio, è stato utilizzato un Satelec P5 Newtron Scaler con punte Satelec 10P in un intervento a media e ad alta velocità. Sono stati registrati fino a 250.000 fotogrammi al secondo in un serbatoio d’acqua. Lo spostamento della punta è stato registrato utilizzando una scansione laser. Per studiare la cavitazione attorno ad ablatori ultrasonici sono stati applicati per la prima volta entrambi i metodi.

Intitolato “High speed imaging of cavitation around dental ultrasonic scaler tips” lo studio è stato pubblicato online il 2 marzo sulla rivista PLoS One.

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